NON DIMENTICARMI

di Fafanella
(/viewuser.php?uid=1061512)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


NOTE: CIAO, QUESTA VOLTA MI SONO VOLUTA CIMENTARE CON LE DIMENSIONI RIDOTTE DEI CAPITOLI.
NON SONO AVVEZZA A PORMI DEI LIMITI, MA IN  QUESTO CASO HO VOLUTO AVERE UN MASSIMO DI PAROLE DA POTER                              UTILIZZARE. MI PIACCIONO LE SFIDE E OGNI TANTO METTERSI ALLA PROVA NON PUO' FARE CHE BENE. 
L'AGGIORNAMENTO AL MOMENTO SARA' OGNI SABATO, VI AVVISERO' SE DOVESSI DECIDERE DI AGGIUNGERE UN SECONDO GIORNO. LA FRASE CHE Dà IL TITOLO A QUESTA STORIA E' TRATTA DALL'ANIME


NON DIMENTICARMI
 
 
Aveva quelle parole nella testa costantemente, le bastava chiudere gli occhi per vederlo mentre saliva sul pullman con un sorriso allegro e la felicità di chi finalmente, iniziava a realizzare il proprio sogno e le diceva- NON DIMENTICARMI- 
Le odiava, si materializzavano continuamente, aveva quasi delle allucinazioni uditive, le pensava da come si svegliava a quando andava a dormire, erano le sue sabbie mobili personali, nelle quali si arenava e annaspava continuamente.
A scuola i giorni passavano sempre allo stesso modo, sembrava non essere cambiato nulla: le lezioni, i doveri di manager, le chiacchiere con Kumi e Yukari, le frecciatine con Ryo e i compiti a casa, le faccende domestiche, la sua famiglia e... Quella frase sempre presente nella sua testa.
Quelle due parole, croce e delizia, speranza e oblio - NON DIMENTICARMI-
Chiudendo gli occhi mentre sistemava gli ultimi palloni nella cesta, era come vederlo in campo a provare il suo tiro ad effetto, lui e la sua immensa passione per il calcio, il suo sogno da realizzare e la caparbietà di lasciare tutto ed iniziare una nuova vita altrove. Nessuna indecisione o tentennamento, nulla poteva farlo vacillare in quella scelta o forse, in quelle parole che la tormentavano, c'era qualcosa che... No, non voleva pensarci, non poteva crearsi illusioni o castelli in aria. Non erano mai stati niente l'uno per l'altra, o meglio non lo erano stati nella vita reale, perché nelle sue fantasie, Sanae aveva costruito un vero e proprio rapporto.
Si era spinta fino ad immaginare un eventuale primo appuntamento fra loro, una passeggiata romantica, qualche sorriso , piccoli sfioramenti ma poi, l'ombra del Brasile la riportava con violenza alla realtà.
Odiava il Brasile, ma non poteva fare a meno di prendere informazioni, di approfondirne la conoscenza, impararne la lingua ad insaputa di tutti, solo per continuare a sentirsi parte del mondo del Tsubasa.
Un mondo onirico, perché solo nei sogni poteva continuare a viverlo, e tutte le informazioni che riusciva a racimolare, servivano solo ad alimentarli e renderli più veri.
Riaprendo gli occhi aveva affermato convinta "Lo odio, lo odio"
"Quello che stai facendo?" aveva chiesto Yukari con noncuranza
Come spiegarle quell'ossessione per due semplici parole, forse dette senza neanche rifletterci su, senza comprenderne l'impatto devastante.
Respirando profondamente e si era limitata ad annuire.
L'amica la conosceva fin troppo bene, tanto da non chiedere altro, era passata solo una settimana da quella partenza e voleva darle il suo tempo, le aveva sorriso dolcemente tornando alle sue faccende.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3887574