La mia vita a Konoha.

di AlekHiwatari14
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CAPITOLO 22



 
Ero nei bagni, quando sorpresi Deidara parlare con Karin. Non capii perchè quel tipo stesse nel bagno delle ragazze, ma si vedeva lontano anni luce che si conoscevano bene. Inoltre il biondo sembrava cercare una ragazza, ma non una qualsiasi. Lui cercava me.

Deidara:Vi ho viste mentre parlavate e andavate d'amore e d'accordo nei corridoi. Voglio sapere chi è e quando l'hai conosciuta.
Karin:Questi sono affari miei, non tuoi.

Disse la rossa, tentando di svincolarsi dalla situazione, ma non fece altro che innervosirlo ancora di più. Afferrò Karin per i capelli per poi urlare:

Deidara:Dimmi dov'è! Devo sapere dov'è quella bastarda!

Non potevo starmene con le mani in mano. In fondo era normale che ce l'avesse con me. Gli avevo preso il sacchetto d'argilla e per com'era orgoglioso sicuramente se l'era presa. Dovevo intervenire, ma prima presi il cellulare e cominciai a sfogliare su Narutopedia per vedere il carattere e comprendere come attaccare, anche se sapevo già cosa fare.

Karin:Te l'ho detto.
Deidara:Parla!
Rita:E' inutile che urli così tanto. Sono qui.

Interruppi, mettendo il cellulare in tasca e avvicinandomi ai lavandini. La mia comparsa lo lasciò sorpreso al punto tale da fargli lasciare la presa.

Karin:Rita?
Rita:Karin, va pure. Non è una cosa che ti riguarda.
Karin:No, io non me ne vado.
Rita:Ho detto vai.

Quelle parole, dette con un tono freddo e deciso, fecero allontanare la ragazza da lì e allo stesso tempo sorridere il biondo.
 
Deidara:Hai fegato, ragazza.
Rita:Cosa vuoi?

Domandai, asciugandomi le mani e cercando di capire le sue intenzioni, cosa che non tardò a dire:

Deidara:Ti ho cercato ovunque. Volevo proporti un affare che non puoi rifiutare.
Rita:Che tipo d'affare?
Deidara:Voglio che tu entri nell'organizzazione alba.
Rita:E perchè mai dovrei?
Deidara:Perchè te lo dico io.
Rita:Non è una motivazione adatta, quindi scordatelo!
Deidara:Perchè? Perchè non vuoi entrare nell'organizzazione? Tutti sanno che è la più potente. Pagherebbero oro per entrare a far parte di quell'organizzazione.

In quell'istante incrociai le braccia e mi appoggiai con la schiena contro il muro per elencare le mie ragioni, rimanendo estremamente calma:

Rita:Punto 1, è un'organizzazione criminale ed io non voglio averci niente a che fare con queste cose. Punto 2, i membri dell'organizzazione sono uno più stronzo dell'altro...
Deidara:Ehi!

Sbraitò, sentendosi tirato in causa, ma il suo interrompermi non fece altro che farmi arrabbiare. Tirai un pugno al muro, facendolo sobalzare dallo stupore. Probabilmente non mi prendeva sul serio o semplicemente non mi vedeva combattiva com'ero, poi alzai la voce più di lui.

Rita:Non mi interrompere! Odio quando vengo interrotta durante uno dei miei discorsi!

Sembrò accusare il colpo mentre la sua espressione sorpresa e allo stesso tempo inquietata continuava a farsi sempre più evidente. Mi riappoggiai al muro, assumendo la stessa posizione di prima, per poi continuare il discorso.

Rita:Dunque, come stavo dicendo, per quanto siano stronzi e bastardi quelli dell'organizzazione, oltre che completamente privi di cervello, non mi va di avere a che fare con robe illegali e criminali. Inoltre odio prendere ordini, quindi non li prenderò né da te né da loro, chiaro?

Incrociò le braccia, guardandomi in mal modo. Non sapevo cosa stesse pensando, ma probabilmente riguardava qualcosa di me.
Era meglio non metterselo contro. E poi avevo intenzione di prendere l'occasione al volo oltre a non aver ancora finito il mio discorso.

Rita:Punto 3, nonostante tutto la tua arte è veramente invidiabile. Mi piace il modo in cui ti batti e ammiro molto la tua tecnica, quindi se vorrai insegnarmela, sarò felice di prendere lezioni da te.
Deidara:Cosa?
Rita:Comunque puoi star tranquillo. Non ho detto ai sensei che eri tu durante l'attacco, ma non credo rimarrò zitta per molto almeno che...

