IL BALLO DEI DIPLOMANDI
Hermione era
seduta a gambe incrociate sul pavimento del bagno e leggeva attentamente le
istruzioni di una pozione per lisciare i capelli. Era una cosa che le avevano
regalato Calì e Lavanda per incoraggiarla ulteriormente ad andare al ballo, ed
era fatta in casa, da una ragazza di Tassorosso, appassionata di Erbologia.
Quindi, anche se era una delle migliori studentesse della Sprite, non c’era
tanto da fidarsi. Quando finalmente si fu convinta che non c’era niente da
temere, l’applicò sui capelli. Dopodiché tornò in camera, dove tutte le ragazze
del settimo anno e Ginny si stavano vestendo.
-Herm, allora ti stai preparando anche tu, alla fine hai
deciso di venire!- esclamò la più piccola di casa Weasley correndole incontro.
-Già, alla fine mi avete convinto, ragazze! Ho pensato che
starmene a studiare anche stasera sarebbe stato troppo deprimente e così…
eccomi qua!-
-È fantastico che tu ti sia convinta, Herm!- disse Lavanda
sorridendole. –Se fossi mancata se la sarebbero presa tutti, non potevi
mancare! Ma cosa ti metti? Non abbiamo ancora visto il tuo vestito.-
-Questa è una sorpresa, ragazze. Sarà una sorpresa per
tutti.-
Ginny alzò un sopracciglio, dubbiosa.
-Non è che per caso hai deciso di conquistare mio fratello
questa sera, vero? Perché te l’ho già detto, ‘Mione: lui non ti merita. Non
merita che tu faccia tutto questo per lui!-
Calì annuì, d’accordo con l’altra ragazza.
-Secondo me Ginny ha ragione. Vi conoscete dal primo anno e
lui non si è mai accorto di te. E questo vuol dire che è proprio uno stupido,
dato che tu sei fantastica, Herm.-
Hermione sorrise tristemente.
-Sarà, ma la cosa non mi consola affatto. Io voglio lui e
lui ha chiesto di andare al ballo a Luna! Di lei si è accorto, quindi non è
scemo… ci può essere solo una conclusione: io non gli piaccio. Non nel senso i
cui lui piace a me, almeno.-
Lavanda controllò l’orologio e poi con un colpo di bacchetta
le tolse l’intruglio verdastro dai capelli, che le ricaddero lisci sulle
spalle.
-Secondo me è che lui pensa di non piacerti, perché tu di
sicuro gli piaci! Noi facciamo scommesse da un sacco di tempo su quando voi vi
metterete assieme!-
-Lav ha ragione! Ricordi com’era geloso di Krum?- rincarò
Ginny. –Quale motivo aveva di essere geloso se non gli fossi piaciuta? E poi le
vostre solite liti e come lui ti cerca sempre per fare pace… secondo me è
innamorato, Herm.-
Hermione la guardò con tanto d’occhi.
-Innamorato? Innamorato?! Lui è qua a meno di dieci metri
che si sta preparando per uscire con un’altra e voi dite che è innamorato di
me? Ragazze, non ha senso.-
-Lo so che per noi ragazze un ragionamento del genere può
non avere senso, ma ti assicuro che i ragazzi ragionano proprio così. Ron vuole
farti ingelosire e per questo ha invitato un’altra ragazza la ballo.-
-E allora non avrebbe dovuto dirmelo? Come faccio ad essere
gelosa se lui non mi dice che esce con un’altra?-
Ginny sospirò e le raccolse i capelli in un fermaglio
d’argento.
-Perché mio fratello è un po’ tonto. Comunque quello che
dice Calì è vero, sai? Harry mi ha detto che Ronald voleva invitarti al ballo,
ma che temeva che tu avresti detto di no, quindi ha lasciato perdere. Poi un
giorno ha incontrato Luna per i corridoi e preso dall’angoscia di essere
l’unico ragazzo senza una dama le ha chiesto di andare al ballo.-
Hermione sorrise, leggermente rincuorata da quelle parole, e
le cacciò tutte fuori dal dormitorio.
-Va bene, mi fido di te. Allora mi vesto e ci vediamo giù,
okay?-
Poco più in là, sempre nella torre di Grifondoro, i ragazzi
stavano discutendo seduti sulle poltrone della Sala Comune, aspettando le
rispettive ragazze.
-Però, Dean, quest’anno sei andato davvero forte! L’amica di
mia sorella non è davvero niente male!- disse Ron ammiccando e dandogli una
gomitata.
