Fall into me, the sky’s crimson tears

di AleDic
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Personaggi: Shinsuke Takasugi.
Pairing: nessuno.
Generi: Introspettivo, Angst.
Rating: Arancione.
Avvertimenti: accenni a Contenuti forti e Tematiche delicate, semi Songf-i.c, OOC??? E chi lo sa.
Contesto: vago
Note autrice: il titolo e i versi sono presi dalla canzone “Raining Blood” degli Slayer.

 

 

 

 

 




F all into me, the sky’s crimson tears

 

{ 386 parole }

 

 

 

 

 

 

 

È un mondo coperto di sangue.

Uno in cui puoi sentirne perennemente l’odore ferroso nelle radici, talmente famigliare da non ricordare più quale sia il profumo dell’aria pura, i cadaveri giacciono a perdita d’occhio per tutta la Regione, tanto che l’orizzonte è ormai diventato una perversa e discontinua catena montuosa di carne putrefatta, metallo e ossa.

Uno in cui il nemico cammina prospero e soddisfatto sul suolo che ha conquistato, con gente che abbassa il capo e dispensa sorrisi vuoti e patetici, costruendo edifici sempre più alti, alzando lo sguardo per volgerlo al cielo e tutto ciò che da lì è arrivato ed è rimasto, cercando di non guardare il mare rosso sul quale stanno camminando.

 

Trapped in purgatory
A lifeless object, alive
Awaiting reprisal
Death will be their acquisition


Shinsuke li vede entrambi – sempre, continuamente, il suo occhio chiuso e quello aperto vedono, vedono, e vedono e non distolgono mai lo sguardo da quel mondo (dal rosso, dalle lacrime, dalla morte).

È la sua personale maledizione – vedere tutto (tutto quello che nessuno più vuole guardare, tutto quello che tutti cercano di dimenticare) ed essere il portatore di quella follia.

Shinsuke vive – in un modo in cui si è vivi solo perché non si riesce a fermarsi, per un’inerzia che respinge invece di trattenere – uno spettro sanguinate che infesta il mondo e non trova pace.

The sky is turning red
Return to power draws near
Fall into me, the sky’s crimson tears
Abolish the rules made of stone

 
Le sue ferite non si sono mai rimarginate e il rosso che da lui sgorga e si riversa ovunque si rechi è un promemoria della realtà che tutti cercano di negare per accontentarsi di strisciare ai piedi di chi, di sangue, non ha mai finito di spargerne.

A volte è nauseante anche solo fare solo un altro passo – mettere un piede davanti all’altro e poi correre e non fermarsi e non guardare né sotto né sopra né indietro, ma sentire riecheggiare nelle orecchie, nella mente, nell’animo ogni singolo cadavere calpestato lungo il cammino, e non pensare che il motivo per cui è così difficile portare una gamba a levarsi e proseguire e la melma di sangue, ossa e carne nelle quale è affondata (non sentirsi tirare giù e quasi cedere al desiderio di annegare e arrendersi e semplicemente farla finita).

 
Raining blood
From a lacerated sky
Bleeding its horror
Creating my structure

 
È un mondo coperto di sangue.

E lui ne spargerà ancora.

Graffierà. Taglierà. Si arrampicherà con zanne e artigli di una bestia.

Fino ad arrivare alla fonte e cicatrizzare la ferita, una volta per tutte.

 





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