Take my hand, past the clouds we'll find the stars

di SweetPaperella
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Capitolo venti - Come una fotografia



Mentre Emma è in ospedale, la notizia che è stata fatta giustizia per August Booth é ormai circolata per la città. É uscito un nuovo articolo di giornale in cui viene smentito e raccontata la verità sul valoroso sceriffo di Storybrooke. Ed Emma lo legge con le lacrime agli occhi, finalmente non viene più visto come un Pinocchio. Il suo nome, la sua reputazione sono salve. Non riesce ancora a crederci. Vorrebbe tanto poter andare sulla sua tomba, ma ancora non può uscire dall’ospedale e quindi si limita a pensare a lui ogni giorno. Elsa le ha telefonata, si sono sentite spesso in quei mesi, o meglio Emma l’ha cercata per capire come andassero le cose in casa, se avessero bisogno di aiuto; ringraziandola per ciò che ha fatto e dicendole proprio lei del nuovo articolo di giornale uscito.
Ma quella mattina non è una giornata come le altre, a fare visita alla ragazza é proprio Elsa, seguita dalla sua figlia Ingrid. Ed é felice che le due siano lì, é un po’ come avere August vicino a lei, poter condividere con lui, la fine di questa terribile storia. Se pur, niente potrà riportarlo indietro, né a loro che ancora ne soffrono la perdita, né a lei che sente la mancanza del suo amico e mentore. Si guardano infatti, con le lacrime agli occhi ed Emma per nascondere le sue che stanno ormai rigandole il viso, fa segno alla bambina di avvicinarsi per abbracciarla. Non è nel letto, ma nella poltrona situata accanto ad esso, quindi le due si possono abbracciare meglio.
Solo quando si separano, Emma incontra gli occhi di Elsa.
«Grazie Emma, grazie. Sapevo che ce l’avresti fatta, sapevo che avresti onorato il nome di mio marito.» le dice andando anche lei ad abbracciarla e se la giovane ha cercato in tutti i modi di ricacciare dentro le lacrime non ci riesce ancora. Al contrario le sente fuoriuscire dai suoi occhi, senza alcun controllo.
«Ho fatto solo il mio dovere. Era il mio compito far capire a questa città che uomo straordinario fosse August.» 
«Lui sarebbe così fiero di te, sai? Il suo piccolo anatroccolo che si è trasformato in un cigno... É questo ciò che ti direbbe. Ti vedeva come una figlia e ti voleva molto bene.»
Ora le lacrime sono incessanti, a quelle parole é come se si fosse rotta la diga che le contiene.
«La cosa é reciproca, solo reciproca. Volevo, voglio un bene immenso ad August. Voi piuttosto come state?» chiede guardando Elsa, i suoi occhi se pur ricoperti dalla lacrime, esattamente come quelli di Emma, sembrano più sereni, come se il tempo stesse in qualche modo aiutando, se pur non si è ancora in grado di accettare la perdita.
«Andiamo avanti, ma molto meglio. Cambiamo casa e città, io e Ingrid abbiamo deciso di andare a vivere dai miei... Siamo qui per questo, per salutarti e dirti grazie.»
«Mi mancherete! Ma avete fatto la scelta giusta, immagino che qui ci siano troppi ricordi dolorosi... Sappiate però, che casa mia é sempre aperta per voi, siete le benvenute.» risponde Emma. Le dispiace saperle lontane, ma è giusta come decisione, é giusto che cambino aria. Storybrooke é per loro un posto troppo doloroso e non riusciranno mai ad andare avanti con la vita se restano ancorate ai ricordi.
«Lo so Emma. Abbiamo un regalo per te... Uno é per la bambina che so che porti in grembo e uno é per te, da parte nostra, ma consideralo anche da parte di August.» le dice sorridendo e tirando fuori due pacchetti. Scarta prima quello destinato a sua figlia, una bellissima tutina di color verde acqua, con delle piccole ciliegie a decorarla. É adorabile ed Emma la ringrazia affettuosamente per quel gesto. 
Poi scarta l’altro pacchetto e davanti si trova una foto, una foto in cui ci sono lei e August, con rispettivamente la divisa da sceriffo e vice sceriffo, a una cerimonia della città, a cui hanno presenziato insieme, solo un mese prima della sua morte. É stata Elsa stessa a scattare loro quella fotografia, ma poi non l’ha più consegnata alla ragazza, ma ora è giusto che l’abbia lei. L’ha fatta incorniciare e gliel’ha regalata. 
Emma si sofferma a guardarla a lungo, i loro volti sono sorridenti e complici, mentre uno accanto all’altro sono in posa. Si ricorda perfettamente la giornata e quanto August fosse fiero di presenziare, di averla al suo fianco. 
«Io... non so che dire, é un regalo meraviglioso. Grazie Elsa, grazie Ingrid.»
«Grazie a te Emma, hai fatto giustizia per il mio papà. Lui era innocente.» risponde al posto di Elsa, la piccola Ingrid, regalandole un enorme sorriso ed Emma non può che ricambiarlo altrettanto apertamente.
«Si, ma soprattutto ricordati sempre dell’uomo meraviglioso che fosse e promettimi che sarai sempre orgogliosa di lui, di essere sua figlia» le dice Emma accarezzandole una guancia e poi i capelli. Ingrid annuisce e sorride ancora una volta.
«Un’ultima cosa prima di andare... Emma prendi tu il comando della stazione di Storybrooke vero?» le chiede Elsa e la ragazza si ferma un attimo a pensare alla cosa, effettivamente deve prendere una decisione, ma ancora non ha deciso proprio nulla. Teoricamente il suo incarico é finito, ma non pensa che il sindaco voglia mandarla via visto il suo contributo, quindi la decisione sta a lei.
«Questo distintivo ti aspetta di diritto» dandole in mano il distintivo di August, che in questi mesi é appartenuto ad Emma. Non sa come Elsa faccia ad averlo, visto che era sulla sua giacca rossa durante l’azione con Ade. Forse gliel’ha dato Killian. Anzi quasi sicuramente c’è il suo zampino, sapendo che Elsa potesse convincerla a continuare con l’incarico.
«Non sta bene a nessuno come sta bene a te. Allora vuoi diventare sceriffo di Storybrooke Emma Swan?» le chiede ancora Elsa. 
Emma guarda la fotografia che ha ancora in mano e poi il distintivo e annuisce. Tra la lacrime annuisce. Certo che vuole.
E ora di volare da sola, sa che può farcela. Stavolta lo sa. 


