17.
Cagnoloni impertinenti, piccoli sorrisi e baci di pioggia
-
Spero si renda conto che il ripetersi di un simile episodio potrebbe
costare a sua figlia la sospensione definitiva, signorina Haruno - la
donna si sistemò gli occhiali, squadrandola meglio e
storcendo
appena il naso - Non posso assolutamente tollerare un comportamento
del genere nella mia scuola -
-
Le assicurò che non si ripeterà più.
Chiyo è una bambina
dolcissima, se si è comportata in quel modo deve aver avuto
delle
validissime ragioni, e … -
-
Signorina Haruno - l'interruppe subito l'anziana preside alzando la
voce stridula con un'occhiata profondamente scandalizzata - Sua
figlia ha picchiato e morso una
compagna! Si rende conto della gravità della situazione?! -
-
Ma sì, certo, e mi scuserò di persona con i
genitori di questa
ragazza, e Chiyo farà lo stesso - esclamò in
fretta Sakura tentando
di spiegare - E non sto cercando di giustificarla, dico solo che non
lo avrebbe mai fatto se … signora, insomma, conosco bene mia
figlia, e non farebbe mai del male a nessuno di proposito. Devono
averla provoca... ma ovviamente non avrebbe dovuto farlo, è
chiaro.
Però deve ammettere che da questo punto di vista,
è comunque stato
un gesto compren… imperdonabile - si corresse subito notando
l'espressione fremente della donna. Sakura sospirò,
trattenendosi
dallo sbuffarle in faccia.
-
Prenderà dei seri provvedimenti al riguardo quindi, mi
auguro,
signorina Haruno -
-
Certo - annuì la giovane con aria seria, intrecciando le
mani in
grembo - Ma provi a considerare per un attimo che la nostra non
è
una situazione facile. Chiyo ha soltanto me, e in quest'ultimo
periodo sono successe parecchie cose che potrebbero averla ... -
tentò Sakura, ma venne di nuovo interrotta seccamente.
-
Signorina Haruno, in tutta onestà, questo non è
un nostro problema.
Se sua figlia si sente sola, le prenda un animale. Buona giornata -
concluse arricciando il naso e facendo un cenno verso la porta, come
per invitarla ad uscire. Sakura raccolse la propria tracolla da terra
e uscì in fretta dall'ufficio, a denti stretti per non
lasciarsi
tentare dal ribattere qualcosa di davvero molto poco simpatico e
professionale.
-
Allora? - domandò TenTen accostandosi a Sakura nel corridoio
sgombro
- Com'è andata? Sei riuscita a trattare con l'arpia? -
-
Uff, credevo che mi avrebbe trafitto con la
pinzatrice, a dire
il vero - rispose Sakura con un mezzo sorriso, i capelli rosa sciolti
sulle spalle.
-
Comunque, so che non dovrei dirlo - ridacchiò la moretta
strizzando
un occhio - Ma la piccola ha un destro niente male, sai? Tutta sua
madre -
-
Ma che dici, Ten, quando mai, io avrei
…? - replicò Sakura
fingendosi incredula.
-
Ah-ah! Prima media. Due parole. Simon. Smith. Non puoi averlo
dimenticato -
Sakura
ruotò gli occhi al cielo, sbuffando una risata.
-
Ma chi, quel ragazzino odioso in classe con noi? Se l'era meritato,
altroché … e non è mica stato
così tragico poi -
-
Ah, no? - rise TenTen ammiccando eloquente - Strano, perché
a quanto
ricordo io, gli avevi rotto il naso e pure tre denti -
-
Aehm. Sì, forse. Sarà meglio che vada da Chiyo
adesso - svicolò
Sakura salutando l'amica con un sorrisetto complice.
-
Tesoro? - chiamò Sakura, facendo capolino nella classe dopo
aver
bussato per annunciare il suo arrivo.
Chiyo
non rispose, rimanendo con le braccia incrociate sul banco e la testa
ostinatamente abbassata.
