Capitolo 1.
Ritorno ad Hogwarts
Un attimo di pace. Finalmente! Era una bella domenica di ottobre,
con un bel sole, quasi primaverile, e Deirdre e Patrick, dopo pranzo, erano
usciti fuori, a fare una passeggiata (e a vedere se incontravano le adorabili
foche che si riposano lungo la spiaggia) con i miei genitori. Charles stava
ninnando Fenella, che, sul suo lettino, stava chiudendo gli occhi, mentre Sikr,
uno dei nostri due elfi (in realtà erano dei Montague, ma i miei suoceri ce li
lasciavano durante la giornata) aveva appena messo a dormire Killian.
Miracolo: silenzio… silenzio quasi assoluto!!!
Purtroppo, in quel momento ho sentito i piedini dei due
piccoletti correre verso la porta di casa nostra e un’aquilotta urlare: -
Aintín Niamh! Aintín Niamh! Tá ulchabhán tagtha! (zia Niamh! zia Niamh! E’
arrivato un gufo!)
Subito i gemelli, ancora non scivolati nel sonno, hanno aperto
gli occhi e si sono messi a sedere battendo le manine e chiamandoci, mentre
Deirdre, mia nipote, apriva velocemente la porta e si precipitava verso di me
sventolando una lettera.
Sospiro da parte mia. Avremmo dovuto rifare tutto. Intanto l’aquilotta
continuava a strillare Aintín Niamh! Aintín Niamh! Buffo! Le avevamo
insegnato a parlare in inglese, naturalmente (come tutti sanno, in Irlanda, a
parte alcune zone in cui si parla ancora irlandese come prima lingua, si parla
inglese), ma la piccola aveva imparato l’irlandese dagli elfi (e un po’ anche da
noi, ad essere sinceri, dato che ogni tanto lo utilizziamo) e, quando era
emozionata, si esprimeva nella lingua dei nostri antenati celti. E ora era molto
emozionata, agitando come una forsennata la lettera che, evidentemente aveva
appena ricevuto.
Fenella approfittò della distrazione per fuggire dal lettino
(c’erano le sbarre, ma con un pizzico di magia, non so quanto involontaria,
riusciva benissimo a bypassarle), ma per fortuna sono riuscita a bloccarla,
prenderla per il pigiama, coprirla di baci (unico modo per impedirle di fuggire…
è sfuggente come una serpentella!) e passarla velocemente a mio marito, mentre
il povero elfo, Sikr, ricominciava a ninnare uno ora sveglissimo Killian, che ci
chiamava con la sua vocina insistente. Uhm, tutto da rifare! Sarebbe stata dura,
quel giorno, metterli a dormire per il riposino pomeridiano!
Ok, forse è meglio che mi presento, prima di continuare a
raccontare la storia… Io sono Niamh… Niamh O’Neil Montague. Ho 21 anni, ex
Tassorosso ed ex insegnante (di Cura della Creature Magiche) ad Hogwarts (ho
interrotto la carriera docente l’anno scorso, quando sono nati i gemelli) e ora,
a parte l’incarico (quasi gratuito) di Presidente della Riserva Magica
Irlandese del Connemara, mamma a tempo pieno, di due bellissimi gemelli.
Presidente della Riserva magica del Connemara! Il titolo è molto
figo, ma ho solo il compito di controllare che gli animali magici del Connemara
non siano disturbati (il che è difficile, dato che nel territorio del Parco non
abita quasi nessuno) e non disturbino i pochissimi turisti che vengono fin da
noi. E’ più impegnativo fare la mamma a tempo pieno… Mi sono sposata infatti,
con Charles, due anni fa e dopo una decina di mesi sono nati i piccoletti,
Fenella e Killian, che ora poco più di un anno e, quando non piangono, urlano,
chiacchierano o giocano con me e loro padre (quanta energia hanno i bambini
piccoli?), scorazzano per tutta l’isola seguiti da noi o da qualcuno della
nostra famiglia, soprattutto zii o nonni.
