Box.

di PathosforaBeast
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Box.

 
 



Ti aggrappi ai suoi capelli con una forza, una bramosia che non ti è mai appartenuta. Gregory ti spinge contro il suo corpo e riesci solo a sentire il tuo cuore esplodere di gioia. Insieme, per la prima volta. Non riesci a smettere di rabbrividire tra le sue dita che percorrono la tua schiena e sentono ogni tuo respiro spezzarsi e soffocare molto altro mentre le vostre gambe s’intrecciano.
Ma è un tentativo inutile, lo sai. Su questo letto non sei più Mycroft Holmes.
Non sei te stesso mentre le vostre labbra s’incontrano e ti sembra quasi di mor-
 
 
“Signor Holmes, il fascicolo che ha richiesto”. Anthea, stretta nel suo tailleur scuro, fissa le tue labbra strette in una linea dritta, ferrea.
“Grazie. Per le prossime due ore non voglio interruzioni di alcun tipo”. Prendi una pausa, prima di notare le sue spalle irrigidirsi. “A partire da ora”.
 

La porta si chiude discretamente alle sue spalle.

 
Controlli un’altra volta, “l’ultima” come ti ripeti ormai da settimane, la casella delle notifiche del tuo cellulare.
Vuota.
Ti guardi intorno e, immerso nel sacro e avvilente silenzio del tuo ufficio, solo il ticchettio dell’orologio ti fa compagnia.
Ti osservi le dita ormai bianche, strette le une sulle altre. Non è colpa del freddo o delle temperature basse di Gennaio. I brividi non si placano. È molto, molto più radicato.
“ È stato solo un momento”, ripeti a te stesso.
Minuscolo, eterno. Vos- … tuo.
Lo proteggerai.
A costo di rinchiuderlo in una scatola.





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