Ciao amore

di reggina
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L’aereo rulla sulla pista poi assume la classica posizione orizzontale, pronto alla corsa di decollo come una farfalla di mille tonnellate.

Philip non ne distoglie lo sguardo finché non diventa un puntino invisibile tra le montagne liquide del cielo.

Adesso che Jenny è partita davvero, il senso di vuoto diventa incolmabile e intollerabile.

Casca a sedere su una poltroncina dell’aeroporto, con le gambe indolenzite, il ginocchio sbucciato che brucia e il sudore che gli si raffredda addosso, creando un rivoletto gelato che segue la linea della sua spina dorsale.

Tutto sommato niente di insopportabile.


Sulla guancia, dove Jenny ha impresso il suo lieve bacio d’addio, trema un piacevole brivido come quello provocato da gocce di menta e quando il ragazzino sfrega quel punto, è pervaso da una nuova, strana, sensazione in crescendo…

È una di quelle immagini congelate nella mente di Philip come uno di quei dagherrotipi che mostrano l’essenza pura dell’amore.

“Un sentimento bello come il nostro non può finire così!

Ci crede davvero alle parole sussurrate all’inconsolabile ragazza in partenza, quelle che gli sono costate più fatica di un dribbling, di una veronica o di qualsiasi gioco di prestigio con cui si fa applaudire in campo.

Ha tenuto fissi gli occhi sulle labbra di lei, dispiegate in un sorriso di commiato, come se fossero le ultime righe di una lettera d’addio.

Una lettera d’arrivederci .

Perché Philip lo sa che un giorno si rincontreranno, che lei tornerà. Ne ha avuto la certezza mentre le soffiava sulle mani un bacio d’addio che somigliava ad un saluto, mentre quell’ultimo sguardo d’amore diventava la più acuta fitta di dolore.

Per riuscire a scoprire che è innamorato ha avuto bisogno che arrivasse il giorno della separazione.

Il momento migliore e il momento peggiore della sua vita che coincidono nel paradosso di incontrarsi per doversi dire addio e nell’annegare in un abbraccio che sa di nuovo inizio.





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