vittoria vinta

di fame
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Ad un tratto tutto era cessato; gli uccelli avevano ripreso a volare; ma quello che vedevano dall'alto, adesso, erano solo le macerie dei palazzi; A volte, si udivano i brandelli delle abitazioni che franavano qua e la sulla strada, e una nebbia di polvere non permetteva di vedere nulla. Si sentiva solo il rombare dei motori delle autoambulanze, che andavano ad assistere le vittime delle città. I superstiti vagavano per le strade dei quartieri: ci si poteva imbattere in un mutilato, o trovarsi davanti ad una intera famiglia sterminata dalle bombe. Le altre vittime non si potevano vedere, perchè erano nascoste sotto tonnellate di macerie: gli stessi muri che in passato davano fiducia, che riscaldati dal fuoco dei focolari, a Natale, assistevano alle feste e potevano essere grati della loro funzione; adesso, questi, coprivano le loro stesse vittime come fossero le lapidi improvvisate di un cimitero. Giuseppe passava in rassegna tutte persone sulle quali si imbatteva: appena riconosceva una fattezza o un viso, che potesse assomigliare a quello di Maria, lui lo prendeva tra le mani e lo stringeva forte per trattenerlo ed osservarlo meglio; anche se poi ne rimaneva sempre deluso, poichè scopriva che non era quello della sua amata; quindi lo lasciava e ricominciava la disperata ricerca. Maria, anche lei, non vedeva ne macerie, nè mutilati e nulla le faceva rimpiangere il passato più del suo Giuseppe. Anche lei lo cercava tra i visi sporchi e impolverati delle persone, ma non aveva il coraggio di trattenerli come faceva Giuseppe. Alcuni cercavano i loro famigliari tra la folla: altri erano già stati trovati. Ora non servivano le lacrime; quella non doveva essere una sconfitta, ma la speranza di un avvenire migliore. Da quei raggi di sole che filtravano attraverso la polvere, si poteva intravvedere una pur piccola speranza; ma quel momento non era fatto per guardare al futuro; si poteva solo pensare alla disperazione presente; si poteva solo meditare sulla salma di quel famigliare o amico, sdraiato sull'asfalto, mutilato o ucciso dalla ferocia della guerra.





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