In un'altra vita

di Adespoto
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Sbatté le palpebre un paio di volte prima di stropicciarsi gli occhi e resistere alla tentazione di nascondere la testa sotto al piumone per tornare a dormire. Grugnendo si alzò dal letto e aprì leggermente la finestra permettendo all'aria frizzantina del mattino di solleticargli il viso. Si preparò con calma, si prese il suo tempo per osservare con disgusto la sua immagine allo specchio; distolse lo sguardo, vergognandosi, forse un poco, di ciò che vedeva e si gettò sottò l'acqua scrosciante della doccia. Si lavò minuziosamente, perdendo, probabilmente un po' troppo tempo a strofinare lo stupido tatuaggio che aveva al braccio; odiava anche quello.
<< Tesoro, la colazione è pronta. >> 
Una voce calda e gentile lo risvegliò dai sui pensieri, si vestì in fretta, agguantò la giacca del completo grigio cenere che aveva addosso e raggiunse la proprietaria della voce.
Le diede un veloce bacio sulla guancia e consumò una colazione frugale. Sua moglie lo guardava dolcemente mentre sistemava le stoviglie nel lavello della cucina. Gli allungò un piccolo pacchettino contente il suo pranzo, recava uno sdolcinatissimo biglietto sempre pronto ad augurargli " Buon lavoro, amore ".
<< Farò tardi stasera, non aspettarmi. >>
La donna si limitò ad annuire mentre gli scoccava un bacio sulla guancia e lo aiutava ad indossare il cappotto. 
Tastò leggermente la tasca interna della giacca e sentì un piccolo legnetto premere contro il suo palmo, diede una rapida occhiata ai pochi documenti che doveva portare con se ed uscì di casa.
Bastò un attimo, fugace come il battito delle ciglia, e una persistente sensazione di nausea per catapultarlo in un atrio affollato di gente, sormontato da un'imponente fontana dorata.
Si diresse verso l'ascensore e si infilò tra un uomo ben vestito ed una donna con un completo blu elettrico, la permanenza non durò molto e appena riuscì a sgusciare via dalla calca si lisciò il cappotto e si diresse verso una porta in legno recante un grossa targa oro, la varcò sbuffando e l'odore di tabacco e caffè gli riempì le narici. Ammiccò in direzione di alcuni colleghi e raggiunse una porta più piccola, in vetro opaco. Lanciò il cappotto sulla sedia vicino alla scrivania, alla quale era seduto un ragazzo intento ad esaminare dei documenti, quest'ultimo alzò appena gli occhi verdi su di lui.
<< Sei in ritardo Malfoy... >>
<< Sta zitto Potter. >>
 
 
 
Ciao, spero che questa piccola anteprima possa avervi incuriosito, anche se, effettivamente non vi è spiegato molto... ops.
Tuttavia ci tengo a precisare che la FF è già completamente scritta, attende solo di essere pubblicata ;)






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