-Già… quasi quanto Harry che si è preso direttamente la
piccola Weasley!- ribatté il ragazzo scoppiando a ridere. Ron cambiò
immediatamente espressione.
-Hey, mia sorella non è stata presa da Harry! Harry
non si è preso proprio nessuno! Vero, amico mio?-
Il ragazzo annuì, sapendo quanto potesse diventare violento
il rosso in quel frangente.
Semeaus inarcò un sopracciglio.
-Come no! Ron, è inutile che tu faccia finta di niente,
Harry è un ragazzo di diciassette anni ed ha certi… bisogni, se capisci
cosa intendo. E Ginny è proprio un gran bel pezzo di ragazza. E poi stanno
assieme da almeno sei mesi, è naturale che…
Ron scattò in piedi, fulminandoli uno per uno con lo
sguardo, per poi soffermarsi su Harry.
-Tu reprimerai i tuoi istinti fino a che mia sorella non
avrà compiuto minimo trent’anni, chiaro? E tu…- puntò il dito contro Semeaus.
-…non osare mai più fare genere di commenti su Ginny, capito?-
I due annuirono, senza riuscire a trattenere le risate. Era
incredibile che una persona potesse diventare tanto protettiva nei confronti di
qualcun altro, anche se questo qualcuno era una sorella più piccola. Neville
pensò che fosse meglio cambiare argomento prima che scoppiasse una lite coi
fiocchi.
-Ron, anche tu ti sei trovato una bella ragazza, però.-
disse timidamente.
Il rosso smise di fulminare gli altri e si accasciò
nuovamente sulla poltrona.
-Lascia perdere.- mormorò.
Gli altri si scambiarono uno sguardo. Harry scrollò le
spalle.
-In realtà lui non voleva invitare Luna.- spiegò. –Voleva
invitare Hermione però ha sentito che lei non voleva venire al ballo e allora
ha invitato l’unica ragazza che credeva gli avrebbe detto di sì.-
Dean storse il naso.
-Volevi invitare la Granger?-
Ron lo guardò male.
-Beh, che c’è? Hermione è una bella ragazza!-
-Certo, quando riemerge da dietro i libri!-
Harry sospirò.
-Dean, non parlare male della nostra migliore amica. Herm è
molto carina e secondo me lei e Ron sarebbero perfetti insieme.-
-Beh, se è vero che gli opposti si attraggono sì, allora Ron
ed Hermione sarebbero perfetti insieme. Però su questa cosa ho ancora i miei
dubbi.-
Ronald scattò in piedi un’altra volta.
-Smettetela di parlare di me come se non ci fossi!- sbottò.
–E poi che vorresti dire, che non sono abbastanza per lei?!-
Neville decise di fare da paciere per la seconda volta in
dieci minuti. Forse sarebbe stato ricompensato per tutte quelle buone azioni e
sarebbe riuscito a trovarsi una ragazza entro la fine della serata.
-Ragazzi, non litigate, va bene?- disse. Poi sospirò e
sorrise. –Hermione è davvero una bella ragazza e Ron ha il diritto di farsi
piacere chi vuole, quindi smettiamola di discutere.-
Il rosso sorrise all’amico, ma assunse tutt’altra
espressione non appena Semeaus sbuffò:
-Il tuo parere non conta, Neville. Tu sei pazzo di Hermione
dal primo anno!-
-È vero, Neville?- indagò Ronald incrociando le braccia al
petto.
-Beh… ecco, io… trovo Hermione proprio una bella ragazza,
dolce, intelligente. Con me è sempre stata molto gentile, me suggerisce sempre
a Pozioni e…
-Per la barba di Merlino, allora è vero! Voi siete tutti matti!
Io vado a prendere Luna, ci vediamo dopo… sempre che tu…- puntò il dito contro
Harry -… non stia facendo chissà cosa con mia sorella piccola. E che
tu…- si voltò verso Neville. -… non ci stia provando con la ragazza di cui sono
innamorato dal primo anno! Arrivederci!- e se ne andò perdendosi lo spettacolo
di un’Hermione vestita da un lungo abito nero molto elegante e provvisto di una
profonda scollatura scendere dalle scale del dormitorio.
Draco si sistemò la giacca dello smoking e si guardò allo
specchio.
-Come sto, Blaise?-
Il compagno di stanza fece una smorfia.
