Cado
dal cavallo, ormai privo di forze.
Il
dolore delle ferite dilania il mio corpo e sento l’umido calore
del sangue bagnare la mia giacca.
Sto
morendo, lo so.
Le
tue mani forti, Clark, si stringono attorno al mio corpo e strappano
la mia giacca.
– Mio
Dio! Quell è stato ferito gravemente mentre lottava perché
il cancello non fosse chiuso, ma non ci ha detto niente! –
esclami, sgomento.
Anche
gli altri sono stupefatti, malgrado siano abituati a situazioni
orribili.
Sorrido,
bonario. E’ vero, non ho voluto dire nulla, ma non sono pentito
della mia scelta.
Quando
mi è stata tolta la possibilità di navigare, per una
colpa non mia, ho pensato a togliermi la vita.
Credevo
di non meritare più nulla dopo la tragedia.
Questa
impresa mi ha ridato uno scopo e mi ha permesso di conoscere voi.
Siete
le persone più simili a degli amici che io abbia mai
conosciuto…
Anzi,
siete i miei amici.
Con
le vostre particolarità, anche criminali, siete riusciti a
conquistare il mio vecchio, arido cuore.
Sono
felice di avere sacrificato questo corpo vecchio e stanco per voi.
E’
bello morire così.
–
Sono…
quasi pronto per gettare l’ancora… Sentivo la vita
scorrere al di fuori di me, mentre cavalcavo… – mormoro.
I
nostro occhi si incontrano, Clark.
Ti
prego, non piangere.
Siamo
uomini, non è il caso di comportarsi da femmine deboli!
–
Quell,
tu non stai morendo! Ti porteremo a Dordona, e lì ti
rimetteremo in salute! – urli.
Mi
sembra di scorgere il bagliore delle lacrime nei tuoi occhi.
Chi
vuoi convincere, amico mio? Me o te stesso?
La
tua voce, di solito così decisa, ha un innaturale tono alto.
No,
amico mio, nemmeno tu sei convinto delle parole che dici.
Nemmeno
le magie di quei selvaggi potranno ridarmi la salute.
– No,
sono spacciato. Ma… non me ne importa. Da quando la mia nave è
bruciata e mi hanno tolto la licenza, io… non mi sono mai
preoccupato molto della mia vita… – bisbiglio.
E’
vero, non posso negare quella realtà.
Il
mio mondo, con la distruzione della mia nave, è andato in
pezzi e ho perduto la mia identità.
Sarei
dovuto morire prima, ma la sorte, nella sua crudeltà, è
stata generosa.
Ho
potuto vivere con voi una splendida avventura.
Giro
la testa e guardo il cielo, illuminato dalla tenue luce dell’alba.
E’
uno spettacolo mio.
I
miei occhi, prima di chiudersi, si riempiranno d’uno spettacolo
magnifico.
Sento
su di me il vento, che comincia a soffiare.
La
vista mi si sta offuscando, ma riesco a vedere i vostro volti, amici
miei.
Siete
prossimi al pianto.
No,
non piangete.
Siate
felici per me.
–
Cielo
limpido e un buon vento… oggi… – sussurro.
Piangerei di gioia, se non fosse prossima la mia morte…
Mi
sembra di rivivere le emozioni che provavo sulla nave…
Cerco
ancora i vostri sguardi.
E
poi… muoio.
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