Una volta che sono andate via Elsa e Ingrid, a raggiungere Emma qualche ora dopo è il sindaco di Storybrooke, il quale vuole sapere come sta la ragazza, ma soprattutto sapere che cosa voglia fare per il futuro, se assumere lei il compito o deve chiamare un altro sceriffo e lei tornare nelle vesti del vice. 
Dopo le domande di circostanza sulle sue condizioni fisiche, prima che lui possa farle la fatidica domanda, è Emma a parlare per prima. 
«Resto. Sarò io il nuovo sceriffo di Storybrooke, definitivamente.» dice spostando lo sguardo verso la foto che, al momento, ha posato sul comodino, ma che avrà un posto nel suo ufficio, in bella vista sulla sua scrivania. 
«Ne sono orgoglioso Swan, ammetto che non le davo la minima fiducia, vista la sua giovane età, ma ha dimostrato di essere uno sceriffo molto qualificato e la città ha bisogno di una persona come lei a rappresentarli. Booth riponeva la sua completa fiducia nella persona giusta.»
Ancora una volta gli occhi le pizzicano per le lacrime che proponenti minacciano di uscire ancora una volta, ma stavolta non le farà uscire. No stavolta no. Sa che sono anche gli ormoni che le fanno questo effetto, ma non cederà. 
La giovane lo  ringrazia e gli dice anche che dovrà stare un po’ a riposo per via della gravidanza, ma che gestirà il tutto da casa e che in ufficio ci sarà sempre il vice sceriffo. 
Lui annuisce e le fa i complimenti per il nuovo arrivo in famiglia congedandosi poco dopo. 
Le sorprese però non sono ancora finite, non solo insieme a Killian vede arrivare Graham, il quale è giunto in città per congratularsi con la sua amica, ma hanno un’altra sorpresa per lei. 
Può uscire, per un’ora dall’ospedale e andare a trovare Booth al cimitero, a patto che non cammini da sola e che quindi raggiunga il luogo con la sedia a rotelle. Accetta prontamente. 
«Hai visto ragazzina, sei in gamba.» le dice Graham una volta che sono in macchina per raggiungere il cimitero della città. 
Emma lo colpisce con una botta sul braccio, ma poi scoppia a ridere di gusto. È felice che lui sia lì, le ha fatto proprio una bella sorpresa ed è ancora più felice di poter andare con lui e Killian a trovare August. Non sa come i due abbiano fatto a convincere la dottoressa, ma nemmeno glielo chiede, perché sa che il suo compagno dirà che è stato il suo fascino, il suo amico invece farà il vago e alla fine non dire proprio nulla. 
Meglio rimanere con il dubbio e godersi la sorpresa. 
Arrivano sulla tomba dell’uomo poco dopo ed è Emma ad avvicinarsi per prima, per quanto le sia possibile con la sedia a rotelle. È stata nuovamente risistemata e n’è felice, l’ultima volta per colpa di Ade era completamente distrutta e se solo ci ripensa le ammonta la rabbia.
Ma non vuole pensare a ciò, al contrario vuole pensare solo inclusivamente al suo amico e che tutta la sofferenza al momento, sia acqua passata. 
«Ehi August, scusa se sono venuta sulla tua tomba solo nel momento in cui è stata distrutta e adesso... Ma, ma non riuscivo ancora ad accettare la tua perdita. Nemmeno ora l’ho fatto, probabilmente mai lo farò, ma non potevo non venire qui a dirti che abbiamo vinto. Si, abbiamo, perché so che tu, ovunque sia, mi sei rimasto accanto e ora sei orgoglioso di me. So già che cosa mi diresti, hai visto che sei un cigno e che dovevi solo trovare il coraggio di diventarlo? Mi immagino il tuo sguardo mentre me lo dice...» ancora una volta non trattiene le lacrime, stavolta le fa scorrere sulle sue guance senza vergogna e paura di risultare una piagnucolona. 