-Sei meravigliosamente meraviglioso, come sempre. Tutte le
donzelle presenti ti cadranno ai piedi e Pansy avrà una crisi isterica. –
ghignò. –Come sempre. Mi aiuti a fare questo dannato nodo?-
Il biondo ricambiò il ghigno.
-Ogni uomo sa farsi il nodo alla cravatta, Blaise. Papà
Zabini non te l’ha insegnato?-
-Perché, papà Malfoy l’ha fatto?-
-Ovvio, saper fare certe cose è assolutamente
indispensabile.-
-Ma davvero? Beh, papà Zabini ha altro da fare. Il braccio
destro del Signore Oscuro ha più tempo libero di un umile Mangiamorte, Draco.
Ora ti prego, fammi questo dannatissimo nodo altrimenti arriveremo entrambi in
ritardo. E tu sai quanto Pansy detesti i ritardi.-
Draco sospirò e si avvicinò all’amico.
-Figurati, Pansy odia i ritardi ma lei puntuale non lo è
mai. So già che dovrò andare a recuperarla in camera, altrimenti se la lascio
fare al ballo non ci arriviamo proprio.-
Prese ad armeggiare con la cravatta e con pazienza gli
spiegò ogni movimento che faceva. Alla fine tirò ed il nodo uscì perfetto.
-Visto, Blaise? Non è difficile, ci vogliono due minuti.
Papà Zabini poteva sprecare un po’ del suo tempo prezioso per insegnarti una
cosa tanto importante.-
-Forse. Però posso sempre chiedere a papà Malfoy di
insegnare questa cosa tanto importante al migliore amico di suo figlio.-
Risero insieme, immaginando i loro padri perdere tempo a
spiegargli come fare il nodo alla cravatta. No, non lo avrebbero mai fatto.
Draco, continuamente obbligato ad essere presente alle varie cene tenute a
Malfoy Manor, aveva imparato da Rosy, la governante, mentre Blaise, solitario
ragazzo, non aveva imparato del tutto.
-Allora tu vai da Pansy?- domandò il moro mettendo la
bacchetta nella tasca interna della giacca.
-Sì. Tu dove ti vedi con Stella?-
-Qua in Sala Comune. Ci vediamo dopo.-
Il biondo fece un cenno d’assenso e poi girò a destra,
diretto verso la stanza di Pansy, mentre Blaise raggiungeva la propria dama,
una bella ragazza dai capelli color pece.
-Pansy?-
La ragazza si voltò di scatto.
-Oh, Draco, sei tu. Mi hai spaventata!-
Lui si avvicinò e le diede un lieve bacio sul collo.
-Ovvio che sono io. Chi credevi che fosse?-
-Oh, nessuno. Pensavo solo che ci saremmo visti giù, come ci
eravamo messi d’accordo.-
-Invece sono venuto su. Ti manca tanto?-
Lei scrollò le spalle.
-No, sono quasi pronta. Devo solo scegliere quale collana
indossare. Tu quale preferisci?-
Lui osservò i vari gioielli. Erano tutti molto belli,
preziosi sicuramente, ma per i suoi gusti troppo appariscenti. Alla fine prese
in mano la collana più semplice, fatta da un filo di perle nere.
-Queste sono le più belle.-
Pansy sorrise.
-Perché sono quelle che mi hai regalato tu, Draco.-
Il ragazzo sorrise amaramente. Quello era l’unico regalo che
avesse mai fatto a Pansy. Al quarto anno, quando era sinceramente convinto di
essersi innamorato della ragazza. Un sentimento che era durato a malapena un
mesetto.
-Appunto.- gliele allacciò dietro al collo e le sfiorò con
un dito. Erano davvero belle e gli erano costate una fortuna. Le aveva comprate
nell’unica gioielleria di Nocturn Alley. Suo padre sicuramente avrebbe potuto
fargliele avere per molto meno, ma quando gli aveva chiesto di parlare con
Madama Darkness, Lucius si era rifiutato sostenendo che nessuna donna meritava
un regalo tanto prezioso. Gli disse che se voleva essere rispettato da Pansy
non avrebbe dovuto farle alcun regalo, che i Malfoy non sprecavano tempo e
denaro per le proprie donne. In quell’occasione Draco si era chiesto se non fosse
per quel motivo che sua madre era tanto triste. E così aveva acquistato le
perle, anche se aveva dovuto sacrificare molti dei soldi che aveva con fatica
risparmiato per comprarsi una nuova scopa da corsa. Per fortuna a quella aveva
pensato il padre solamente pochi giorni dopo.
