Cara prof

di Baudelaire
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Entro per curiosità nel sito del mio vecchio liceo. C’è proprio tutto, dalla materna alle superiori. Navigo un po’ e scopro che qualche professore dei miei c’è ancora, qualche altro no. Che fine ha fatto quella di francese? Poi vedo che la preside, che tanto ho detestato, non c’è più. Al suo posto un uomo, il cui nome non ho mai sentito prima. Del resto, sono passati 14 anni, santi numi.
Ma lei c’è ancora, la mia prof. di storia e filosofia, così giovane, all’epoca. E’ diventata vice preside, da non credere.
Una marea di ricordi mi assale. Il suo viso pallido, i grandi occhi azzurri spalancati sulla vita e su di noi, i suoi sorrisi, e quei maledetti filosofi assurdi, Hegel, Kant, che chi li capiva era bravo. Ci ho perso la testa con le sue materie, ci ho perso ore e ore di studio china sui libri.
In quegli anni non ne sei consapevole, perché la vita non ti ha ancora chiesto il conto. Sei ancora nel Limbo, non ancora pronta per essere scaraventata nel suo flusso inesorabile, anche se manca poco e dovresti viverti quel periodo come in assoluto il più bello, il più meraviglioso. Ma è impossibile. Dovresti esserci catapultata ora, dopo che hai imparato, in qualche modo, cos’era la vita là fuori. Ora, con l’esperienza del poi, vivresti tutto diversamente. Forse studieresti di più, perché adesso sai che non c’è cosa peggiore dell’ignoranza ed è il solo e unico modo che hai per combattere gli stolti.
Io non ero pronta, ero ingenua, credevo che là fuori ci fosse il Paradiso, non la giungla. E ok, senza voler essere melodrammatici, ci sono tante cose belle, che danno gioia. Ma se nessuno ti ha preparato a quelle brutte, quando accadono non sei pronto a riceverle, e prendi un pugno dietro l’altro tentando solo disperatamente di pararti il viso con le mani. Che poi, quando le guance son finite, non ti resta più nulla.
Così rivedo questa prof. che mi trasmetteva un calore umano che mai nessun altro ha saputo fare.
Forse la invidio anche un po’, per aver trovato subito quel che cercava senza rimpianti.
Si ricorda di me, mi scrive nella mail, “eri così buona e affabile”, mi dice. Già, buona e affabile. Forse anche troppo.
Dai, è solo che non eri pronta.
E’ solo che, anche a tornare indietro, nessuno ti può insegnare a parare i colpi, né ti può dire quando arriveranno.
Puoi solo fare del tuo meglio in base a quel che sei. Nessuno ti può insegnare la vita, nemmeno quella giovane prof. che tanto hai amato.
Hai preso i colpi. Ok. Ti sei difesa come hai potuto.
Ne arriveranno altri, ma tu non arrenderti mai.
Prendi il bello di Socrate, Platone e anche sì, di quei pazzi scriteriati di Kant ed Hegel.
Prendi il buono che la scuola ti ha dato, e non incolpare nessuno, che la vita stessa è una scuola e anche a 80 anni, forse, c’è ancora da imparare.




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