Mi addormentai, e poi un saggio mi
disse:
per
nessuno dal sonno è fiorita la rosa della gioia.
Che
stai a fare una cosa che fa il paio con la morte?
Bevi
il vino, ché per intere vite dovrai poi dormire.
Trema
la luce della luna sull’acqua immota del lago, illuminandolo di
liquidi bagliori d’argento.
Un
lieve vento risuona tra le piante del giardino, che risuonano di
flebili melodie.
Contempla il paesaggio, un sorriso beato sulle labbra sottili.
Internet è una miniera di informazioni, ne è cosciente,
ma nulla può sostituire la contemplazione della realtà
della bellezza.
Un
simile spettacolo riempie il suo cuore.
Due
mani, leggere, si appoggiano sulle sue spalle.
Gli
occhi di Rashid si chiudono, deliziati da quel tocco. Non ha bisogno
di girarsi.
Sa
a chi appartengono quelle mani, tanto forti quanto delicate.
– Come
fai? – chiede Ryu. In quei giorni di relazione, ha saputo
scrutare oltre la maschera vitale di Rashid.
Certo,
è un giovane curioso e vivace, ma il suo animo limpido brilla
ben oltre quella sua apparenza chiassosa.
Come
riesce a non farsi tormentare da tante domande?
,
per alcuni istanti, resta silenzioso, perplesso.
Poi,
compreso il senso della domanda, rivolge a Ryu un sorriso furbo.
– Meglio
godere della bellezza, finché possiamo. Poi, la morte ci
prende e nulla più ci concesso. –
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