Lei sorrise, lo prese sottobraccio ed insieme risalirono i
sotterranei, diretti verso il luogo del ballo.
La Sala Grande era una cosa fantastica. Un immenso
striscione con scritto “CONGRATULAZIONI
DIPLOMANDI!” era sospeso in aria. Il soffitto incantato mostrava una
distesa di stelle che sembrava brillassero solo per loro, i festeggiati
studenti del settimo anno che presto avrebbero lasciato Hogwarts. Dove
solitamente c’era il tavolo dei professori era stato allestito un palco, dove le
Sorelle Stravagarie stavano suonando le loro canzoni più famose. Nella Sala
ragazzi e ragazze vestiti con abiti eleganti stavano ballando, felici come in
pochi altri giorni.
-Draco… guarda che bello!- sussurrò Pansy sorridendogli e
trascinandolo in mezzo alla pista. Gli allacciò le braccia dietro al collo.
–Non sei contento che finalmente abbiamo finito la scuola? Domani ci daranno e
diplomi e poi saremo liberi.-
Liberi. Lui affondò il viso tra i capelli di lei che, dopo
varie prove, erano biondi. Lui non sarebbe stato libero. La consegna dei
diplomi non lo avrebbe reso libero, avrebbe segnato la sua condanna.
-Sì, Pansy.- sussurrò lasciandosi baciare. –Da domani saremo
liberi.-
Harry si avvicinò ad Hermione, che stava appoggiata al
tavolo delle bibite, e le tese la mano.
-Mi concede questo ballo, bellissima donzella?-
-Ma certo, mio altrettanto bellissimo cavaliere!-
Si sorrisero ed insieme si diressero verso il centro della
pista da ballo. Lui la strinse tra le sue braccia e la fece volteggiare al ritmo
lento della musica.
-Herm, stasera sei davvero meravigliosa. Se non fossi già
felicemente fidanzato e non ti considerassi come una sorella credo che ci
proverei con te.-
Lei arrossì un poco.
-Oh, lei è sempre il solito adulatore, signor Potter!-
-Ma glielo devo, signorina Granger! Se lei non mi avesse
fatto copiare i suoi compiti ed i suoi appunti per questi sette anni
probabilmente non sarei a questo ballo!-
Lei gli fece la linguaccia ed appoggiò la testa sul suo
petto.
-Sono contenta che faremo l’Addestramento Auror insieme,
Harry. Non credo che sarei riuscita a separarmi da te.-
-Anch’io, Herm. Tu, io e Ron, ancora tutti insieme, ancora
uniti. È una cosa fantastica. E dopo che Voldemort sarà sconfitto… cioè, se
sarà sconfitto, io…
-Tu sconfiggerai Voldemort, Harry. Io lo so. Lo sento
dentro.-
Il ragazzo sospirò.
-Io non ne sono così sicuro, ‘Mione. Guarda… guarda quanti
Serpeverde lasceranno la scuola domani. Tre quarti di loro diventeranno
Mangiamorte. Nuove schiere proteggeranno Voldemort, il Lato Oscuro avrà nuove
forze, nuova gente giovane al proprio servizio. Sarà tutto più difficile.-
-Se la vedi a questo modo la fine della scuola è a nostro
vantaggio. Noi siamo tre Case, Grifondoro, Tassorosso e Corvonero, che
combatteranno unite. Vinceremo, Harry. Vincerai!-
Lui le sorrise grato e le diede un bacio sulla guancia.
-Grazie, piccola.-
-Prego. Piuttosto, a proposito di Serpeverde, tu non hai
notato nulla di strano in Malfoy, ultimamente?-
Harry aggrottò le sopracciglia.
-No. È sempre il solito stronzo rompiballe. Perché? Tu hai
notato qualcosa di strano?-
“Sono amato da tutti. Ma nessuno lo fa nel modo giusto,
nessuno lo fa in modo disinteressato. Ed è come avere qualcosa di inutile. E fa
ancora più male.” Le parole del ragazzo le erano rimaste impresse nella mente
come fossero state scritte con il fuoco.
-Non so. Mi sembra solo… triste. Infelice.-
-E da quando ti preoccupi della felicità di Malfoy?-
-Non mi preoccupo della felicità di Malfoy. È solo una cosa
che ho notato. Non…
-Posso rubarti la dama per un ballo, Harry?-
Harmione si girò e sorrise a Ronald, che le stava tendendo
la mano.