«Dannati ormoni, di solito non sono così... Mi manchi August. Mi manchi terribilmente e vorrei che tu fossi ancora qui. Non c’era bisogno di morire per farmi diventare un cigno eh? Bastava che tu mi mandassi in missione da sola.» ride, ride tra le lacrime e poi continua: «Perché non mi hai detto prima di Ade e del fatto che fosse tornato in città per vendicarti eh? Potevamo risolverlo insieme e magari a quest’ora saresti ancora vivo e qui con me. So che recriminare non serve e che io devo andare avanti, ma senza di te sarà dura. Non è perché non credo nelle mie capacità, ci credo ormai grazie a te, è... Che non mi voglio abituare alla tua assenza, non mi voglio abituare all’idea che tu non ci sarai il giorno del mio matrimonio e non ci sarai quando i miei figli saranno grandi. Non mi voglio abituare all’idea che Hailey non potrà mai vedere che meraviglioso uomo era il mio mentore e che esempio sia stato per sua madre. Però dovrò farlo, lo so. Henry direbbe che finché ti porto nel cuore, saremo sempre legati, che questa è la magia del vero amore e penso che non abbia tutti i torti. Ti porterò sempre nel cuore amico mio, ma tu promettimi che ovunque tu sia, continuerai a brillare e vegliare su di me, perché ne ho bisogno. Tu lo sai... Ti voglio bene August, molto.» accarezza la foto sulla tomba dell’uomo, una foto che lo rappresenta nel suo sorriso smagliante e sincero, quello che l’ha sempre caratterizzato e una fitta al cuore colpisce Emma. Forse ora è veramente arrivato il momento di accettare la sua morte. Forse solo adesso per la prima volta si rende veramente conto che il suo amico non c’è più e che da questo momento in poi, lo sentirà vicino solo attraverso i ricordi e la magia del vero amore. Ciò non può spezzarla nessuno, nemmeno la morte. Tanto meno un pazzo criminale come Ade che le ha portato via il suo migliore amico. 
Perché è ciò per lei August, un secondo padre, un mentore, il suo migliore amico.
Piange tutte le sue lacrime a quella nuova consapevolezza che si è impadronita di lei, ma non è sola. Alle sue spalle giunge Killian, che l’abbraccia e le asciuga prontamente le lacrime per rassicurarla e dirle che sarebbe fiero di lei, che il loro legame va davvero oltre la morte. È per sempre. E lo è davvero, se lei conserverà un posto speciale per lui nel suo cuore. 
Si lascia andare a un pianto liberatorio tra le braccia del suo uomo e poi solo quando il battito è tornato regolare, deposita davanti alla tomba i fiori che ha comprato con Graham e glieli mettono nel vaso. 
Anche il ragazzo saluta il suo amico ed ex capo, soffermandosi a dirgli due parole e poi stringendo la mano a Emma, per non piangere. La ragazza ha visto che anche Graham stesse per commuoversi e gli ha preso la mano per non farlo sentire solo. Sa come ci si sente. E loro sono legati dallo stesso dolore. 
«Ciao August, torno presto a trovarti» gli dice Emma prima di lasciare il cimitero e voltarsi. 
Per poi cercare di pensare positivo e dedicarsi solo alle cose belle che accadranno da oggi in poi. Come alla nascita della sua Hailey, che poterà solo luce e gioia nelle loro vite e al suo matrimonio con Killian, ha intenzione di sposarsi anche se ha il pancione e dovrà allargare il vestito, non vuole rimandare ancora. Per colpa delle indagini ha trascurato i preparativi, ma ora è pronta a tornare a vivere. 
Esatto, a vivere per lei e per il suo migliore amico, perché l’unico modo per combattere veramente la morte, è continuare a vivere anche per chi non c’è più. Lei ha tutta l’intenzione di farlo. 
 



Spazio autrice: Ciao a tutti, buon week end! Ci è poco da dire di questo capitolo, ovviamente non potevo non inserirlo, ci tenevo particolarmente che Emma andasse a trovare il suo amico August e che Emma finalmente ammettesse di potercela fare da sola. Infatti accetta di essere lei lo sceriffo di Storybrooke, definitivamente. Avrà poi il suo braccio destro, il suo quasi marito Killian, cosa chiedere di meglio? Penso niente. 
Il prossimo capitolo invece sarà incentrato sulla piccola Hope. Ma non vi dico altro, vi metto giù un po' di curiosità in merito.
Detto ciò, vi auguro un buon fine settimana. A prestissimo.




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