Nato femmina

di Baudelaire
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Nato femmina.
Perché?
Se così non fosse, potrei amarvi apertamente, signor Oscar, gridare al mondo questo sentimento che mi contrae le viscere, ardente, spietato.
Oh, non mi è possibile.
Siete donna, come me.
Donna sensuale, bellezza travolgente che non lascia scampo.
Non amarvi, impossibile.
Non desiderarvi, illusione.
Vi amo, e brucerò all’Inferno.
Vi amo, e non sarò redenta.
Vi amo, e non troverò pace.
Vi sfido, combatto, sollevo la spada e affondo, scatto, mi ritraggo, perdo l’equilibrio e cado in acqua.
Vi burlate di me, senza remore, senza pudore, ignaro del mio cuore oppresso.
Ridete, e la spada affonda in questo petto squarciato.
Oh, non fatelo, signor Oscar!
Non uccidete una povera illusa che non trova requie!
Mai sarete mio.
Mai la mia pelle sfiorerà la vostra, fiore rarissimo impossibile da cogliere.
Condanna imperitura, dannazione immortale.
Ed eccomi qui, nella vostra stanza.
Eccola, la divisa.
Mi avvicino, la sfioro con tocco sottile, quasi temo di offenderla.
Azzardo, l’afferro.
È qui, tra queste braccia timorose. La immagino riempire il vostro corpo divino, caldo, profumato, sublime perfezione.
Lacrime impietose solcano le guance, scavano la mia fossa, inarrestabili.
Non lotto, non mi oppongo.
Resa incondizionata, la mia, a un amore maledetto, serpe velenosa che mi avvolge, sinuosa, letale.
Perirò, nel suo dolcissimo abbraccio mortale.
Perirò, e non mi volterò indietro.
Fine tragica ma giusta, un amore sbagliato la cui unica colpa fu quella d’esser nato.




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