Sakura
richiuse la porta dietro di sé e andò a
inginocchiarsi accanto a
lei, scuotendola con delicatezza per tirarla su - Ehi, non vuoi
proprio parlarmene? Guarda che non sono arrabbiata, davvero. Mi
racconti cos'è successo, eh? Perché hai colpito
la tua compagna? Ti
ha forse fatto qualcosa? Non so, magari ti ha dava fastidio? -
domandò con tono calmo. La piccola scosse lentamente la
testa - E
allora perché, Chiyo? - Sakura le prese le manine nelle sue,
fissandola. - Ha detto … ha detto che Sasuke non è il mio
papà - sussurrò infine la bimba con un leggero singhiozzo - Che sono una bugiarda e
mi sono inventata tutto. E ha detto che mio padre se n'è
andato
perché mi odiava … e poi c-che… che te
ne andrai anche tu e mi
lascerai da sola - alzò gli occhi su di lei, il labbro
tremante - Ma
tu non mi lascerai, vero, mamma? Ti prometto che sarò buona,
te lo
prometto, ma non mi lasciare anche tu però, ti prego, ti
prego, ti …
-
-
Amore mio, certo che no, certo che no - mormorò Sakura
tendendo le
braccia per abbracciarla - Non potrei mai lasciarti, tesoro, mai, non
pensarlo nemmeno per un attimo, hai capito? Che cosa farei io senza
di te, eh? E il tuo papà non se n'è andato
perché ti odiava, non è
vero, non è affatto così. Ha semplicemente scelto
di partire e …
ora è tanto lontano, perché ha scelto di non
avere una famiglia, ma
tu non c'entri, piccola, e l'unico a perderci è stato lui,
capito? -
-
E … e Sasuke? Neanche Sasuke ci lascerà, vero? -
pigolò Chiyo
implorante. Sakura chiuse gli occhi e stavolta non rispose; le
baciò
la testolina scura, limitandosi a stringerla un po' di più -
Andiamo, tesoro - sussurrò dopo qualche minuto, sciogliendo
l'abbraccio - Adesso ti riporto a casa -
~
-
Uhm, colore preferito? -
-
Azzurro -
-
Ma dai? - fece lui sgranando gli occhi limpidi, color del cielo - E
perché? -
-
Così, mi piace - replicò Hinata stringendosi
nelle spalle e
sperando che il ragazzo non notasse il rossore improvviso salitole
alle guance.
-
Okay. Io arancione, direi, e giallo - commentò pensieroso
mentre lei
se lo annotava sul blocco per appunti con la sua calligrafia
ordinata, il berretto alla francese calcato sulla testa e la piccola
mano delicata che faceva scorrere la matita sulla carta.
-
Passione più grande? - domandò lui sorridendo.
-
Aehm - tossicchiò Hinata distogliendo lo sguardo - La danza,
credo -
-
Un giorno verrò alla tua scuola a vederti ballare. Scommetto
che sei
la migliore! -
-
Non sono poi così brava, sai … - rise lei - Anzi,
scommetto che se
verrai a vedermi non riuscirò ad azzeccare un passo -
-
Non importa - replicò Naruto inclinando il capo e fissandola
assorto
- Verrò lo stesso. Uhm. Allora, dov'ero rimasto? Ah, ecco,
la …
famiglia -
-
Oh, ehm. Dunque, vivo c-con mio padre e mia sorella, c-che hai
già
conosciuto. E poi ovviamente ci sono mia cugina Sakura e la piccola
Chiyo. Hanabi è la mia sorellina minore, e la favorita di
mio padre
da … da sempre, credo. Ecco, loro sono due persone molto
orgogliose
e io li rispetto, e voglio molto bene a entrambi, m-ma …
alle
volte, nei loro sguardi … ho come l'impressione c-che per
quanto mi
sforzi, non sia mai all'altezza delle loro aspettative. Alle volte mi
chiedo se davvero a loro importi qualcosa … di me - la
moretta
trasalì appena, rivolgendogli un sorrisetto a mo' di scusa -
C-che
sciocca, m-mi dispiace, mi sono messa ad annoiarti c-con le mie
paranoie -
-
Te l'ho già detto tempo fa, Hinata - disse Naruto,
fissandola serio
- Se è davvero così, non hanno capito proprio
nulla di te -
-
E … e i tuoi genitori? Devono essere delle persone
meravigliose. Mi
piacerebbe tanto poterli … - ma si bloccò, col
respiro incastrato
in gola quando si accorse che lo sguardo di lui si era fatto
improvvisamente distante, e un sorriso triste e malinconico gli
stirava appena le labbra.