Mi fermai, guardandolo minacciosamente negli occhi, ma lui sembrò non capire o forse faceva solo il duro. Chissà.

Deidara:Almeno che...cosa?
Rita:Voglio che mi insegni la tua tecnica.
Deidara:E perchè mai dovrei?
Rita:Te l'ho già detto perchè. Non dirò nulla ai sensei. Dopotutto fai parte di questa scuola da quello che ho capito e le forze dell'ordine potrebbero arrestarti in un istante se parlassi, ma... se mi insegni... rimarrò con la bocca cucita e nessuno saprà di te. Allora, ci stai?

Chiesi tendendogli la mano. Lui sorrise e annuì per poi fare per prendermela in segno d'accordo, ma un attimo prima che potesse stringermela allontanai la mia mano. Non fraintendetevi, ma solo il pensiero di essere leccata da una di quelle bocche che si trovava sulle sue mani mi faceva ribrezzo.

Deidara:Che?
Rita:Scusa, non per offenderti, ma... non mi va di stringerti la mano. Mi fanno schifo le bocche sulle mani.
Deidara:Bocche sulle mani? Ma di che stai parlando?

Quelle parole mi lasciarono sorpresa. Aveva un'espressione strana, quasi come se avessi detto qualche scemenza. Probabilmente mi prese per pazza, anche per ciò che dissi successivamente.

Rita:Beh, so che hai delle bocche sulle mani per questo riesci a modellare l'argilla come un esperto. Non è così?
Deidara:Bocche sulle mani.... tsk... che idiozie vai dicendo? Nessun essere umano ha delle bocche sulle mani, perchè diamine dovrei averle proprio io?

Sempre più sorpresa, afferrai le sue mani per guardare il palmo e accettarmi di ciò che credevo. Solo in quell'istante mi resi conto che era ben diverso da come l'avevano descritto.
Aveva mani normali, ma caratterizzata da una tagliata profonda al centro che sembrava quasi una bocca chiusa. Inoltre aveva le mani sudate e il sudore sembrava accumularsi in quella cicatrice.
"Scoperto l'arcano." Pensai, alzando lo sguardo verso di lui.
Era più che ovvio che i mangaka avessero distolto e non poco la realtà. Lui era un essere umano. Era normale che non aveva bocche sulle mani. Ed io che come una sciocca avevo creduto a quello che stava scritto nel manga e su Narutopedia.

Deidara:Sei proprio strana.
Rita:Strana? Io?
Deidara:Comunque sia, ci sto. Ti farò sapere in questi giorni il luogo e l'orario dell'allenamento.
Rita:Cosa?
Deidara:Ci si vede in giro.

Con queste parole si tirò la mano, mettendosela nella tasca. Uscì dai bagni, mentre incredula rimasi a fissare la porta per un po', per poi appoggiarmi al lavandino. Mi sciacquai il volto per poi guardarmi allo specchio.

Rita:Possibile che sia così diverso da come l'hanno descritto? Cos'altro mi è sfuggito di lui?

Mi domandai, ma in fondo non sapevo nulla di lui. Uscii dal bagno per dirigermi in classe, quando vidi Karin venirmi incontro.

Karin:Stai bene?
Rita:Si, tranquilla.
Karin:Ti ha fatto qualcosa? Cosa ti ha detto?
Rita:Karin...

Chiamai facendola fermare a parlare per poi guardare quel corridoio dove intravidi Sasori avvicinarsi a Deidara, mentre sparivano dietro l'angolo dove si trovavano le scale.

Rita:Conosci bene Deidara, non è così?
Karin:Si, ma è una storia lunga. Non credo che...
Rita:Dopo scuola ti va di raccontarmela?

Chiesi, essendo estremamente incuriosita da quel ragazzo che si rivelava completamente diverso dalle mie aspettative. Lei annuì ed io tornai in classe. Le lezioni finirono velocemente e mi affrettai per uscire.

Menma:Ehi, aspettami.

Affermò il corvino uscendo dalla classe, seguito dall'uomo cane.

Kiba:Dove andate voi due? Devo venire anch'io con voi!

