Dalla storia di una ragazza vestita di nero...

di Helena_JAG
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18/07/2009 Passeggiando per strada, al solito modo, mi accorsi che qualcosa mi turbava tremendamente. Il mio male non era fisico...ne ero sicura. E mentre pensavo cosa potesse essere a tormentarmi in quel modo, continuavo a camminare come se fossi circondata da mille persone pronte ad aggredirmi. Corri! Cosa aspetti?! Sbrigati! Non c'è più tempo da perdere! Bisogna porre rimedio! Nella mia mente continuavano a ripetersi queste parole che mi spronavano ad accelerare il passo, già veloce. La mia meta si faceva sempre più vicina, mancava poco,pochi,pochissimi istanti. Finalmente eccomi arrivata, si ,esatto, ora potevo finalmente avere ciò di cui tanto avevo bisogno... :-Un caffè, grazie. Esatto avevo bisogno di un caffè, prima di riuscire a capire cosa mi stesse turbando in quel modo assurdo. Ed ecco che, non appena posai le labbra sulla tazza bollente,contenente il caffè, fece ingresso nei mie pensieri la soluzione al tormento che mi stava distruggendo. Rapidamente riposi la tazza nel suo piattino e ripresi a camminare velocemente. Stavolta però , dato che avevo identificato il problema che tanto mi infastidiva, fece ingresso nel mio stato d'animo un profondo senso di rabbia. In realtà, non potevo porre rimedio definitivamente a quella sgradevole situazione in cui mi trovavo, poiché avrei dovuto ricorrere irrimediabilmente alla violenza. Semplicemente avevo bisogno di placare il mio stato d'animo. La colpa d'altra parte era anche un po' mia se mi trovavo in quella situazione, o meglio colpa del mio essere troppo diretta e, talvolta anche poco delicata. Continuavo a camminare, diretta al mio “problema”. Non sapevo ancora come affrontare questa situazione, se restare indifferente o se agire facendomi guidare dalla rabbia infinita che ormai governava il mio stato d'animo. Incredibile...ancora non riuscivo a capacitarmi di quanto era successo, di cosa mi avesse condotta in questa situazione; non era stato voluto,era nato tutto improvvisamente. Davvero poco credibile come un litigio con un'amica possa sconvolgere il mio equilibrio mentale. Pochi passi mi separavano da una persona sgradevole, la più sgradevole che abbia mai conosciuto. Arrivata a destinazione, iniziai ad essere domata da un totale senso di insicurezza. In quel momento avrei voluto urlarle contro tutto quello che pensavo di lei, dirle quanto fosse stato duro per me trascorrere con lei più di tre anni e tutto il disprezzo che provavo nei suoi confronti; poi iniziai a pensare che forse una persona mediocre come lei non meritasse tanta importanza, dovevo rimanere indifferente. Quindi facendo uso del mio self-control,mi allontanai dalla sua abitazione. Ero stanca, eppure la giornata era da poco iniziata.




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