Lingue di Fuoco

di Mysterious_Nightmare
(/viewuser.php?uid=609682)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


PROLOGO


Thyus raschiò la ruvida parete della cella, aggiungendo una nuova linea a fianco alle altre.

«Trecentosessantacinque» mormorò, scivolando a terra con la schiena contro il muro «È già passato un anno.»

Perché fosse finito lì, in quella cella bianca e fredda, ancora se lo chiedeva. Non aveva memoria, in realtà, nemmeno di come fosse arrivato a Mitfeld. L'ultima cosa di cui si ricordava era la giornata passata con suo padre a tagliare la legna per l'inverno. Era andato a dormire tardi quella sera, ma la mattina dopo non si era svegliato nel suo letto, bensì sulla dura pietra di quella prigione silenziosa.

Nessuno gli rivolgeva la parola. Aveva più volte chiesto, urlato, supplicato di ottenere una spiegazione, ma nessuna risposta era mai arrivata da quelle guardie nelle loro armature scintillanti.

Una volta, era riuscito a origliare una conversazione tra due soldati. Era certo che parlassero di lui, d'altronde era l'unico detenuto che chiamavano speciale.

Pericoloso. Così lo avevano descritto i due. Se la situazione non fosse stata tanto tragica, avrebbe riso per quell'aggettivo così distante dal suo status di semplice mago di un villaggio sperduto nel nulla. Certo, era specializzato in magia nera, la nota magia degli incubi, dell'oscurità e della manipolazione mentale, ma ciò non faceva di lui un mago pericoloso.

Da quella conversazione era riuscito a captare solamente una cosa: dalla notte in cui si era addormentato nel comodo letto di casa sua al giorno in cui si era risvegliato bruscamente in quella cella erano trascorsi circa tre anni.

Tre anni di cui non riusciva proprio a ricordarsi.

Era certo che, qualsiasi cosa avesse fatto, di sicuro non erano state buone azioni. Tuttavia, aveva il sospetto che avessero preso il mago sbagliato. Non era da lui andare contro la legge.

Il forte rumore di un'esplosione attirò la sua attenzione e lo fece alzare di scatto.

Si diresse verso la piccolissima finestra della cella e, in punta di piedi, si affacciò per poter osservare fuori: soldati corazzati uscivano velocemente dal castello, pronti a difendere il loro sovrano. In lontananza, una nuvola di vapore avanzava, inghiottendo la città.

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3879063