-
Ecco, in verità, io non li ho mai conosciuti - disse
lentamente,
come soppesando le parole per scegliere quelle che facevano meno male
- Sai, ero nato da solo pochi giorni, quando c'è stato quel
…
terribile incidente e … beh, sono cresciuto con un mio
lontano
parente che ha accettato di prendermi con sé. Sono rimasto
con lui
fino a quando non ho trovato lavoro e sono stato in grado di
mantenermi e permettermi un appartamento tutto mio e poi …
insomma,
eccomi qua - Con
mani un po' tremanti si frugò in tasca e le passò
il rettangolino
sbiadito e consumato di una vecchia fototessera. C'era una ragazza
molto bella dai lunghi capelli rossi e dall'espressione dolce,
insieme a un giovane biondo che sorrideva, abbracciandola teneramente
da dietro.
-
Somigli tanto a tuo padre - sussurrò Hinata restituendogli
la
fotografia - Ma gli occhi … quelli hai presi da lei -
-
Sembrano così felici, qui … dio mio, a volte
fatico a crederci -
esalò lui - … che non ci siano più,
intendo -
Hinata
gli prese una mano e la strinse, rivolgendogli un piccolo sorriso che
lui ricambiò esitante.
-
Mi sarebbe tanto piaciuti conoscerli - mormorò - Dico
davvero -
Naruto
si portò il dorso della mano di lei alle labbra, sfiorandolo
piano.
-
Grazie -
~
-
Oh, siete vo-Aaaah! C-c-che cos'è quel
… quel coso?!
-
-
Lui si chiama KunKun! - esclamò Chiyo con un sorrisone.
-
Ah sì? - fece Sakura voltandosi a fissarla sorpresa, per poi
scoppiare a ridere insieme a lei, sul pianerottolo di casa.
-
Sakura, seriamente, no! Non se ne parla proprio!
È fuori
questione, assolutamente no! Non. Se. Ne. Par. La. - sillabò
Ino
impugnando lo spruzzino con entrambe le mani a braccia tese come
fosse una pistola - Portalo subito via di qui o chiamo la protezione
civile, i pompieri, la salvaguardia ambientale! -
-
Ma Ino-pig sii ragionevole, andiamo, che fastidio potrebbe mai darti
… - tentò di convincerla Sakura, conciliante -
Guardalo, è buono
come il pane, non ved... - Ma
proprio in quel momento, il cagnolone - perché proprio di
questo si trattava, un grosso cagnolone dal pelo a batuffolo - abbaiò
festosamente e si slanciò in avanti cercando di mangiarsi lo spruzzino, precludendosi così inconsapevolmente ogni chance d'ingraziarsi i favori della biondina. - Aehm. Dicevo - riprese Sakura ingoiando una risata e agguantando quel
terremoto peloso per il collare nel tentativo di contenere tutto
quell'entusiasmo - Saremo di ritorno in un attimo, okay? Giusto il
tempo di sistemare una faccenda. Torniamo a casa tutte e due, Ino,
ormai ho deciso -
-
Cos-No! Che faccenda? Che significa, Sakura, aspetta, non posso, devo
usci... Aaaah! Che fai?! Fermooo~
-
~
Il
pomeriggio era passato relativamente in fretta, e senza nemmeno
essere riuscito a raccapezzarsi, Neji Hyuuga si era ritrovato seduto
a gambe incrociate ai margini di un trasandato campo da basket, a
guardare TenTen giocare con dei ragazzini. Quella ragazza era davvero
incredibile. Era passata dal lei al tu dopo neanche dieci minuti,
parlando di tutto e di tutti come se si fossero conosciuti da una
vita. Lui non era abituato a gente del genere. Nella maggior parte
delle persone con cui aveva a che fare di solito, ogni gesto e ogni
parola erano calcolati in base a un preciso interesse. Con TenTen era
diverso, e stranamente la cosa non gli dispiaceva. - Ehi, Neji, non vuoi fare quattro tiri con la tua ragazza? -
esclamò un bimbetto ridendo e mostrando due fossette da sotto il berretto al
contrario.
