Omicidio di un nobile - I capitolo
Omicidio di un nobile
I
Casa Kamura, Cornovaglia, Inghilterra, 1812
Sana e Mery si
trovavano nel salotto. La prima era seduta su uno dei divani della
stanza, mentre la governante era in piedi davanti a lei con un
bicchiere mezzo pieno in mano.
- Bevete, signora. Vi farà bene. Avete subito un grave trauma
stasera, come tutti noi del resto. - Le disse la donna, spingendole il
bicchiere verso il viso.
Sana era sicura di non averne bisogno, comunque lo prese lo stesso e se
lo portò alla bocca. - Grazie, Mery - la ringraziò, dopo
aver inghiottito alcuni piccoli sorsi del liquido ambrato. Voleva
essere assolutamente lucida, quando avrebbe incontrato quel lord amico
di suo marito. O meglio, del suo defunto marito.
Posò il bicchiere quasi intatto sul tavolino di legno pregiato
di fianco a lei e ordinò - Mery, vai a chiudere a chiave la
stanza di Lord Kamura, per favore. -
- Sì, milady. - Si avviò verso alla porta. Titubante,
domandò prima di uscire - volete che chiami una cameriera a
tenervi compagnia? -
- Non ce ne sarà alcun bisogno, grazie. - Non aveva bisogno di
nessuno, solo di un po’ di tempo per riflettere e riorganizzare
le idee.
- Come volete. - Concesse la governante e la lasciò sola.
Il silenzio piombò nella stanza e solo il rumore del temporale fuori dalla finestra faceva compagnia a Sana.
Suo marito era morto e non era ben certa di che cosa provasse al momento. Si sentiva quasi…
Un frenetico bussare, interruppe i suoi pensieri. Con esasperazione mormorò - avanti! -
John Leighton, il maggiordomo, entrò nel salotto. - Lord Hayama è qui fuori, lady Kamura - annunciò.
- Fallo entrare, John. -
L’uomo si inchinò e si fece da parte per lasciar passare
Lord Hayama, il conte amico di Naozumi. Si alzò e gli fece cenno
di accomodarsi, poi tornò al suo posto.
- Lasciaci soli - ordinò al maggiordomo.
John sembrava volersi opporre. In effetti, era poco conveniente che un
uomo e una donna stessero nella stessa stanza da soli, ma quella era
una situazione particolare. Per di più, alle vedove erano
consentite molte più cose rispetto ad una donna sposata o
soprattutto, nubile. Senza pronunciare alcuna parola, John li
lasciò soli.
Sana rimase, per prima cosa, colpita dall’espressione del conte.
Era assolutamente imperturbabile. In fondo era morto un suo amico,
possibile che il giovane uomo non provasse nulla?
Il suo secondo pensiero fu, nonostante fosse del tutto fuori luogo, che
Lord Akito Hayama era un uomo bellissimo anche se era evidente fosse
stato appena svegliato - si notava dai capelli biondi scomposti - e si
fosse rivestito in fretta e furia. La camicia bianca era allacciata
male - alcuni bottoni non erano infilati nelle rispettive asole - e la
giacca era spiegazzata. Alto e snello, ma anche piuttosto
muscoloso. Gli occhi d’ambra erano indifferenti, la mascella
serrata come le sue labbra. A rendere più umana la sua
espressione c’erano solo alcune ciocche dei capelli, non lunghi
come richiedeva la moda, che gli coprivano gli occhi.
Rendendosi conto di aver passato un tempo superiore al consentito a
studiarlo, arrossì leggermente, soprattutto notando
l’occhiata maliziosa che lui le lanciò. Doveva essersi
reso conto della sua occhiata di apprezzamento. Saperlo, non le piacque
affatto.
Si schiarì la voce. - Lord Hayama, immagino siate stato
avvertito della tremenda tragedia che si è abbattuta sulla mia
casa - cominciò.
- In effetti sì. Tragedia però, non è il termine che userei. -
- Nemmeno io, ma è difficile per me pensare che qualcuno in questa casa sia un assassino - replicò lei.
- In questa casa? E se venisse da fuori? - Il tono serio nascondeva una punta di ironia.
Sana inarcò un sopracciglio. - Forse non l’avete notato,
ma fuori c’è la tempesta, con tuoni e, da pochi minuti,
grandine. Se qualcuno fosse entrato dopo che ha iniziato a diluviare,
avrebbe lasciato una scia per tutta la casa; mentre se fosse entrato
prima, avrebbe un po’ di problemi ad andarsene dato che fuori
è talmente buio che rischierebbe di precipitare dalla scogliera
qua vicino. - L’ironia di Sana di sicuro non era nascosta.
- Mi complimento per la vostra intelligenza. Il vostro ragionamento non
lascia alcun dubbio. C‘è un assassino fra noi. -
- O assassina - puntualizzò lei.
- O assassina - ripeté lui. - Ditemi, Lady Kamura, qual è
il motivo per cui avete deciso di voler discutere con me
dell'incresciosa situazione creatasi? -
- Mio marito mi aveva parlato di voi, Lord Hayama. Non mi ha detto
molto, però sono venuta a sapere che collaborate al servizio del
Duca di Wellington nella guerra contro la Francia* e siete abituato a
risolvere casi simili. -
Lord Hayama sbarrò gli occhi e si alzò in piedi di
scatto. Puntandole un dito contro, domandò furioso - chi vi ha
detto... ? -
Con grazia, Sana lasciò anche lei il divano dove era seduta. -
Non posso tradire una simile confidenza, ma non temete, non lo
rivelerò a nessuno. Non è questo il punto focale del mio
discorso e vi sarei grata se mi lasciaste finire. -
- Vi chiedo perdono. Prego, continuate. -
Entrambi tornarono ai loro posti.
