L’anno della pantegana

di the cleaner
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L'ANNO DELLA PANTEGANA

 




Ehm ehm

 

Credo di aver bisogno di un pò d’acqua prima di iniziare. 

Stamattina mi bruciava la gola chissà che non mi sia presa qualche malattia, con tutti gli untori che girano di questi tempi. 

Untori maledetti, ma starsene a casa loro pare brutto? Mai pensato che forse quei germi in formato pantegana la gente sana preferisca evitarseli? 

Che è una pantegana? Meglio cercarla, altrimenti mi rimarrà il dubbio per tutto il programma. 
 

Ma perché mi sono cacciata in questa cosa, il sarcasmo non lo capisce più nessuno, credono di capirlo, poi uno spara una cazzata durante una riunione sull’aumentare gli indici ed ecco cosa succede, vieni presa sul serio. Certo che più stupidi di così proprio non si può. 
 

Ecco che carica, qua non c’è mai campo, che odio. 

Termine dialettale con cui si definisce il ratto. Ma dai, proprio quello che volevo dire. Mi piace questa parola, molto più di ratto, sa proprio di grosso topo con pelo ispido e sporco. Continuerò ad usarla.


Che ore sono?

Che palle.
 

Aspetta volevo bere, chissà se riesco a raggiungere le macchinette in tempo.

Perché quella è sempre lì? Ma non ha un lavoro? Un ufficio? Un fucile con cui spararsi e liberarmi della sua sgradevole immagine? 

Probabilmente le mantiene lei le case farmaceutiche produttrici di crema abbronzante. Chissà se portassi al lavoro un coniglio, c’è la possibilità che la prenda semplicemente a morsi o che inizi a venerarla come idolo divino. 

Che schifo, meglio non rischiare.

 

Ciao Kathleen, ti vedo benissimo. 

 

Strozzati stronza.

 

Per non parlare di te! Mai pensato di provare il verde? Sono sicura che saresti radiosa.

 

Perché voglio farmi sempre così del male, non posso stare zitta per una volta e risparmiare ai miei poveri occhi tali oscenità? 

Avrei potuto ascoltare mia madre almeno in questo. Prima di rispondere pensa se è la risposta giusta, se davvero quello che dici sia una cosa intelligente, magari no, magari è una cazzata colossale, magari sarebbe meglio tagliarsi la lingua e gettarla in pasto alle pantegane. 

Stanno bene ovunque, come il prezzemolo, diventerà il mio animale guida, addio anno del topo, benvenuto anno della pantegana. 

 

Merda, frizzante.

Tutta colpa dell’idolo dei conigli. Ora rutterò tutto il tempo.

Perché ho scelto di fare questo lavoro? Insomma, ho sempre sospettato di avere una certa propensione al masochismo, ma fino a questo punto non pensavo di spingermi. Credo mi stiano per arrivare, sento una certa spinta ad insultare gli altri. 

No ok inutile mentire a me stessa, insultare gli altri è ciò che mi fa lasciare le calde coperte ogni mattina. La possibilità di leggere la sofferenza negli occhi di un altro per aver infierito su un piccolo difetto che fino a quel momento non era stato notato e che ora diventerà la cosa che pian piano lo porterà alla disperazione. Parole dolci come miele.

Effettivamente non è stata un’idea così malsana, dal mio punto di vista, un modo per sfogare tutta la frustrazione e dimenticarmi per un momento della sofferenza della semplice esistenza. Prendersela con il prossimo, il sano fondamento su cui si posa la società umana. 

E il modo più semplice per farlo? Conoscere gli altri, attaccare i loro punti deboli e fare in modo che questi non conoscano minimamente i tuoi così da poter infierire senza alcuna remora.

Incredibile, questo pensiero mi ha talmente eccitata che queste due prugne che ho attaccate al petto mi sembrano mongolfiere in procinto di esplodere.

Credo non ci possa essere nessun altro che possa fare qualcosa di simile, un po’ di sicurezza in se stessi ci vuole ogni tanto. Solo qualcuno con un’autostima così alta da considerarsi un rifiuto umano e andarne fiero potrebbe. Insomma, se sono così brava ad insultare me stessa, insultare un completo estraneo diventa qualcosa di estremamente facile. 