-
Non è il mio ragazzo, Konohamaru - ribatté
prontamente Ten,
rubandogli la palla e dandogli uno scappellotto affettuoso sulla
testa - E comunque - aggiunse, alzando la voce e lanciando
un’occhiata a Neji con un sorrisetto divertito e volutamente
provocatorio - … non credo proprio che ne sarebbe capace!
- Il
ragazzo incrociò il suo sguardo, inarcando un sopracciglio.
-
Ah, no? -
TenTen
si fermò voltandosi a guardarlo, la palla sottobraccio.
-
Oh. Stai forse dicendo che mi sbaglio? Avanti, vieni qui a provarmelo
-
Neji fece una smorfia in risposta, mentre i ragazzini ridacchiavano.
-
Non gioco contro una donna - rispose semplicemente alzando le spalle,
come se fosse ovvio. TenTen gli rivolse un’occhiataccia.
-
Niente, non vuole giocare … - disse lei, mentre si levava un
coro
di protesta dai ragazzini. La moretta si voltò da sopra la
spalla,
facendo anche lei spallucce - Che possiamo farci, ragazzi? È
perché
sa già che perderebbe miseramente contro di me, e vuole
evitarsi di
fare la figura del pollo davanti a tu… - Non
finì nemmeno la frase che si sentì sfilare il
pallone dalle mani. Si volse di scatto, sorridendo stupefatta, e ritrovandosi a fissare
un Neji in canottiera che si era abbassato sulle ginocchia e stava
facendo passare la palla da una mano all’altra, fissandola
divertito, gli occhi che luccicavano giusto un pochino.
TenTen
dovette sforzarsi di non arrossire a quella vista, curvando la
schiena a sua volta e portandosi i palmi alle ginocchia,
ridacchiando.
-
Allora? Come fate voi da queste parti? Chi arriva per primo a dieci?
- domandò lui sfoderando un’altra smorfia - Due
punti di vantaggio
ti bastano o devo aumentare? Comunque sta pure tranquilla, non ci
andrò giù troppo pesante … -
-
Ma sentitelo, che razza di presuntuoso. Guarda che non ti
lascerò
nemmeno avvicinare al canestro, carino - replicò TenTen,
gonfiando
le guance e annodandosi la felpa in vita. Stavolta fu il turno di
Neji di arrossire leggermente, notando le forme della ragazza
risaltare da sotto la maglietta attillata. Forse concentrarsi sul
gioco sarebbe stato più difficile del previsto.
-
Questo lo vedremo, maestrina. Pronta? -
-
La maestrina ti farà rimpiangere di averlo detto -
~
-
Che … che stai facendo? - domandò Sasuke,
spaesato.
-
Esattamente quello che sembra. Io e Chiyo ce ne andiamo -
-
Ma che … sei impazzita?! Che significa, che ve ne andate,
eh?
Andiamo, piantala, non è divertente - ribatté
lui, fermandole un
braccio.
-
Non sto affatto scherzando. Ce ne andiamo - replicò Sakura
liberandosi dalla sua presa e riprendendo ad accatastare alla rinfusa
i vestiti nella borsa - Chiyo ha bisogno di ritrovare un po' di
serenità, perché ha una confusione terribile in
testa, e perciò
adesso la riporterò a casa sua, dove
è giusto che stia … -
-
Non … non puoi fare una cosa simile. Noi … noi
abbiamo un
accordo, e … -
-
Tu salvaguardi i tuoi interessi, Sasuke, io i miei. Mi pare logico,
no? -
-
Non lo so, Sakura - rispose lui, premendosi una mano sulle tempie,
innervosito - Cosa vorresti sentirti dire stavolta, eh? -
-
Niente Sasuke, proprio un bel niente. Voglio solo che mia figlia
abbia una vita normale. Se la merita. Niente più recite
strampalate,
niente di tutto questo -
-
Una … una vita normale, Sakura? Ma ti senti quando parli,
almeno?