-Ma certo, così io torno dalla mia, di dama. Divertitevi!-
disse facendo l’occhiolino al ragazzo.
La mora passò dalle braccia di Harry a quelle di Ron e si
strinse a lui.
-Herm… senti, devo dirti una cosa.-
-Ah… sì? Cosa?-
-Beh, ecco… Per quanto riguarda il ballo… Io volevo invitare
te, ma… Cioè, io ti…
-Ron, cos’è questo?- lo interruppe lei sfiorando un punto
imprecisato sul collo del rosso.
Lui arrossì all’istante, mettendosi una mano dove prima lo
aveva toccato lei.
-Non so. Cos’è?-
La ragazza si staccò da lui di colpo.
-È un succhiotto, Ronald! Un succhiotto! Non volevi invitare
Luna, però da lei ti fai fare i succhiotti!-
-No, non è come… pensi. Io… cioè, lei… È stato solo un
bacio!-
Hermione cercò di trattenere le lacrime.
-Non è stato solo un bacio! Un bacio non lascia di questi
segni!-
-Invece sì, ti dico! È stata una cosa così! Era un
normalissimo bacio, poi lei ha preso a… mordicchiarmi e… Lo sai com’è Luna, è una
ragazza un po’ strana e…
-Lascia stare le scuse, Ron. Non importa. Lascia stare!- e
detto questo corse via.
-Draco…- ansimò Pansy riemergendo dal passionale bacio in
cui il biondo la stava coinvolgendo. –Andiamo in camera. Qua rischiamo dei
guai.-
-No, non ho voglia di andare in camera… voglio restare qua.
Mi piace rischiare. E poi questo divanetto è così nascosto, chi vuoi che ci
veda?-
-Ho voglia di fare l’amore, tesoro. E di sicuro non possiamo
farlo qui.-
-Dai, abbiamo una notte intera per fare l’amore. Ora non
parlare… baciami e basta.-
Lei gli posò due dita sulle labbra.
-Aspetta. Draco… abbiamo una vita intera per fare
l’amore, vero? Voglio dire, adesso che abbiamo finito Hogwarts noi possiamo…
stare insieme ufficialmente, no? Far conoscere le nostre famiglie, far…
-Le nostre famiglie si conoscono già, Pansy.-
-Sì, ma si conoscono per altri motivi! Potremo farle
conoscere per noi. Perché… stiamo insieme. Ufficialmente. Perché noi stiamo
insieme ufficialmente, vero Draco? Cioè, la nostra storia ha un futuro?-
Draco si alzò di scatto, facendola quasi cadere dal
divanetto.
-Pansy, ne abbiamo già parlato! Non sappiamo neppure se noi
due avremo un futuro, come posso dirti qualcosa sulla nostra storia?!-
-Ma tu vuoi che la nostra storia abbia un futuro? Tu
vuoi che… tu mi ami, Draco?-
Lui chiuse gli occhi. Era arrivato il momento di dire la
verità.
-Io non ti amo, Pansy.-
Il viso della ragazza si deformò. I suoi occhi si riempirono
di lacrime.
-Draco… cosa stai dicendo? Tu… Io…
-Scusami, Pansy. Ora devo proprio andare. Devo parlare
urgentemente con Silente. Ciao. Ciao, piccola. Ci vediamo presto.-
Se ne andò di corsa e la ragazza non poté fare altro che
fissare il mantello con lo stemma di Serpeverde svolazzare alle sue spalle.
Hermione si chiuse la porta della Guferia alle spalle e si
appoggiò al muro, cercando di riprendere fiato. Aveva corso per tutto il
castello prima di decidere dove andare. Voleva un posto tranquillo, dove
potesse piangere in pace. La Stanza delle Necessità era esclusa, sapeva bene
che i Corovnero avevano organizzato un festino privato dentro di essa. Non
voleva stare nella torre di Grifondoro perché tutto le faceva venire in mente
Ron e quello era l’ultimo pensiero che voleva avere in quel momento. Così aveva
optato per la Guferia, dove avrebbe potuto stare in pace e dove solo i gufi
avrebbero visto le sue lacrime. Si accasciò per terra ed in quel momento la
porta si aprì. Entrarono Draco Malfoy e Silente, che la notò subito.
-Signorina Granger, cosa ci fa qui?-
Lei si alzò, barcollando leggermente. Ci mancava solo fare
una figura del genere davanti al Preside!