Mi fermai per poi voltarmi verso di loro e dire:

Rita:Scusate ragazzi, ma non posso tornare con voi.
Menma:Cosa?
Kiba:E perchè mai?
Rita:Beh, devo incontrare un'amica
Kiba:E qual è il problema? Verrò anch'io con voi.
Rita:Credimi, ti annoieresti a morte.
Kiba:Io non mi annoio mai con te.
Karin:Ciao ragazzi.

Salutò venendomi vicino e suscitando curiosità negli altri due.

Kiba:Karin?
Menma:E' lei l'amica che dovevi incontrare?

In quell'istante non sapevo come svincolarmeli. Non ero brava a mentire e cercai una scusa plausibile, sperando che la rossa poteva mantenermi il gioco.

Rita:Si, sai...non volevo dirlo per non metterla in imbarazzo, ma... mi ha chiesto di accompagnarla a vedere un reggiseno. Non vorrete esserci anche voi mentre lo misura, vero?

Quelle parole ebbe lo stesso effetto di una bomba che esplode. I tre arrossirono di colpo e Karin sembrò prendersela con me.

Karin:Ehi, ma che...?
Rita:Tienimi il gioco, altrimenti questi non me li scollo più di dosso...

Le sussurrai sottovoce. Lei comprese e decise di fingere.

Karin:Beh, si... sai com'è. La biancheria intima femminile va cambiata. Ho un reggiseno penoso. Volete vederlo?
Menma:No, non ci tengo.
Kiba:Beh, allora ci sentiamo stasera, Rita. Ciao Karin.

I due se la diedero a gambe dall'imbarazzo ed io mi sentii eternamente grata a quella ragazza. Cominciammo a girare per il villaggio, ma per parlare tranquillamente ci fermammo in un bar per mangiare e prendere qualcosa da bere.
Parlavammo del più e del meno, finchè non venni a conoscenza del modo in cui si erano conosciuti.

Rita:Dunque è per questo. E' per causa di Itachi.
Karin:Già, lui è nell'organizzazione alba. Anch'io lo sono e ci sono entrata a causa di Sas'ke. Praticamente sono una subordinata di Orochimaru, ma non so cosa diamine abbiano in mente quelli dell'organizzazione. Se ci sono entrata è solo perchè volevo che Sas'ke mi guardasse, ma a quanto pare non sono riuscita a fare granché.
Rita:Chi è il capo dell'organizzazione?

Domandai essendo incuriosita dalla situazione. Purtroppo era un mistero anche per chi ne faceva parte di quell'organizzazione.

Karin:In realtà ci ho capito ben poco. So solo che fa parte del clan Uchiha, ma dubito che sia Itachi o Sas'ke. Loro sono lì solo per reclutare e raccogliere denaro necessario per quest'altro tipo. So solo che Nagato è a stretto contatto, proprio come Tobi che sembra dare rogne a tutti, anche a Deidara.
Rita:Davvero?
Karin:Si, ma lui è un tipo forte. Non si fa abbindolare come uno stupido. L'altro giorno voleva i soldi di non so quale lavoro e Deidara non perse occasione per minacciarlo con i suoi esplosivi. Per poco non faceva esplodere casa Uchiha. Da quel momento non gli hanno chiesto più soldi. Anzi, Tobi l'ha preso in simpatia e scherza sempre prendendolo in giro, ma sembra che a lui dia fastidio quel comportamento.
Rita:Lui non fa parte del villaggio della foglia, giusto? Come mai allora era a scuola?
Karin:Non ne ho idea. So solo che era del villaggio della roccia, ma per qualche strana ragione si è trovato qui. E' all'ultimo anno se non sbaglio.

Avevo ancora molte domande nella mia mente, ma avevo già abbastanza risposte da poter affrontare Deidara faccia a faccia e tenergli testa. Passò qualche giorno e con estrema puntualità lo ritrovai fuori scuola, appoggiato al muro che guardava nella mia direzione. Feci finta di niente, ma il suo sguardo insistente mi fece percepire che era arrivato il momento di parlare, anche se non disse nulla. Naruto e Menma lo guardarono in modo strano. Era come se fosse la pecora nera del villaggio. Dopo un paio di passi, appena mi ritrovai all'interno del cortile della scuola mi fermai indecisa.

Menma:Rita? Perchè ti sei fermata?
Rita:Ho dimenticato il libro a casa. Faccio un salto e torno. Aspettatemi in classe.

Finsi, uscendo dalla scuola e andando verso Deidara.

