fff
Auguri,
Kade-chan!! *_* Tanti, tantissimi auguri per il tuo sedicesimo
compleanno!! (la Somma Regina dell'anaconda cresce e regna
ù_ù). Me ti ha scritto questa shottina con tanto amore
(<3), anche se mi
scuso se forse non è propriamente... allegra, ecco >.>
Visto?
Ho anche scritto su Sessho e Rin per te!! xD Noi due siamo molto
diverse in tante cose, ma ti voglio tantissimo bene, Kade-chan! <3
Un bacione e un abbraccio forte forte.
IMPORTANTE:
Questa fanfiction si ispira ad un racconto (una specie di leggenda,
diciamo) contenuto nel manga in un unico volume dal titolo “La
principessa bianca” delle Clamp (il titolo del racconto in
questione è appunto “Il fiore di ghiaccio”. I
diritti del
racconto originale, di cui io ho cambiato alcune cose, sono dunque di
proprietà delle grandissime Clamp ^_^
Ps,
Altre note importanti alla fine della shot.
*
FIORE DI GHIACCIO *
Calore.
La
sensazione che più avvertiva in quel momento, sopra ad ogni
altra
cosa.
Era
strano, quasi un paradosso.
Seduta
a terra, intorno a lei -a loro- vi era solo neve, si estendeva
per chilometri, a perdita d'occhio. Soltanto un lago- ghiacciato
anch'esso- spezzava la monotonia di quel paesaggio immobile.
Anche
l'uomo- il demone, si corresse velocemente- che la teneva tra
le braccia –o forse era più lei che vi si aggrappava con
tutte le
proprie forze- era gelido. Distaccato e freddo come tutto
ciò
che lo circondava.
Eppure
il suo corpo emanava calore.
E
il desiderio che, malgrado tutto, Rin sentiva di suscitare in lui
scottava come fuoco.
Un
fuoco che la consumava. Lentamente, inesorabilmente.
Sollevò
piano il viso, guardandolo negli occhi -freddi, eppure di un
colore tanto ardente- e sorrise. Gli sorrideva sempre, le piaceva
farlo.
Il
demone la fissava. Anche questo era solito tra loro: lui rimaneva
distante -persino nei momenti in cui la passione li travolgeva- ma
non distoglieva mai lo sguardo, neanche per un attimo. Rin se n'era
sempre chiesta il motivo, ma sapeva che anche chiedendo non avrebbe
avuto risposta.
E
le andava bene così. A lei piaceva sentire il suo
sguardo su
di sé; nei momenti in cui erano costretti a separarsi le
mancava terribilmente. Era quasi un dolore fisico, un'agonia.
Gli
posò una mano sulla guancia, lentamente, carezzandolo -non
avrebbe
mai smesso di toccarlo- e spostò l'altra dalle spalle al petto.
Si
strinse più a lui, rabbrividendo senza poterselo impedire.
Le
labbra dell'umana e del demone s'incontrarono, in un gesto ormai ben
conosciuto da entrambi.
Rin
sorrise sulla bocca dell'amante. Quelli erano gli unici momenti in
cui davvero pensava di poter essere qualcosa per lui,
qualcosa più di un semplice passatempo.
Il
bacio divenne più appassionato, le dita dello youkai strinsero
forte
una ciocca di capelli d'ebano, morbidi come seta.
La
ningen si domandava continuamente, quasi allo spasmo, perché un
demone come lui, che pur manteneva sempre le distanze senza mai
lasciarsi andare, desiderasse proprio lei.
Un
lieve gemito sfuggì dalle sue labbra, quando sentì una
mano
artigliata -la stessa che innumerevoli volte aveva ucciso demoni e
persino umani- sfiorarle il braccio.
Eppure
in quei momenti non poteva mettere in dubbio quella verità,
quell'unica certezza.
Ma
proprio quando lui la baciava, la sfiorava, la faceva sua, sentiva
che farsi domande era inutile. Nulla importava, nulla esisteva
più.
