everythingoes

di JoiningJoice
(/viewuser.php?uid=66539)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


December 5thMakoHaru
“First Time”

 

                Quello in cui vivono è un palazzo come a Tokyo ce ne sono tanti – troppi, secondo lui: appartamenti di dimensioni ridotte per studenti dalle finanze limitate. Le mura che li circondano sono sottili e bianche e non hanno niente a che vedere con le case in cui sono cresciuti, la litania della risacca e i garriti dei gabbiani un ricordo fumoso appartenente ad un altro mondo, un’altra vita; ma quando Haru vuole sentirsi a casa gli basta bussare in un punto preciso della parete per sentirsi restituito, nel giro di qualche istante, il saluto di Makoto.

*

                « Va tutto bene? »

                Potrebbe quasi specchiarsi negli occhi verdi di Makoto, resi lucidi dalle lacrime. Con un breve cenno della testa gli conferma che sì, sta bene – nonostante il disagio che prova sul corpo, nonostante la paura. Makoto non è stupido abbastanza da credergli, però: sospira e si lascia cadere accanto a lui, nel letto troppo piccolo in cui è piacevole stare troppo stretti.

                « Perché senti il bisogno di mentirmi? »

                Haru ora rifugge il suo sguardo, posandolo sulla finestra a lato del letto – al gioco di luci verdi e azzurre che si riflettono sulla tapparella in plastica, ipnotico e silenzioso. Sente la presenza di Makoto addosso a sé, rassicurante e non invasiva, il corpo nudo che conosce come fosse il proprio ma che non ha mai avuto il coraggio di esplorare con malizia. « Non ti sto mentendo. », mormora. Makoto si fa ancora più vicino: posa il dorso della mano sul suo volto e fa sì che lui si volti. Nel trovarlo tranquillo e paziente sente l’improvviso bisogno di fare qualcosa di stupido – una sensazione rara, per lui, ma non unica: afferra il suo polso e preme le proprie labbra contro le sue, eccitato nel sentire Makoto assecondarlo, ubriaco di lui e del sapore della sua bocca. Le labbra di Makoto sono straordinariamente morbide, contratte in un sorriso gentile anche mentre lo bacia – come non riuscisse a capacitarsi del fatto che Haru lo stia baciando, nemmeno dopo tutto quel tempo.

Haru si ritrae appena, sperando che lui lo segua in un gesto avventato che non gli appartiene – e non si sorprende nello scoprire che Makoto è sereno, sorridente e in attesa. Ha gettato un sasso in quello specchio d’acqua e tutto ciò che ha ottenuto è l’increspare momentaneo della sua superficie; è frustrante, doloroso, ma è tutto ciò che Makoto è: comprensivo e gentile, anche quando Haruka non vuol essere comprensivo e gentile con se stesso.

« Perché te lo meriti. », risponde, finalmente. Sente il sesso rigido di Makoto contro la propria coscia, caldo e invitante, ma rimane fermo. Il petto segue il ritmo dei suoi respiri agitati.

« Posso aspettare. », gli risponde serafico. Anche in quella posizione scomoda, sdraiato su un fianco, solleva le spalle e si fa piccolo, minuscolo. « Posso aspettarti. »

Haru non gli risponde, non è da lui. Scivola sul suo corpo, piano, il bacino che preme con dolce insistenza contro quello di Makoto – la cui espressione muta in quieta sorpresa, in gratitudine. « Sì. », mormora Haru; posa una mano sul suo petto e gli concede un sorriso, una volta tanto. « Lo so. »

 






Se la storia vi è piaciuta vi prego di lasciare un commento e di considerare di effettuare una piccola donazione al mio profilo ko-fi,
per la modica cifra di un caffè (€ 3) potrete commissionarmi una flashfic con la coppia e il prompt che preferite!

Buy Me a Coffee at ko-fi.com





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3882272