 

Dovrebbero aver finito a questo punto, insomma, credo non ci voglia poi tanto.

 

Iniziamo con il conto alla rovescia.

 

E anche se fosse posso riassumere per loro questo disagio in una manciata di parole. 

Se la cosa funziona potrei chiedere una sedia più comoda, con questa dopo due minuti mi si calcificano le chiappe. 

Solo per me ovviamente. 

Una bella poltrona, una di quelle in cui la mia cattiveria possa essere sprigionata come un coro celestiale.

Meglio malefico.

Sarei stato uno splendido quinto cavaliere. 

Di che colore sarebbe stato il mio cavallo?

I colori migliori credo li abbiano giù presi, aspetta, manca il grigio, grigio disperazione, grigio tristezza, grigio smog, grigio come l’inadeguatezza della vita. Mi piace, sarei quello che arriva per primo, a preparare il campo agli altri, spunterei come un dolce e infetto funghetto ogni tanto giusto per aggiungere altra sofferenza e me ne andrei alla fine di tutto a braccetto con Morte, terra bruciata e cenere, un’accoppiata vincente. Sì, il mio cavallo sarebbe stato decisamente grigio.

 

Ma quanto ci vuole, non aveva detto conto alla rovescia? 

 

5, 4, 3, 2, 1...on air!

 

Grigio come una pantegana. 

È al cento per cento il mio animale guida.




 

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[n.d.]
Se siete arrivati fino a qui vi devo un enorme grazie, perchè avete deciso di dare una minima possibilità ad un titolo che probabilmente non significa nulla, ad una trama che non dice niente di niente e a dei riferimenti assolutamente incomprensibili. Proprio per questo vi devo delle spiegazioni. 
Bisogna quindi partire dal principio, cosa è una fan fiction? In parole povere è quando un film, un libro, una serie o qualsiasi cosa creata da altri vi appassioni tanto, ma anche no, da far venir voglia di scrivere qualcosa. Perchè secondo noi quella cosa non doveva andare così, perchè mi va bene sia andata così ma poi non può finire deve andare avanti, perchè quei due personaggi non possono solamente odiarsi, necessito vederli assieme. Senza dilungarsi oltre: perchè così non ci piace. Giusto, non fa male a nessuno e in più spinge a scrivere/leggere che non è mai male (e su questo potrei scrivere un saggio smentendomi ma non è questa la sede ne il motivo). 
Tutto questo per dire: ma cosa penserebbero questi personaggi se potessero leggere ciò che scrivono di loro i fan?
Certo per un autore è facile, è reale quindi prende un qualsiasi sito come questo e va a leggersi una bella fan fiction così da mettersi davanti ad un altro punto di vista. Ma questi poveri personaggi che non possono? Come la prenderebbero?
Non dico di essere così onnisciente da potermi immedesimare nella testa di queste creazioni, forse nemmeno il loro creatore potrebbe al cento per cento, la sfaccettatura della mente umana è ancora qualcosa che non si può del tutto comprendere, è solo il mio punto di visto, è solo un'altra fan fiction.
Non spaventatevi per come è scritto, c'è una ragione. Siamo in uno studio radiofonico, o meglio, siamo nella mente della conduttrice, una persona come avrete letto, estremamente affabile. E' in gran parte un flusso di pensieri, incoerente, spesso disordinato, come, spero, non sia solamente il mio. Il resto sono dialoghi che verranno differenziati come la legenda che metterò alla fine di ogni capitolo.
Recensioni o anche messaggi privati sono super graditi, non conosco tutti i fandom di questo mondo (perdonate, dimenticavo che al momento sarà incentrata sulla cosa a me più semplice in una fan fiction, il fandom), scriverò di quelli che conosco, nel caso vogliate propormene altri sarò ben lieta di studiare l'argomento e decidere se "intervistarli".

 

 
Legenda
Grassetto  Intervistatrice
Corsivo L'idolo dei conigli in un futuro post-apocalittico dove l'umanità è stata soppiantata dai roditori
Sottolineato Un tecnico del suono/assistente/quello che dovrebbe essere lo schiavetto del regista/un comune lavoratore sottopagato


 

 


 

 

 





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