La
sua era una relazione sbagliata che la costringeva a fuggire e
mentire alla propria famiglia per incontrare quel demone di ghiaccio,
di cui conosceva solamente il nome.
E
avrebbe continuato a mentire anche per sempre.
Solo
per sentire il sapore di quella bocca, il tocco di quelle mani.
Lo
youkai si staccò d'improvviso -i sottili fili corvini
scivolarono
tra le sue dita- tornando ad essere immobile e impassibile. A Rin
piaceva paragonarlo ad una statua: bellissimo, inscalfibile e freddo.
La
ragazza si morse piano il labbro inferiore, distaccandosi leggermente
da lui.
Quel
giorno non aveva intenzione di andare oltre. Ormai lo conosceva
così
bene che lo capiva senza bisogno che le parlasse, non che in caso
contrario lo avrebbe fatto, ovviamente.
La
ningen non chiese nulla -uno dei tanti taciti accordi tra loro- e si
sollevò in piedi, sistemandosi l'ingombrante kimono.
Camminò
fino al lago poco distante, osservandone la superficie ghiacciata.
“Sesshomaru-sama!”
Lo chiamò -si sentì assurdamente bene nel
pronunciare quel
nome-, voltandosi a guardarlo: si era alzato in piedi e lei non si
era neanche accorta del movimento.
Intorno
a loro cominciò a cadere nuovamente la neve.
Rin
sorrise, radiosa. Stare insieme a lui, anche solo parlargli, la
rendeva felice. Estremamente felice.
“Sapete...”
Disse, mentre una lieve folata di vento -gelido- le
scompigliava i capelli, riempendoli di tanti fiocchi bianchi.
“Ho
sentito dire che l'acqua di questo lago non si scioglie mai, neanche
in primavera.”
Le
piaceva raccontargli le cose, renderlo partecipe, anche se sapeva che
a lui non interessava.
“Pare
sia dovuto alla divinità della neve che vi fa il bagno per
purificarsi. Sarebbe una storia affascinante se fosse vera: una
bellissima principessa che si bagna in queste acque!” Rin spesso
aveva ancora atteggiamenti da bambina.
Era
una donna con una relazione illecita, eppure si comportava come una
ragazzina ingenua.
Allargò
le braccia per afferrare alcuni fiocchi, mentre osservava lui:
amava vedere i lunghi capelli argentati -quelli che tante e tante
volte aveva sfiorato, accarezzato, afferrato- ricoperti di candida
neve.
Lo
youkai appariva come una figura eterea, di una bellezza sconvolgente,
quasi difficile da sopportare per i suoi occhi di semplice umana.
Era
in quei momenti che avvertiva più forte la distanza tra loro,
enorme
e insormontabile; ma tutto spariva quando incrociava quello sguardo
fiero.
“Sesshomaru-sama!”
Lo chiamò nuovamente, l'ennesimo sorriso spontaneo le nacque
sulle
labbra.
*
* *
Rin
sentì le gambe tremare, cedere sotto il peso del corpo, mentre
lei
cercava di opporre più resistenza di quanto non fosse capace.
“Non
tornerò.” Due semplici parole, pronunciate con un tono di
totale
indifferenza.
Aveva
detto di dover combattere per il controllo di alcune importanti
terre, e questa volta non sarebbe potuto tornare. E che lei in
fondo era solo un'umana.
La
ningen avrebbe voluto lasciarsi andare ad una crisi isterica,
scoppiare a piangere, prenderlo a pugni e implorarlo di non
andarsene...
Ma
si limitò a sussurrare: “Ti aspetterò.”
Lui
la guardò, inespressivo.
“Se
mai tornerai qui da me.” Aggiunse, ignorando una forte fitta alla
stomaco. “ Io sarò ad aspettarti, in questo luogo.”
Riuscì
a guardarlo negli occhi, e a posargli una mano sul viso, come faceva
spesso.
