Ricorda per non morirne

di zuckarr
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Ricorda l'agonia delle notti spese a morire. La riluttanza, il rifiuto, il disprezzo e l'orrore di ogni rottura che ti ha segnato fino a toglierti il sonno, fino a mangiarti le emozioni. Toglierti tutto per lasciarti con niente, né da perdere, né da volere. Ricorda il peggio che ti ha fatto a pezzi, e gli abbandoni che te li hanno sparpagliati. Le carcasse dei tuoi sogni e il tripudio dei tuoi tumori. Le voci antiche come martellate sulla testa. Tutto quel sangue a sporcare il pavimento. L'ironia malvagia di un destino che ti inginocchia a ripulire il lutto. Ricorda quanto è orrenda la gente che ti è intorno. Quel veleno e quelle fauci e quei vampiri alla finestra. L'inquietudine del mondo che si vede da sotto il letto. Le opposizioni e imposizioni e congetture che ustionano come marchi di fuoco nel ventre. Ricorda il vomito, l'ossessione. Il carcere dell'amore che ancora ti violenta e la colpa che continua a putrefarsi nel profondo di un oceano che non puoi condividere. Ricorda le urla che fanno terrore in gola come a cartavetrarla. Ricorda le sensazioni e gli ordigni che sono esplosi in nubi tossiche di sospiri esasperati. L'attenzione mancata, l'immolazione, la pena di morte come condanna a vita. Ricorda le streghe che temevi, sono ancora lì alle 3 di notte, quando le stelle spariscono e cessano di illuminare il cadavere della bambina. I simboli e gli idiomi di un passato mai decifrato, lasciato ai malefici del tempo. Marciume degenere a percorrere le crepe dei vasi che hai rotto. Ricorda che cosa vuol dire soffrire in contrasto con un cielo che offre terrori più tranquilli della vista di tua sorella dissanguata ed immobile. Ricorda il conforto di questa solitudine che lacera ma ascolta. 




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