Caos

di Rosmary
(/viewuser.php?uid=190616)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


s t r e t t i  i n  u n o
 

«Non c’è giorno che ritorni,
non due notti uguali,
né due baci somiglianti,
né due sguardi tali e quali.»1


~ 24 dicembre 2020

Rose s’accorge del suo arrivo all’istante, è sufficiente intravedere quei capelli biondo sporco sempre un po’ spettinati, sentire la sua risata sarcastica riempire la Tana – inconfondibile.
Lo guarda stretto tra i genitori e il gemello, il sorriso sbilenco spazza via quelli incolore di chi lo circonda, le labbra rifiutano parole al sapore di convenevoli – diverso.
Piega la bocca all’insù non appena quegli occhi scuri la trovano e le si avvicinano sino a essere a un palmo dal viso, calati sino a riflettersi nei propri – bello.
Freme
quando Lorcan le sfiora la guancia in un bacio, mentre dita stringono dita.
“Non resti?”
“Non posso.”
“Mi mancherai.”
“Anche tu.”

~ 24 dicembre 2021

Lorcan la cerca non appena oltrepassa la soglia della Tana, incassa e ricambia saluti sporchi d’indifferenza, fagocita passi mentre gli occhi continuano a solcare le onde sino ad attraccare in sabbie venate di rame e cielo – lei.
La guarda stretta nel maglione troppo largo, mordersi le labbra impegnate a sorridergli, mimargli un seguimi che lui asseconda senza indugi – soggiogato.
La stringe a sé nell’istante in cui restano soli, la schiena gli carezza il petto, i capelli gli solleticano il collo, la bocca gli infiamma il viso – calore.
Freme
quando Rose si volta, fronte contro fronte e sguardi pericolanti.
“Sei rimasto.”
“Sono rimasto.”
“Mi mancavi già.”
“Tu mi manchi sempre.”

~ 24 ottobre 2022

Il mondo non è altro che caos camuffato da ordine, un niente destinato a essere cacciato via, ad annegare nell’oblio. A rimanere incastrato nelle ore e nei minuti e nei giorni è solo ciò che ha importanza – loro, insieme.
S’osservano stretti l’uno all’altra, perduti tra ansimi, graffi e sudore. E se Rose s’inarca per divorare qualsiasi distanza, Lorcan s’insinua più affondo per ancorarsi a lei.

Mi mancavi già.”
Tu mi manchi sempre.”

C’è il vuoto ad abbracciarli non appena i respiri s’acquietano, una mancanza aggrovigliata alle ossa che spinge lei ad artigliargli le spalle, trattenerlo su di sé, soffiare baci sulle sue labbra.
“Lorcan.”
“Sono qui.”
“Resta.”
“Sempre.”





 

1estratto dalla poesia Nulla due volte di Wisława Szymborska.


Note dell’autrice: spero proprio che anche la seconda raccolta sia piaciuta a chi ha dedicato parte del proprio tempo a Caos. In questo caso, ho preferito ambientare l’ultima drabble prima della festa del trentuno ottobre che ha messo a nudo i sentimenti di James e tutto ciò che ne è seguito – ho voluto ritrarre Lorcan e Rose quando le ombre non erano ancora calate del tutto su di loro. Grazie, come sempre, a chiunque sia giunto sin qui.
Un abbraccio!





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3889283