Se a malapena riesci a pagare la sua retta scolastica! Se le fai
indossare vestiti di trentesima mano, e compensi qualsiasi mancanza
riempiendola di schifezze! Sarebbe questa la vita normale che
desideri per lei, sarebbe… -
-
Non. Osare. Non… non permetterti mai
più di venirmi a dire
una cosa del genere - esalò Sakura voltandosi a
fronteggiarlo, gli
occhi ridotti a fessure - Non osare farmi passare per una cattiva
madre, solo perché non posso iscrivere mia figlia a una
scuola
privata, o vestirla con abiti firmati. Tutti i tuoi soldi te li puoi
ficcare dove dico io, perché non li voglio più. E
tu sei l'ultima
persona al mondo che ha il diritto di venirmi a dire come educare la
mia bambina, hai capito? -
-
Non ho mai detto che sei una cattiva madre, Sakura - esclamò
lui,
fissandola allucinato - Vuoi darti una calmata, cazzo? -
-
No, non mi do una calmata, perché è quello che
pensi. Lo hai sempre
pensato, lo so. Voglio solo tornare a casa, ora, subito! -
-
Ah, è così? Bene! Perfetto! Allora andatevene,
avanti, tanto cosa
credi che m'importi, siete solo capaci di starmi tra i piedi e farmi
saltare i nervi! -
-
Infatti ce ne andiamo, brutto stronzo, ce ne andiamo eccome! E se poi
ti ritroverai solo come un cane, beh, non pensare di poter venire di
nuovo a piangere da me, perché ti chiuderei la porta in
faccia e mi
farò anche quattro risate, stanne pur certo. Sei
… sei patetico,
Sasuke, ecco cosa sei! -
-
Fuori. da. Casa. Mia - scandì lui tremante di rabbia - Tu e
tua
figlia, fuori di qui! E la vuoi sapere una cosa, eh? Non accetterei
di essere davvero suo padre neppure per tutto l'oro
di questo
mondo! Non …! - A Sakura si fermò il respiro in
gola, e a lui
anche quando si rese conto di quello che aveva appena detto. Chiyo
rimase ferma sulla porta, impietrita, con gli occhi sgranati e la
manina tremolante aggrappata alla maniglia - Non … aspetta, non intendevo … Chiyo …
- cercò di riparare
lui, tendendo una mano verso la bimba, esitante.
-
Sai, Sasuke, io ce l'avevo messa proprio tutta per convincermi che tu
fossi diverso da quello che gli altri credevano. Ma mi sbagliavo,
è
stato solo tempo sprecato - balbettò Sakura faticando a sua
volta a
trattenersi dallo scoppiare in lacrime e infilandosi la borsa in
spalla - Sei soltanto un bastardo. Sei solo in grado di far soffrire
le persone, nient'altro - Un attimo dopo, si era chinata a prendere
Chiyo in braccio ed era scomparsa.
Sakura
si scostò lentamente la frangia bagnata dagli occhi,
osservando con
un certo sgomento il proprio viso pallidissimo e sconvolto nello
specchio lucido dell'ascensore, le labbra serrate una contro l'altra
e i capelli fradici appiccicati al viso, mentre un tuono rimbombava
sopra le loro teste e le luci artificiali tremolavano. - Mamma, stai
piangendo - mormorò la bambina stringendole forte una mano.