“Giuro
davanti a questo lago che ti aspetterò, mantenendo immutato il
mio
amore, come la temperatura della sua acqua, che non si scalda nemmeno
in primavera. Come quella donna di cui si racconta in una favola, che
aspettò il proprio marito anche dopo morta, tramutandosi in un
fiore. Anche se giungerò alla fine della mia esistenza,ti
aspetterò,
dovessi tramutare il mio corpo in un fiore.” (*)
*
* *
L'elegante
principe dei demoni avanzò nella neve, senza produrre il minimo
rumore.
Camminava
con passo deciso, il portamento impeccabile che uno youkai del suo
rango doveva avere.
Erano
trascorsi cinquant'anni.
Non
aveva intenzione di tornare -e oramai era anche inutile: i ningen
erano esseri inferiori e, come tali, deboli contro il tempo- ma in
qualche modo si era ritrovato in quel luogo a lui familiare.
Non
si era fermato a porsi domande, non era da lui. Si era limitato
solamente ad avanzare, pensando che la mente umana era infinitamente
e tristemente labile: nessuno
sarebbe stato lì ad aspettarlo.
Ma
a lui non importava.
Compì
ancora qualche passo, e infine lo vide: il lago.
E
intorno non vi era nessuno, come aveva immaginato.
Si
avvicinò alla superficie ghiacciata, gli occhi puntati su di
essa e
i lunghi capelli che ondeggiavano lievemente, seguendo il suo
movimento.
Si
arrestò.
Sul
fondo del lago vi era una figura, una figura umana. E lui la
conosceva, bene.
I
lunghi capelli color della notte, la pelle candida, le labbra rosate
e piegate in un lieve sorriso.
Tutto
come lo ricordava.
Sdraiata
-sembrava dormire-, le mani strette in grembo e il kimono
arancio che ne copriva la pelle ormai congelata, c'era Rin. Immutata
come il paesaggio che ne aveva conosciuto l'amore e la sofferenza;
sommersa in quelle acque immobili, lo scorrere del tempo non l'aveva
raggiunta.
Sesshomaru
s'inginocchiò a terra, la mano andò ad accarezzare la
superficie di
ghiaccio, laddove, pochi metri sotto, si trovava il viso della
fanciulla senza vita.
“Ti
aspetterò, dovessi tramutare il mio corpo in un fiore.”
La
mano artigliata si strinse in un pungo, con forza, per poi riaprirsi
solamente per graffiare quel ghiaccio che la imprigionava.
La
imprigionava per sua scelta.
L'espressione
del demone rimase impassibile, mentre il ghiaccio strideva sotto il
suo feroce tocco.
Poi,
all'improvviso, si sollevò, voltandosi nella direzione da
dov'era
provenuto.
E
per un attimo, mentre si allontanava senza voltarsi, gli riapparve
nella mente il sorriso radioso di quella ningen, e la voce
cristallina che chiamava il suo nome.
“Sesshomaru-sama!”
FINE.
(*)
Questa parte del discorso di Rin è una citazione, presa
direttamente
dalla storia originale (come già detto: “La principessa
bianca”
delle Clamp.
Ecco...
Ehm... NON MI UCCIDETE >.<
Me
si era detta che non avrei MAI potuto fare una storia dal finale
tragico, perché io stessa non le leggo.
Ma,
bè... quando l'ispirazione arriva >.> Poi Rò e
Kikka mi hanno
incoraggiata a farlo... spero almeno che traspaia l'affetto con cui
l'ho scritta ç_ç
Un'altra
cosa devo precisare: me non è fan della coppia SesshoxRin
(ebbene sì
xD), non vedo il loro rapporto in quel senso, ma non sono neanche
contro, eh! Quindi, non so come sia venuta questa shot, anche se mi
sono immedesimata con tutte le mie forze per Kade-chan!! *__*
Spero
di aver fatto qualcosa di decente... >.> Ah, piccolo avviso:
Roro ha scritto, sempre per Kade, una shot basata sulla stessa
leggenda usata da me, leggetela appena pubblica <3
Ora
me fugge che sono in ritardo per moooolte cose >.>
Baci,
e grazie a chi leggerà e commenterà, VI AMO Già!!
E...
ANCORA AUGURI, KADE!!!
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