armonie

di fame
(/viewuser.php?uid=1097051)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Il bosco illuminato dalla luna
ed i rami,
così tanto attorcigliati,
ma che sono spogli,
e non hanno foglia alcuna.

La notte chiara e
illuminata a giorno;
passo dinanzi
la radura boscosa:
solo freddo che
entra nelle ossa,
lo stesso che
mi spinge veloce
verso casa.

Sulla via non vedo alcuno:
ne persone, nè animali;
perchè stanno al calore
dei loro focolari.
Con i piedi messi
a bella posta sugli alari,
stanno come i preti
sugli altari.

Ma io preferisco uscire
e sentire questo freddo:
come il sale sulla pelle;
come il profumo del mare.

Continuo a camminare:
saluto un signore
che mi guarda passando.
Ma quando incrocia lesto
il mio schivo sguardo,
il suo abbassa;

La piazza è deserta:
nessuna voce,
solo il suono del silenzio,
lento e atroce.

Ma poi si sente un sorriso:
ed allora capisci:
il Mondo è un regalo condiviso!
Tutto rimane per sempre
nel tempo inciso,
su questa terra che mi tiene,
su quello che va;
e quello che viene.

Allora, forse,
davvero tutto! Tutto, si fa insieme!





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3880619