Sì, perché abitiamo in un’isola tutta nostra, l’isola di Lith,
dove abbiamo sistemato una casetta preesistente trasformandola in una specie di
castello (ci hanno aiutato gli amici e gli elfi di famiglia di Charles che,
diciamolo tra di noi, appartiene ad una delle famiglie più ricche del mondo
magico, i Montague). Fenella è veramente birichina (da chi avrà preso?) e fugge
sempre dietro alle pecorelle, alle caprette, alle foche, ai gufi, a Blacky (il
mio amico corvus glacialis… teoricamente un animale legato alla magia oscura
virtualmente immortale, opposto teorico delle fenici, dato che si autoiberna,
alla fine di ogni ciclo vitale, in un cubetto di ghiaccio, per rinascere quindi
come pulcino; in realtà è il mio migliore amico da quando ero piccina e mi ha
aiutato innumerevoli volte) mentre suo fratello (gemello) Killian ci ronza
sempre attorno e sembra non volersi staccare mai da noi… La notte, poi, sono
terribili: si svegliano ad orario alternato (ma come fanno? sembrano
sincronizzati al contrario) e ci tormentano con un pianto disperato se non
andiamo subito da loro (la nostra salute mentale si sta deteriorando!). Per
fortuna ho Charles che mi dà una mano nella gestione dei piccoletti, perché,
magia o non magia, stare dietro a due bimbetti magici non è semplicissimo…
E ho una famiglia molto numerosa! I miei mi hanno avuto
prestissimo (a sedici anni, nell’anno della famosa battaglia di Hogwarts!) e,
dopo di me, sono nati Seanna e Ryann (anche loro gemelli) che ora hanno
diciannove anni: Seanna (mia sorella) convive con Ginevra MacArthur (la sua
ragazza) da un paio di anni a Cambridge, dove entrambe frequentano un corso
medimagico; Ryann e la sua compagna, Lorna, si trovano ora nello Swaziland
insieme a Rolf Scamander a studiare non so quale specie di scorpione magico che
il mio avventato fratello e quella falsa santarellina di Lorna vogliono allevare
in Inghilterra. Da incoscienti come sono, torneranno solo tra tre mesi e, nel
frattempo, mi hanno lasciato la loro figlioletta, Deirdre, che ora ha quattro
anni (erano incoscienti anche da piccoli, dato che l’hanno avuta quando erano
due ragazzini!) e che vive più con me e Charles che con i suoi genitori. Il che,
per lei, è una fortuna, penso, perché i due come genitori sono proprio un
disastro… Io e Charles vogliamo un bene dell’anima a Deirdre, ma anche lei è
piccola e richiede tante attenzioni!
Per fortuna i miei mi danno una mano a badare a tutta la tribù di
piccoletti. Mia mamma, che si chiama Lily e fa la bibliotecaria a Clifden, e
mio babbo, che è impiegato al Ministero Magico Irlandese, Peter O’Neil, appena
possibile si trasferiscono a Lith insieme al mio ultimo fratello, Patrick, che è
coetaneo di Deidree e gioca sempre con lei… Mi manca qualcuno? Sì, mio fratello
Conan, che ha sedici anni ed ora è a scuola, a Cork (frequenta la scuola magica
in quella città) e solo nei fine settimana torna a casa dai miei. E’ un po’ che
non lo vede, perché saggiamente (almeno dal suo punto di vista) sta lontano da
casa mia per paura che gli affibbi qualche piccoletto da controllare…
Ok, confesso. Ci danno una mano anche un paio di elfi,
bravissimi, che ci hanno “prestato” i miei suoceri… Non so come si possa vivere
senza un paio di elfi che svolgono con piacere qualsiasi cosa tu possa chiedere.
E, all’occorrenza, si trasformano anche in fantastici baby-sitter! Purtroppo per
noi, però, la sera tornano a casa loro, dai miei suoceri, lasciandoci in balìa
dei piccoletti che non ne vogliono sapere di andare a dormire…
- Aintín Niamh! Seo an litir! Litir an ulchabháin…
(Zia Niamh! Ecco la lettera! La lettera che ha portato il gufo…) - mi
diceva intanto la mia adorabile nipotina consegnandomi una lettera tutta
spiegazzata che evidentemente era riuscita a prendere al gufo che era appena
arrivato - Deir Mamó gur mise è (La nonna dice che è per te)!
Poco dopo è entrata anche mia madre (mio padre era rimasto fuori
con Patrick, evidentemente): - Scusa, Niamh, la piccola non vedeva l’ora di
portartela…
- Va benissimo, mamma - le ho detto. E poi, guardando il
mittente: - Toh… è stata inviata da Hogwarts… strano, cosa vorranno? La grafia
sembra quella di Minerva…
Subito ho aperto la lettera, mentre Charles si avvicinava, anche
lui incuriosito Killian (anche lui fuggito dal lettino… uffa, questa magia
“involontaria” dei piccoletti!) ora si era aggrappato alla mia gonna, mentre
Deirdre cercava di allontanarlo dandogli la manina e dicendogli che la mamma
(cioè io) dovevo un secondo leggere una importante lettera giunta dalla famosa
scuola inglese…
Un attimo di pace! Ho aperto la lettera e subito l’ho letta ad
alta voce.