-Mi scusi, signore… avevo bisogno di un po’ di
tranquillità.-
Il ragazzo sbuffò.
-Andiamo, Granger, credevo che avessi un po’ più di
orgoglio! Vuoi farti rovinare anche il ballo da Lenticchia?-
Hermione lo fulminò con lo sguardo.
-E tu che ne sai, Malfoy?-
-Ne so esattamente come tutti gli altri. Il succhiotto sul
collo di Weasley non è esattamente invisibile!-
La ragazza fece per ribattere, ma prontamente in Preside si
mise in mezzo.
-Non è il momento di parlare di questo, ragazzi. Signor
Malfoy, le consiglio di mandare quel gufo a suo padre. Signorina Granger, ci
vorrà un attimo e poi lei sarà di nuovo da sola. Io vado ad avvertire l’Ordine,
è importante che sappiano.-
Lui annuì e lei si risedette. Una volta che furono rimasti
soli Hermione si strinse nelle spalle.
-Malfoy… che sta succedendo?-
-Niente che ti riguardi.-
-Ma Silente ha parlato dell’Ordine…
-Ho detto niente che ti interessi!- sbottò duramente Draco.
-Scusami, non volevo essere invadente. Comunque ora me ne
vado, così non mi devi sopportare.-
Lui ghignò.
-Finalmente, Granger! Non ce la facevo più a vederti sempre
con gli occhi rossi dal pianto.-
-Non ti preoccupare, dovrai vedermi ancora solo domani
assieme agli altri Caposcuola durante la consegna dei diplomi e poi
probabilmente non ci vedremo più.-
Il ragazzo esitò.
-Io… non ci sarò domani. Parto adesso, immediatamente.
Quindi questa è l’ultima volta che ci vediamo.-
Hermione rimase colpita da quelle parole. “Questa è l’ultima
volta che ci vediamo”. Per quanto lui fosse stato arrogante ed antipatico per
tutti quegli anni aveva voglia di abbracciarlo. Dopotutto erano andati a scuola
insieme per ben sette anni! E non era sempre stato solo un peso, alla fin fine in
diverse occasioni le era stato utile. Aveva trovato il coraggio di picchiarlo
al terzo anno, e quando non aveva più voglia di studiare perché la prendevano
in giro lui, anche se inconsapevolmente, l’aveva spronata a fare sempre meglio.
Lei non si sarebbe mai fatta oltrepassare da un Serpeverde e la cosa le aveva
dato la spinta quando ne aveva bisogno.
-Ah. E dove vai? Non hai ancora ricevuto il diploma.-
Lui le indicò la pergamena che aveva appena allacciato alla
zampa di un bellissimo gufo reale.
-Silente me l’ha appena dato. Comunque per il dove vado…
-Lo so, non sono affari miei.-
Draco le concesse un ghigno che assomigliava vagamente ad un
sorriso.
-A dire la verità non lo so neppure io. Ho solo bisogno di
andarmene. Altrimenti… non so, me ne voglio andare per un po’.-
Hermione gli si avvicinò, titubante.
-È perché non vuoi diventare Mangiamorte, vero? E se tu
tornassi a casa tuo padre ti costringerebbe.-
Lui si irrigidì impercettibilmente.
-Non posso parlarti di questo, Granger. Sappi solo che… io
non sono mio padre.-
La ragazza annuì.
-Lo so. Cioè… lo sospettavo. Sono contenta di avere ragione.
Allora… spero che ti vada tutto bene, Malfoy.-
-Bene, lo spero anche io. Ora vado.-
-Addio, Malfoy.-
Lui inforcò la scopa e vi salì sopra. Hermione, presa da un
attimo di follia, lo trattenne per un braccio.
-Portami con te, Malfoy. Neanche io voglio restare qui!-
Il biondo spalancò gli occhi, ma si riprese subito.
-Tu sei matta, Granger! Figurati se ti porto con me!-
Lei lasciò andare la manica dello smoking come se bruciasse.
-Certo, scusami. Non so cosa mi sia preso. Addio.-
-Arrivederci, Granger.- si librò in volo ed indirizzò la
scopa verso la grande finestra della Guferia. –Chiedi a Silente il mio discorso
e leggilo tu per me, domani. Tra tutti gli altri Caposcuola sei quella che più
mi somiglia e che più merita di poter leggere a tutta la scuola quello che ho
scritto.-
Hermione gli sorrise per la prima volta in sette anni e lui
se ne andò.