Tra uno scatto e
l’altro
Il servizio
fotografico si stava protraendo all’infinito e
io non ne potevo più.
Era una tortura stare
così vicino a Conor e non poterlo
toccare.
Ogni tanto ci
sfioravamo casualmente per via delle pose da
assumere per le fotografie, ma per il resto dovevo stare ben attento a
non
lasciarmi prendere la mano.
In posa per
l’ennesimo scatto, il cantante si sistemò
proprio in piedi di fronte a me. Alla mia sinistra stazionava mio
cugino, poi
c’era Joe e infine Price.
Il corpo di Conor era
talmente vicino da poterne percepire
il calore e il profumo dolce. Mi faceva uscire di testa, ma dovevo
resistere.
Almeno finché
non finirà questa pagliacciata.
Mi sarebbe bastato
allungare le braccia per stringerlo da
dietro e far aderire il mio petto alla sua schiena, rivendicando la sua
vicinanza il più possibile.
Non dovevo pensarci,
così mi concentrai unicamente sul
fotografo che continuava a impartire istruzioni perfino sulle
espressioni
facciali da assumere.
Riuscii
miracolosamente a non alzare gli occhi al cielo e mi
prestai per l’ennesima volta a quell’infinito
supplizio.
«Un altro
paio e abbiamo finito, ragazzi» annunciò il
fotografo, per poi farci cambiare ancora una volta disposizione e
angolazione.
Conor
incrociò per un attimo i miei occhi e io vi lessi
tutta la frustrazione che scorreva anche dentro di lui.
Un altro paio e poi
voglio abbracciarti.
Lo braccai alle spalle
non appena ci ritrovammo fuori dalla
stanza in cui avevamo fatto il servizio fotografico. Non mi importava
che i nostri
compagni di band o qualcun altro ci vedesse, io e Conor stavamo insieme
e non
avevamo mai avuto intenzione di nasconderlo.
Lui si
abbandonò contro il mio petto e ridacchiò in quel
modo delizioso e cristallino che mi faceva increspare la pelle in un
milione di
brividi.
Affondai il viso tra i
suoi capelli soffici e inspirai quel
profumo dolce che sapeva di Conor. «Non riuscivo
più a starti lontano»
bofonchiai.
Lui sollevò
una mano e mi accarezzò il viso, continuando a
ridacchiare. «Che sdolcinato che sei!»
Mi accostai al suo
orecchio e lo sfiorai piano con le
labbra. «È che ti amo così
tanto…» sussurrai, in modo che soltanto lui
potesse
udirmi.
«Oh,
piantala!» strillò, tentando di dimenarsi.
Lo tenni ancora
più stretto e mi allungai per mordergli
giocosamente una guancia. «Non sto scherzando,
idiota» proseguii.
Conor
reclinò il capo all’indietro e appoggiò
la nuca sulla
mia spalla, lasciandosi sfuggire un sospiro. «Ciò
non toglie che sei
schifosamente smielato» commentò.
Risi. «Se ti
dà fastidio, perché non mi lasci?» lo
punzecchiai.
Mi mollò
una gomitata sul costato e intrecciò le dita alle
mie, lasciandole ricadere sul suo ventre piatto. «Non ci
penso nemmeno!»
esclamò con fare altezzoso, per poi ridacchiare ancora.
Sfregai il viso sul
suo collo. «Meno male che ti piaccio
anche così.»
«Ehi, voi
due! Vi date una mossa? Io voglio una birra, me la
merito!» esclamò Dom, infrangendo
l’atmosfera romantica che si era creata.
Io e Conor sciogliemmo
l’abbraccio di malavoglia,
raggiungendo gli altri.
Già
desideravo di stringerlo ancora.
♥
♥
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Eccomi
qui con una nuova storiella in questo fandom, e
ovviamente non potevo evitare di sviluppare la Phinor, che coppia
meravigliosa
*-*
Tutto
prende ispirazione dalla foto che trovate in cima alla
storia, scatto che ho trovato nel mio bellissimo calendario 2020
regalatomi da
alcune dolcissime amiche efpiane insieme a Soul… Sabriel, tu
non ne sai niente,
VERO?
Eheheheheheheh,
Conor e Phil sono TROPPO vicini in quella
foto… voi mi capite, no? ^^”
Spero
vi sia davvero piaciuta, grazie a chiunque lascerà un
commento :3
Alla
prossima ♥
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