Inchiostro

di AcquaSaponePaperella
(/viewuser.php?uid=905916)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Una bambina, molto tesa per l'inizio della scuola, chiese un giorno ai nonni di raccontarle un loro ricordo di infanzia, per farsi più coraggio.
Quante esercitazioni dovevano fare con quella piuma indomabile, su pagine giallastre e senza colori. Per non parlare poi del più cattivo, l'inchiostro: un movimento sbagliato ti costava caro, perché l'inchiostro proprio non voleva venire mai via.
Quanto coraggio le era venuto adesso, dopo aver saputo quanto complicato era, per i bambini di una volta, l'arte dello scrivere.
Ma anche quanta voglia le era venuta adesso di andare in soffitta a sentire l'odore di quelle pagine giallastre.

Da quanti colori erano circondati invece i bambini di adesso.
Tutti i suoi parenti avevano fatto a gara per regalarle le più belle matite colorate, per il suo primo giorno di scuola.
Quanto bello era stato riempire i quaderni e gli album da disegni con i suoi pastelli, tutti rigorosamente ordinati nel suo bellissimo astuccio.
Quanto divertente era stato fare le cornicette, copiate passo per passo dalla lavagna.
Ma quello che le era piaciuto di più era stato scrivere con le sue bellissime penne cancellabili.
Eh sì, proprio cancellabili. Per lei l'inchiostro non era un problema: se sbagliava poteva cancellare!

Le capitava molto spesso ormai di distrarsi in classe.
Non era colpa delle lezioni all'università: semplicemente avere la pagina bianca di un computer aperta davanti agli occhi per tutto il tempo avrebbe provocato qualsiasi giovane con la voglia di pubblicare qualche bella storia online.
Digitava qualcosa, poi però premeva il tasto per cancellare, e la pagina rimaneva sempre bianca.
Il classico blocco dello scrittore: poteva cancellare quando voleva, ma che complicato che era scrivere!
Chissà se i bambini di domani scriveranno solo con il computer, pensava spesso la ragazza.
Lei non avrebbe di certo dimenticato l'odore di quelle pagine giallastre.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3879004