Provo a sollevarmi, ma un accesso
di debolezza si abbatte sul mio corpo dilaniato.
Sto
morendo. Il sangue sgorga dal mio petto.
Le
code di D’vorah sono state letali.
Non
c’è scampo per me.
Perdonami
Kuai Liang.
Non
potremo combattere insieme.
Dei
passi raggiungono le mie orecchie.
E’
lui? O meglio il me stesso di un’altra epoca?
Che
situazione paradossale…
Sto
morendo e sarò io stesso ad accogliere il mio estremo respiro.
Ma
non posso riflettere su questa situazione.
–
Raiden… E’ nei
giardini di fuoco… Spera nel supporto di Caron… Conduci
il suo esercito alla Fortezza… Devi farlo! – supplico.
Ho
paura.
Il
mio cuore, in quell’epoca fermo ad una giornata crudele, saprà
capire l’urgenza di questo mio desiderio?
– Hai
la mia parola. – rispondo.
Vorrei
sorridere, malgrado la situazione.
In
quel cuore, nero di dolore e odio, brilla un debole bagliore di onore
e umanità.
Provo
ancora ad alzarmi, ma il mio corpo non risponde ai comandi della mia
mente.
Mi
affloscio sulla dura pietra.
Le
mie braccia di revenant accolgono il mio corpo con una strana
premura.
L’umanità
della mia… nostra indole si sta rinvigorendo, malgrado il
dolore.
– I
nuovi Shirai Ryu sono degni… E’ il cuore… non il
sangue… a renderli guerrieri… – balbetto.
Cerco
il suo sguardo di revenant.
Ha
capito quello che gli ho detto?
Mi
sembra di scorgere una luce di assenso in quelle iridi senza
espressione.
Una
nube di morte oscura il mio sguardo. Il mio respiro cessa.
Finalmente,
posso morire senza rimpianti.
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