Carissima Niamh,
tutto bene? Qui sentiamo tutti la tua mancanza e tutti i colleghi
sono dispiaciuto per la tua assenza, in quest’anno scolastico: eri una
vulcanica, simpatica presenza qui ad Hogwarts e, malgrado l’insegnante che ti ha
sostituito sia bravissimo e competente - te ne ho parlato in una mia precedente
missiva - ci manchi. Ma soprattutto manchi ai tuoi ragazzi che domandano sempre
di te e mi chiedono continuamente quando verrai, come ci hai promesso, a fare
la conferenza sui corvus glacialis.
Tuttavia il motivo di questa mia missiva è un altro. E’ appena
arrivata una persona che tu e Charles conoscete molto bene, proveniente da
molto lontano. E, d’accordo con Harry (che mi ha subito contattato, per
assicurare a tutta la faccenda la maggiore riservatezza possibile), ci è
sembrato giusto chiedere a te e a Charles di venire subito da noi. E’ infatti
necessaria la vostra presenza immediata ad Hogwarts: mi dispiace non
poter essere più esplicita, ma quando verrete capirete la necessità di questa
mia richiesta. Lascio una carrozza davanti all’Ufficio Postale di Hogsmeade.
Vi aspetto al più presto. Fammi sapere se non puoi. Un abbraccio
forte. Minerva.
P.S. Non portate i gemellini
- Enigmatica, Minerva - ha detto Charles - Se vuoi, posso
accompagnarti, ma non so se possiamo lasciare i piccoli…
Mia madre è subito intervenuta: - I bambini li teniamo io e
babbo, se voi volete. Potete materializzarvi ad Hogsmeade anche subito. Sono le
15.00 e, se fate veloci, sarete qui di nuovo per cena. Altrimenti mandateci un
patronus e ci fermeremo questa notte, e anche tutto domani…
- Sì, non preoccupatevi - ha detto mio padre, che era entrato
qualche minuto prima insieme a Patrick - Ci pensiamo noi.
Beh, meglio così. Vogliamo un sacco di bene ai piccoli (a tutti e
tre, Deidre compresa) e sapevamo di lasciarli in ottime mani. Chissà perché ci
aveva mandato a chiamare? Minerva era stata enigmatica… chi era che era
arrivato? E perché doveva vederci subito? Non poteva essere più esplicita?
Così, salutati tutti (mentre Deirdre e Patrick, sentendosi
“grandi” ci dicevano che si sarebbero presi loro cura dei “piccoli”), siamo
subito partiti.
Qualche minuto dopo, via passaporta, eravamo ad Hogsmeade dove,
usciti dall’Ufficio Postale, abbiamo subito trovato la carrozza, mossa da
invisibili thestrall, che ci aspettava.
- Grazie, ragazzi, possiamo andare! - ho detto loro (non li vedo,
ma immaginavo che fossero al solito posto) e la carrozza si è subito mossa alla
volta di Hogwarts.
Naturalmente, considerando che c’era almeno un quarto d’ora prima
di arrivare al castello, da bravi genitori senza figli tra i piedi, abbiamo
approfittato per giocare un po’ tra di noi… Ci bastava un cenno d’intesa, in
effetti, e subito partivamo, approfittando di ogni momento libero. Anche perché
a Lith, tra piccoletti sempre attaccati a noi e una tribù di parenti e
amici sempre presenti, non riuscivamo più di tanto a farlo. E anche la notte
spesso dormivamo come due sassi nei pochi momenti rimasti liberi tra una
chiamata e l’altra da parte dei piccoletti, nel nostro letto che, malgrado i
nostri patetici tentativi di collocarli nel loro lettino, si riempiva quasi
subito di due o tre piccolini distesi tra me e Charles…
Alla fine arrivammo al Cancello di Hogwarts che avevamo appena
concluso il nostro “gioco” preferito (non lo facevamo da un sacco di tempo!) ed
eravamo molto, molto sereni.
- Presto, ricomponiamoci - ho detto a Charles tirandogli la
camicia che, non so come (oddio, lo so benissimo come) era finita dall’altra
parte della carrozza. Dov’era finito il mio…
Era domenica, non c’erano lezioni e, nel primo pomeriggio, dopo
il pranzo, molti studenti si preparavano ad uscire per andare ad Hogsmeade
oppure camminavano tranquillamente nel parco del castello, parlottando tra loro
o giocando a freesbee zannuti o a calcio babbano. Che bella Hogwarts!
Siamo scesi dalla carrozza.
- Ehi, prof! - sentii dire da una voce femminile. Una ragazza
stava correndo verso di noi.
