Rubaiyyàt

di Fiore di Giada
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Mi addormentai, e poi un saggio mi disse:
per nessuno dal sonno è fiorita la rosa della gioia.
Che stai a fare una cosa che fa il paio con la morte?
Bevi il vino, ché per intere vite dovrai poi dormire.


Trema la luce della luna sull’acqua immota del lago, illuminandolo di liquidi bagliori d’argento.
Un lieve vento risuona tra le piante del giardino, che risuonano di flebili melodie.
Contempla il paesaggio, un sorriso beato sulle labbra sottili. Internet è una miniera di informazioni, ne è cosciente, ma nulla può sostituire la contemplazione della realtà della bellezza.
Un simile spettacolo riempie il suo cuore.
Due mani, leggere, si appoggiano sulle sue spalle.
Gli occhi di Rashid si chiudono, deliziati da quel tocco. Non ha bisogno di girarsi.
Sa a chi appartengono quelle mani, tanto forti quanto delicate.
Come fai? – chiede Ryu. In quei giorni di relazione, ha saputo scrutare oltre la maschera vitale di Rashid.
Certo, è un giovane curioso e vivace, ma il suo animo limpido brilla ben oltre quella sua apparenza chiassosa.
Come riesce a non farsi tormentare da tante domande?
, per alcuni istanti, resta silenzioso, perplesso.
Poi, compreso il senso della domanda, rivolge a Ryu un sorriso furbo.
Meglio godere della bellezza, finché possiamo. Poi, la morte ci prende e nulla più ci concesso. –




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