-
Non è niente, tesoro, vedrai che adesso mi passa. Va tutto
bene,
tranquilla. Va tutto … benissimo -
-
Mamma … - chiamò di nuovo Chiyo, mentre
percorrevano il
pianerottolo e si fermavano gocciolanti davanti alla loro porta - Non
devi preoccuparti per me, io sono felice, sai? Ci ho pensato, ci ho
pensato un sacco, e alla fine ho capito che non mi importa se non ho
un vero papà, sul serio. E non fa niente se Sasuke non vuole
esserlo, e anche se si comporta male, io gli voglio bene lo
stesso…
- la bimba si interruppe, sollevando gli occhioni lucidi con un
piccolo sorriso - Invece di tutte quelle cose cattive, dovresti
dirgli che vuoi che stia con noi, per tanto tanto tempo, e non solo
pochino. E dovresti dirgli che neanche tu vuoi che ci lasci, mai, mai
… perché tanto lo so che sei innamorata di lui,
mamma - Sakura si
sentì proprio una perfetta sciocca a scoppiare in lacrime
sul
pianerottolo di casa, ma davvero non riuscì a trattenersi.
Crollò
sulle ginocchia per stringere forte forte la piccola, talmente forte
da farle quasi male.
-
Oh, Chiyo, ma cos'avrò mai fatto di tanto buono per
meritarti, amore
mio, non lo so proprio … -
Circa
un'ora dopo, quando la porta di casa si riaprì e qualcuno
entrò
sgocciolando sul pavimento, Chiyo scattò in piedi e
attraversò
l'ingresso di corsa, saltando al collo di Sasuke, che la prese al
volo e se la tenne stretta. - Sei venuto! - esclamò la
bimba, quasi
non potesse crederci - Sei venuto per davvero! -
-
Scusami, pulce, non dovevo gridare in quel modo. Non penso una sola
parola di quello che ho detto, credimi, ero solo arrabbiato
… scusa
-
Sakura,
osservandoli, sorrise leggermente. E se fossero lacrime, quelle che
avvertiva sul viso, o solo pioggia, non avrebbe saputo dirlo neppure
lei. In ogni caso, considerarono tutti e tre poco dopo con estremo sollievo, un pacchetto di ciambelle semiaperto e tre cioccolate calde, erano
una conclusione del tutto insperata di quel breve dramma
pseudo-familiare. Seduto sul divano a petto nudo e con un asciugamano
umidiccio in testa, Sasuke pensò di sentirsi felice come non
si era
più sentito da molto, molto tempo. Forse c'entrava un po'
anche il
fatto che Sakura avesse una coperta arrotolata addosso e un aspetto
dannatamente buffo, o che Chiyo stesse facendo zapping sul tappeto,
comodamente appoggiata a un fianco di KunKun.
-
E così, è qui che vivete … - si
azzardò a commentare,
guardandosi intorno.
Sakura
sbirciò fuori dalla finestra la pioggia che scendeva ancora
fitta, e
si chinò a raccattare le tazze vuote.
-
Sì, è qui, perché, non è di
tuo gusto? Neanche nostro,
sinceramente, ma che vuoi farci, ci accontentiamo -
-
Beh, non sarà una reggia ma la trovo uhm …
graziosa? - replicò
lui, esitante, tamburellandosi le ginocchia con le dita.
-
Non sforzarti - sbuffò Sakura - tanto lo so bene che con la
tua
villa non c'è confronto … permesso, per favore -
disse scavalcando
con un saltello le sue gambe allungate e dileguandosi in cucina.
Sasuke comparve sulla soglia qualche minuto dopo, con il solito
sorriso sghembo addolcito dalla cioccolata.
-
La verità, Sakura, è che ancora non lo so se ti
amo anch'io oppure
ho solo preso una botta in testa, ma ci sono buone
probabilità,
direi … -
-
Che mi ami? - chiese lei trattenendo appena il fiato.
-
No, che la botta sia stata più forte del previsto -
-
Oh. Grazie per l'informazione, lo terrò presente -
replicò lei con
una smorfia.
-
Bene - soffiò fuori lui, il respiro caldo così
vicino al suo viso.
Sakura batté le palpebre due o tre volte.
-
Bene - ripeté lei, con tono di sfida e un sorrisetto
impertinente
che gli mandò letteralmente il sangue al cervello.
E
Sasuke alla fine si lasciò scivolare in avanti e la
baciò perché,
semplicemente, credette che altrimenti sarebbe impazzito.