Rita:Come mai qui fuori?
Deidara:Sei pronta per allenarti?
Rita:Cosa? Adesso? Ma c'è scuola.
Deidara:Lo so.

Disse, cominciando a incamminarsi verso chissà dove.

Rita:Ehi, dove vai? Aspetta! Non possiamo andarcene.
Deidara:E perchè no?
Rita:E' sbagliato marinare la scuola.
Deidara:Tsk... ti facevo più coraggiosa. Forse mi sono sbagliato.

In quel momento la mia vita era appesa ad un filo. Che fare? Entrare in classe e seguire la lezione oppure marinare la scuola con
Deidara? Cosa feci? Beh...scopritelo nel prossimo capitolo.

***

Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...
Deidara, dopo l'incontro con me, era tornato alla base degli Uchiha. Lì incontrò Itachi. Era nella sua stanza e lo chiamò. Lui si avvicinò e l'Uchiha non perse tempo a chiedere:

Itachi:Allora? Trovato nulla?
Deidara:No.
Nagato:Karin non ha trovato nulla? Nessuno ha scoperto niente nemmeno lei?

Domandò, standosene seduto al tavolo insieme a Itachi.  Il biondo abbassò il volto, mettendosi le mani nelle tasche e mentire:

Deidara:A dire il vero ci ho pensato su. Sono stato troppo impulsivo e ingenuo a farmi fregare da quella tipa.
Itachi:Che intendi dire?
Deidara:Ci ho pensato su. Ecco cosa voglio dire. Non è affatto un'esperta come credevo. Ho preso un abbaglio enorme.

In quell'istante si trovò a passare Sasuke fuori a quella stanza, sentendo quelle parole di Nagato.

Nagato:Dovrai ucciderla. Sa il tuo volto.

Deidara lo guardò per un po', per poi mentire:

Deidara:Naaaa. Non mi ha visto in faccia. Indossavo la maschera shinobi durante l'attacco e poi abbiamo cose più importanti da pensare ora.

Quel discorso era del tutto strano per Sasuke. Non comprendeva il motivo per cui Deidara aveva cambiato così velocemente idea su di me.

Sasuke:Perchè mai ha cambiato tattica? Eppure credevo che fosse ossessionato dal fatto che Rita gli aveva fregato l'argilla. Possibile che abbia altro in mente?

Mormorò tra se e se. Cominciò a girare per cercare informazioni, ma non trovandone decise di parlare con Karin. Il giorno seguente la trovò a scuola e cercò informazioni su di me e Deidara. La rossa non perse tempo e gli disse ciò che era successo.

Sasuke:Cosa? Deidara l'ha incontrata?
Karin:Si, ma non so esattamente cos'è successo. So solo che lei dopo voleva informazioni su di lui.
Sasuke:A che gioco stai giocando, Deidara?

Pensò ad alta voce, ma la campanella suonò e i due dovettero allontanarsi ignari di ciò che aveva il ragazzo nella mente.
Infatti, nessuno sapeva del nostro accordo e quelle mie parole che sembravano ammirazione erano entrate in qualche modo nel cuore di Deidara. Finse di non volermi più nell'organizzazione e che non ero affatto sveglia solo per proteggermi e tener fede alla nostra promessa. Sapeva come agivano quelli dell'organizzazione e non voleva crearmi rogne.
Per lo stesso motivo aspettò fuori scuola qualche giorno dopo. Non poteva permettersi di uscire senza farlo sapere all'organizzazione. Doveva trovare diversivi perchè era continuamente sorvegliato e controllato. Mi guardò insistentemente nella speranza che l'avrei salutato o che comunque avessi capito il suo gioco. Sperava che avessi capito che era disponibile solo in quell'istante per allenarmi. Vedendo che lo ignorai e continuai a camminare pensò a voce alta:

Deidara:Tsk... forse mi sono sbagliato su di lei.

Stava per spostarsi dal muro per entrare, quando mi vide uscire e chiedere:

Rita:Come mai qui fuori?

Il suo sguardo divenne sorpreso, ma non voleva darlo a vedere. Continuò ad avere la testa bassa per poi dire:

Deidara:Sei pronta per allenarti?
Rita:Cosa? Adesso? Ma c'è scuola.
Deidara:Lo so.

Si spostò dal muro, cominciando a incamminarsi verso il luogo in cui aveva in mente per l'addestramento, ma io non volevo andare contro le regole. Non avevo mai marinato la scuola prima d'ora e non sapevo davvero che cosa fare.





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