- Ciao, Myriam - le dissi abbracciandola. Era Myriam Prewett, una
delle mie alunne (di qualche anno prima) preferite e, dall’ultima volta che
l’avevo vista, era ancora cresciuta ed ora era più alta di me (ok, lo confesso,
non sono altissima) - Che bello vederti!
Dietro a lei arrivarono anche quattro o cinque altri ragazzi:
c’erano James Potter ed Jorge Ezer, Jasmite Flith e George Smithson… tutti i mei
ex alunni, tutti felici di vedermi (che carini!)
- Viene ad insegnare di nuovo? - mi ha chiesto Jorge
- No… e poi so che il vostro nuovo prof è bravissimo! - gli ho
detto - Mi mancate tanto, ma non riuscirei proprio, con i bambini… forse il
prossimo anno…
Dopo aver fatto qualche domanda, ci siamo salutati (mi hanno
fatto promettere che sarei venuta prestissimo per la conferenza sui corvus
glacialis) e ci siamo avviati verso la Presidenza.
- Buongiorno, professoressa! Buongiorno signor Montague. Avviso
subito la Preside del vostro arrivo. E’ in Presidenza, insieme al signor Potter
e agli altri - ci ha spiegato Gazza.
Subito ci siamo avviati, ma incontravamo in continuazione i miei
ex colleghi e i miei ex alunni, che erano tutti contenti di vedermi. Finalmente
giungemmo nella torre in cui è collocata la Presidenza, vicino alla quale ci
imbattemmo in altri miei due ex alunni.
- Ti raggiungo subito - ho detto a Charles, che, stoicamente, era
rimasto al mio fianco durante quel breve tragitto che era stato interrotto tante
volte dagli incontri - Saluto un secondo i ragazzi e arrivo. Tu intanto
precedimi dalla McGranitt…
Poi, qualche minuto dopo, ero dal mio amico gargoyle.
- Buongiorno, professoressa - mi disse quella bruttissima statua.
- Ciao, amico mio - gli dissi - Tutto bene?
- Certo. Ma c’è un po’ di movimento oggi. Tutti parlano di lei e
del signor Charles, ma soprattutto di lei… Ci è molto mancata. Tutto bene a
casa?
- Sì, grazie. Mi dispiace aver lasciato, quest’anno, ma non ce
l’avrei fatta con dei bambini così piccoli. Ma mi mancate tanto tutti… - gli ho
detto. Ed era vero.
Poi, ho continuato: - Ora vado a vedere cosa vuole la preside -
e ho salutato anche il mio amico gargoyle.
Sono salita anch’io sulle scale e sono entrata, finalmente, in
Presidenza… La prima cosa che ho visto, è stata… una biondina sconosciuta
abbracciata a mio marito! E anche Charles la abbracciava e sembrava tutto
contento! Ma….! E i due parlottavano piano piano, guardandosi fissi! Ma che
succedeva?
Ho staccato un attimo gli occhi da quella strana immagine. Non
che mio marito non possa abbracciare chi vuole, ci mancherebbe, ma… sembravano
molto affiatati. Ma chi era quella biondina? E intorno c’erano altre persone che
sorridevano e ci guardavano. Cosa avevano da sorridere? C’erano Minerva ed Harry
Potter, ma anche Teddy Lupin, Dennis Canon e un altro tipo che non conoscevo…
C’era qualcosa che mi stava sfuggendo… tutti sorridevano, come se assistessero a
qualcosa di bello… cioè… a mio marito che stringeva una sconosciuta e parlottava
sottovoce con lei!
In quel momento la biondina ha alzato la testa, mi ha visto, ha
fatto un gigantesco sorriso e si è staccata da Charles, correndo verso di me.
Aveva qualcosa di familiare, in effetti… assomigliava un po’ a mia sorella… e
anche alla sorella di Charles…
- Che bello vederti, mamma! - mi ha detto. abbracciandomi, mentre
io la guardavo stupita - Sono io, sono Fenella… Fenella, tua figlia… sono
arrivata… dal futuro… per un incidente… ho bisogno del vostro aiuto per tornare
a casa…
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Ecco di nuovo Niamh in un'altra sua avventura. La
vicenda, come vi siete accorti, è ambientata nell'ottobre 2019, un paio di anni
dopo l'ultima ff e Niamh e felicemente sposata e impegnata nel ruolo di mamma di
due bellissimi (e impegnativi) gemelli. Naturalmente qualcosa deve sempre
capitare a scombussolare la "tranquillità" della nostra irlandesina preferita...
Un cordiale saluto a tutti e a presto (non so quando potrò pubblicare il secondo
capitolo: purtroppo non posso assicurare la stessa regolarità delle precedenti
ff. Non vi farò comunque aspettare mesi: di questo sono sicuro...). S.
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