Rebirth of a dream

di Zappa
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Space

I pianeti distanti echeggiano di profonda solitudine nello spazio nero, lontano dai sussurri delle stelle. Le comete s’intrecciano e si sciolgono con l’atmosfera soffice del pianeta, in una sottile striscia di leggera pioggia, una nebbia di minerali sulla superficie.
Il principe chiude gli occhi, le code delle nuvole si disperdono come fili tra le dita, il respiro della Terra lontano, a migliaia di chilometri sotto di lui. Davanti a lui, mentre assorbe il silenzio, tra la sottile linea delle nubi e l’inizio dello spazio freddo, regnano milioni di stelle, che lo invitano a varcare con la mente la soglia dell’infinito, nascosto da sempre nei segreti del loro vuoto.
Il Saiyan si stringe le braccia al petto, fissando con sguardo corrucciato il Sole davanti a sé, come se il suo cocciuto rimorso potesse tangerlo, a migliaia di chilometri di distanza dalla piccola Terra.
Il silenzio viene interrotto, talvolta, da un satellite artificiale che, costante, trasmette il fischio di comunicazioni verso il basso, rischiarato dalla luce dei raggi. Rotea distante, solcando la fine nebbia verso Ovest, e segue il canto del Sole verso il tramonto.
Le stelle gli parlano, mentre galleggia indisturbato sulle onde fredde di aria rarefatta, sul sottile polmone della Terra. Lo osservano, come lui per tanto tempo ha osservato loro, quando ancora il loro sguardo lo rapiva e lo portava a sognare di posti lontani, di mondi inesplorati, di libertà che gli scorreva nelle vene. Promesse sussurrate, forse male interpretate o non colte del tutto, ma che hanno trovato risposta solo in lui, grazie alla forza del suo spirito.

La luce solare sbatte violenta contro il suo corpo, ma non gli dà troppa noia; lascia che filtri tra i suoi occhi ancora scuri dell’Universo e che questi si confondano con il blu del cielo, mentre i capelli diventano dell’oro grondante potere. Il principe si rilassa a sentire l’eco del silenzio soffiare tra le nebbie esili della termosfera, l’aria rarefatta di immobile bellezza, mischiata allo sfavillio costante delle polveri che, prima ancora di trasformarsi in abbagli di luce, gli passano accanto. Se ne sta immobile, sospeso nel nulla e nella vita.
Qualche centinaia di chilometro in avanti e solo il nero accoglierebbe le sue riflessioni: sospira di amara rassegnazione, passandosi una mano sul viso, baciato da brillanti schegge di luce.
Guarda accanto a sé, due respiri della Terra più in basso: i colori ribelli delle aurore boreali seguono il loro flusso armonico, condotte in una armonica danza dalla potenza del vento solare, che leviga senza padroni i poli del pianeta. Trascina con sé le bellissime aurore, facendo sgorgare di romantici pensieri le coscienze, spesso assopite, dei terrestri. Il Principe si ritrova a pensare che a lei quelle aurore boreali toccherebbero l’anima. Hanno lo stesso colore negli occhi, lo stesso perlaceo azzurro vivo.
Molto probabilmente lo sta aspettando a casa, mentre guarda il cielo anche lei, cercando di scorgere la sua stella tra le tante della notte sopra la Città dell’Ovest.
È ora di tornare.
Le stelle gli sussurrano gli ultimi segreti, poi chiude gli occhi e si tuffa nell’aria, rompendo le nubi della loro quotidiana chiarezza, per tornare da chi, per lui, è più splendente del Sole.




Angolo dell’autrice.


È un piacere alle volte tornare. Spero che questa piccola storia possa essere di vostro gradimento, così come spero che abbia un senso logico. Spero di tornare presto, un abbraccio a tutti e ringrazio tutti coloro che leggono.

Zappa





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