La
baciò desiderandola talmente tanto da restarne scosso, tanto
da non
riuscire a impedire alle proprie mani di scivolarle subito lungo i
fianchi, risalire piano sotto la maglietta e accarezzarle la schiena.
E Sakura, dopo un attimo di smarrimento, ricambiò andando
incontro
alla sua bocca, in pantofole e col borbottio della pioggia nelle
orecchie. Incontro alle sue labbra scivolose e calde, e morbide, con
le dita intrecciate dietro al suo collo per attirarselo più
vicino.
E
fu uno di quei baci perfetti, uno di quelli che si aspettano da tutta
la vita … oh, beh, certo, pantofole ridicole a parte.
-
Forse … - azzardò, senza respiro - forse
è meglio fermarsi …
c'è Chiyo di là e … non -
tentò di nuovo, sottraendosi
riluttante - Aspetta -
Lui
si scostò lentamente, ma i suoi occhi erano talmente scuri e
annebbiati di desiderio che Sakura si sentì quasi cedere le
gambe.
-
Scusa - esalò Sasuke, sfiorandole una tempia con un bacio
caldissimo
- Scusa - disse di nuovo, appoggiando infine la fronte sulla sua
spalla per riprendere fiato, il respiro che premeva irregolare sulla
scapola di lei, le mani ancora posate sui suoi fianchi.
-
Okay, allora … aehm - fece Sakura, tentando di ricomporsi,
il viso
in fiamme - Propongo di … andarci piano, per ora -
-
Mh. Mi piace quel per ora -
disse lui con una piccola smorfia divertita, le labbra stiracchiate
in un'espressione vagamente imbarazzata e un po' colpevole. Sakura
rise, scostandogli una ciocca dal viso e alzandosi in punta di piedi
per schioccargli un bacio scherzoso sulla punta del naso. - Haruno,
che mira scadente - commentò Sasuke ruotando gli occhi e
ridacchiando - Ma tornerete con me, vero? Tornerete? -
mormorò poi
facendosi esitante, cercando i suoi occhi.
-
Uhm. Immagino di sì - rispose lei fingendosi pensierosa e
stringendosi nelle spalle - In fondo abbiamo pur sempre un accordo -
-
Tsk, al diavolo l'accordo. Voglio avervi tra i piedi ancora per
molto, molto più a lungo … -
-
Davvero? - chiese lei, e il suo sorriso era qualcosa di semplicemente
delizioso.
-
Davvero - replicò lui con un ultimo sussurro che si spense
sulle sue
labbra.
In
quell'esatto momento, il fido KunKun, con l'abilità e la
destrezza
di un vero e proprio segugio, si acquattò sul tappeto
strisciando a
zig zag sulle zampe e, raggiunta infine la sua preda,
cominciò a
sbafarsi indisturbato le ciambelle rimaste. Si guardò un
attimo
intorno per controllare se qualcuno sarebbe intervenuto a
rimbrottarlo, ma la padroncina stava ormai dormendo, e gli altri due
invece sembravano semplicemente troppo occupati per far caso a lui. Mmh,
a conti fatti, quella famiglia cominciava decisamente a piacergli.
Ebbene,
sissignori, eccolo qui *O*
Finalmente
un bacio così come dico io, direi che ormai ci voleva
<33
Il
capitolo è corto e un po' (tanto) scemo sinceramente, lo
ammetto.
Ma
non volevo lasciare la storia a un punto morto per tutta estate ^^''
KunKun
significa Bau Bau, secondo le mie attendibili (almeno spero) fonti XD
Io
mi eclisso qui, ma voi ricordate, SasuSaku e NaruHina sono per
sempre, no matter what
ù.ù
Ce
n'è sempre più bisogno ultimamente, che cavolo
ç.ç *angolino di
profonda commiserazione*
E
adesso premete la scritta blu in basso, ora o mai più ^O^
(tutti:
mai più ^^) (io: arrr =.=)
Bon,
si vede che sono stanca perché sclero X°D
Un
bacione a tutti <33
|