La cosa giusta

di Baudelaire
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"È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità.

Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui saranno forse ancora attuabili."

Anna Frank (dal "Diario")



Mi domando, dopo aver da poco concluso la rilettura di questo libro toccante e così attuale, se davvero "tutto si è alla fine evoluto nuovamente al bene".
Ho il terribile sospetto che la storia si ripete all'infinito, che l'uomo, testardo come un mulo, seguiterà a rotolarsi nella melma nei secoli, come afflitto da una paura assurda di alzar lo sguardo alle stelle e contemplare la luce che è sopra e dentro di lui.

Non lo so.
Anna, come tutte le vittime del passato, dovrebbe essersi sacrificata almeno per questo. Per far sì che i posteri intravedessero la luce e vivessero per non commettere più gli stessi errori.

Mi commuovo per questa giovane fanciulla che sento così vicina, la cui vita è stata spezzata troppo presto. E sento, in qualche lontano angolo del mio cuore, che nè lei nè gli altri troveranno mai pace, nel Luogo dove dovrebbero riposare. Non fino a che Tutto il Male (per dirla alla Larsson) non sia davvero spazzato via dal mondo e, prima ancora, dal cuore di tutti gli uomini.

In fondo, si tratta sempre e solo di scegliere la cosa giusta. No?




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