- Dato che siete abituato a queste situazione, volevo chiedervi di occuparvi anche di questa. -
- Voi volete...? -
Lei lo interruppe di nuovo. - Sì, voglio che voi troviate l'assassino di mio marito. -
Lui inarcò un sopracciglio. - Mi avete colto di sorpresa. - Non
sembrava molto veritiera come frase, perché non si scompose per
nulla. Sana pensò che Lord Hayama, raramente cambiasse
espressione.
- E’ comprensibile. Vedete, arrivati alla conclusione che
l’omicida è uno di noi, non possiamo permettere che vaghi
indisturbato nella mia casa e magari commetta altri delitti. Voi
eravate amico di Lord Kamura e vi intendete di simili questioni, per
cui potreste occuparvi della faccenda. Dovreste avere la
possibilità e il diritto**, o mi sbaglio? -
- Sì, ma… -
- Per favore - lo implorò.
Lui non seppe dirle di no. - D’accordo. Farò come dite. -
- Vi sono infinitamente grata, milord - lo ringraziò.
- Non c’è problema. - Rifletté un istante su come
procedere. - Per prima cosa, ho bisogno di una lista di tutte le
persone presenti in casa. Sia gli ospiti, che i domestici. -
Sana si alzò in piedi e andò verso la porta. La
aprì e intercettando la prima cameriera di passaggio,
ordinò - Aya, vai nello studio e portami il necessario per
scrivere, per favore. -
- Sì, milady - disse la ragazza, eseguendo l’ordine.
Sana richiuse la porta e tornò ad accomodarsi vicino a Lord Hayama.
L’uomo tolse l’orologio dal taschino e guardò
l’ora. - Sono le due del mattino ormai, ma dovrei lo stesso
interrogare i vostri ospiti. Dovrete farli svegliare. -
- Adesso? Non si potrebbe attendere domani mattina? -
- Sarebbe preferibile subito. - Il tono non ammetteva repliche.
- Va bene. Appena Aya porterà qui l’occorrente per
scrivere, le chiederò di andare a chiamare tutti i domestici. -
Bussarono alla porta.
- Avanti! - Disse di nuovo Sana.
Aya entrò. Tra le braccia, reggeva dei fogli, una piuma e una boccetta di inchiostro.
- Appoggiali pure sul tavolino, Aya - suggerì, indicando il tavolino.
- Avete bisogno d’altro milady? - Domandò dopo la cameriera personale di Sana.
- Sì, dì a tutti i domestici di venire qui e attendere fuori dalla porta che li chiami. -
- Come volete. - E lasciò la stanza.
Lord Hayama puntò il suo sguardo indifferente su di lei. -
Sapete, Lady Kamura, c’è una cosa che mi lascia perplesso.
-
- E sarebbe? -
- Come fate a essere certa che l’assassino non sia io? -
* Non conosco tutti particolari della storia della guerra tra Napoleone
e L'Inghilterra, comunque se a qualcuno interessa, può
continuare a leggere... La guerra tra l'Inghilterra - a guidare
l'esercito c'era il già nominato Duca di Welligton - e la
Francia - sotto il comando di Napoleone. Lo scontro fra questi due
stati si è tenuto tra il 1793 e il 1815 (in verità è
diviso in sette coalizioni, in pratica battaglia - trattato di
pace, battaglia - trattato di pace...) a cui hanno partecipato anche
altri stati, ma i principali sono Inghilterra e Francia. Nella mia
storia, lo scontro non è molto importante, infatti ho scelto
l'anno in cui Napoleone stava facendo la campagna di Russia (fallita
miseramente). Per concludere, nello scorso chappy, ho accennato che
questo è il periodo della reggenza, cioè quel tempo tra
il 1811 e il 1820 in cui ha regnato Giorgio IV, nonostante il padre
fosse ancora vivo (era infermo mentalmente), e per questo chiamato
principe reggente. Spero di non avervi annoiato troppo!
** Per il ruolo che gli ho dato, non sono del tutto certa che possa
farlo, ma ipotizziamo che sia così e che Aki possa organizzare
un’indagine.
Spazio autrice: Il chappy non
è particolarmente lungo, lo so e mi dispiace. Tenterò di
rimediare con il prossimo. Quando non lo so, ma spero presto. Vi
è piaciuto? I gialli ho già appurato che non sono il mio
forte, ma spero di farlo decente questo. Per adesso avete scoperto chi
è Akito e cosa farà, nei capitoli seguenti
introdurrò tutti gli altri. Mi raccomando... COMMENTATE! A
presto!
E ora i ringraziamenti:
Delichan123:
Ci ho messo tanto, mi dispiace. Sono impegnata anche con l'altra ff e
metto quella al primo posto. Questa la scrivo poco alla volta, quando
non ho l'ispirazione per l'altra. Spero ti sia piaciuto il chappy! A
presto!
Terroristabionda95: Di sicuro
tra loro ci sarà qualcosa. Non posso scrivere una ff di Kodocha
senza loro due innamorati! E' un peccato che quella ff non l'hai
finita, a me piacciono molto le storie ambientate nel passato. Se la
riprenderai, la leggerò volentieri. Scusa se ci ho messo un
casino a postare. Volevo anche ringraziarti per la recensione alla mia
altra ff e sai, anch'io avevo pensato di riprendere prima o poi i
personaggi di Rossella e Marco, ma ancora non ho deciso come. Forse in
futuro. A presto con il secondo capitolo!
Bontina: Sono contenta ti sia
piaciuta la mia idea! Ti è piaciuto il seguito? Spero di
riuscire a mettere a parole l'intrigo che ho progettato nella mia
testa. A presto con il prossimo chappy!
Un grande saluto a tutti quelli che hanno letto la mia ff!
Ilaria
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