Un
cielo cupo, grigio di nubi, sovrastava sinistro il tempio Lin Kuei e
rari fiocchi di neve, leggeri, scendevano in mille ghirigori,
posandosi sulle pietre.
Hanzo
Hasashi, immobile davanti al tempio Lin Kuei, attendeva. Da tanto,
troppo tempo era tormentato da sogni dolorosi e, in essi, troneggiava
la figura, ammantata di tenebra, di Bi - Han, fratello maggiore di
Kuai Liang.
Eppure,
entrambi guidavano il clan Lin Kuei e si erano mostrati degni di
encomio.
Come
era possibile?
Quei
sogni gli sembravano privi di senso.
Per
questo, aveva bisogno di risposte e solo un colloquio con entrambi i
fratelli avrebbe dato chiarezza all’oscurità.
Qualche
istante dopo, l’esile figura di Frost uscì dal tempio e
si inchinò davanti a lui.
–
Meno
formalismi, Frost. I due Grandi Maestri possono ricevermi? –
chiese, pacato. Anche lei compariva nei suoi sogni, il cuore marcio
di ambizione e crudeltà.
Come
era diversa dalla ragazza impetuosa, ma giusta, addestrata da Kuai
Liang e Bi Han.
Il
tempo, presto, avrebbe permesso a quella giovane di diventare nuovo
capo del Lin Kuei.
Frost
si alzò e fissò il suo sguardo glaciale su di lui.
–
Gran
Maestro Hasashi, lei saprà cosa è successo a Roma. –
iniziò la giovane criomante.
Il
ninja alzò un sopracciglio, perplesso da quell’affermazione.
–
Sì,
so che Quan Chi e le sue orde di demoni hanno attaccato la città,
alla ricerca della lancia di Longino. So anche che il Gran Maestro Bi
Han era stato ferito… – assentì, ma si
interruppe.
Sono
un idiota., pensò. Anche
lui, in quei giorni, aveva combattuto, per impedire a Quan Chi di
conquistare altre potenti
reliquie, situate in nazioni
differenti, e diversi membri
del clan Shirai Ryu erano periti.
Perfino
lui era stato ferito ad un braccio.
Evidentemente,
il danno al clan Lin Kuei era stato ben più grave e lui,
preso dall’ansia di risposte, non aveva considerato la
possibilità di un periodo di lutto.
Uno
dei due fratelli era morto.
Forse,
lo stesso Kuai Liang era perito nella battaglia di Roma.
– No,
si sbaglia. Il Gran Maestro Kuai Liang è vivo. Suo fratello Bi
Han sta morendo, a causa di una maledizione di Quan Chi. – lo
corresse la giovane criomante.
Per
alcuni istanti, Hanzo rimase silenzioso, quasi
dovesse metabolizzare la ntizia.
–
Sono
mortificato. Penso tornerò quando tutto sarà sistemato.
– azzardò, il tono percorso da una lieve nota di
imbarazzo. Le
sue risposte potevano attendere.
Non
voleva disturbare la quiete dei due fratelli con le sue richieste.
Uno
scalpiccio di passi, ad un tratto, attirò l’attenzione
del capo degli Shirai Ryu e della criomante.
Questi
si girarono e videro avanzare verso di loro Kuai Liang, avvolto in un
ampio mantello azzurro.
– Maestro,
è accaduto qualcosa? Ci sono novità? – domandò
Frost, sorpresa.
Kuai
Liang scosse la testa e, con un gesto lento, apparentemente
disattento, levò dal tessuto i cristalli di ghiaccio.
Il
ninja guardò prima Hanzo, poi Frost.
– Per
favore, puoi andare ad allenarti? Ho bisogno di parlare con lui. Poi,
ti raggiungerò e ti insegnerò nuovi attacchi. –
le disse.
Frost
annuì, si inchinò in un breve saluto e, rapida come una
cometa glaciale, si allontanò.
Per
alcun istanti, un silenzio imbarazzato calò sui due uomini.
Hanzo,
di tanto in tanto, scrutava il viso di Kuai Liang. Simili ad una
ragnatela, decine di rughe circondavano i suoi occhi, rossi di
lacrime.
Frost
non esagerava., dedusse il ninja
Shirai Ryu, esterefatto. Kuai
Liang aveva sempre mostrato un autocontrollo encomiabile e questa
qualità gli aveva consentito di diventare un rispettato
criomante.
Eppure,
in quel momento, pareva uno spettro del Netherrealm..
Hanzo
premette i polpastrelli della mano destra sulla tempia. Come un
lampo, era balenata l’immagine di un revenant dalle sue
fattezze, consumato dall’ira e dall’odio.
– Cosa
ti succede? Ti senti male? – chiese Kuai Liang, sorpreso dal
gesto dell’altro.
Hanzo,
per alcuni istanti, tacque.
– Ho
bisogno di risposte. Ma, se non te la senti, posso anche aspettare. –
lo rassicurò.
Fece
un passo, ma il tocco della mano di Kuai Liang sulla sua spalla
destra lo bloccò.
Hanzo
si girò e gli lanciò uno sguardo interrogativo.
– No.
Avrai le risposte che cerchi. – lo rassicurò Kuai Liang,
la voce calma. Anche Hanzo riceveva ricordi della sua vita passata e
questo confondeva la sua mente.
Sì,
meritava chiarezza.
A
passo rapido, attraversarono l’ampio piazzale, poi entrarono
nel tempio Lin Kuei.
Silenziosi,
salirono una lunga scalinata, percorsero un lungo corridoio e
giunsero davanti ad una porta.
Kuai
Liang la aprì e i due ninja entrarono nella stanza.
L’ambiente,
piuttosto ampio e a pianta rettangolare, era dominato da un tavolo
basso di legno massello laccato, su cui erano posate delle tazze di
ceramica.
Il
pavimento era ricoperto da un tappeto celeste, mentre le pareti erano
ricoperte da panoplie di diversa provenienza e al soffitto era appesa
una lampada di vetro ottagonale, che illuminava d’una debole
luce la camera.
Hanzo
e Kuai Liang si sedettero davanti al tavolo.
– Mi
dispiace per tuo fratello. – esordì ad un tratto Hanzo.
Un
mezzo sorriso sollevò le esangui labbra di Kuai Liang e, come
una scossa elettrica, una fitta d’amarezza attraversò il
suo petto.
– Quali
risposte cerchi, Hanzo? – domandò il criomante.
Hanzo
Hasashi strinse le mani in un gesto nervoso e, per alcuni istanti,
rimase silenzioso.
– La
mia famiglia è qui, con me. Mio figlio Satoshi si sta
addestrando per diventare il mio successore alla guida degli Shirai
Ryu, mia moglie vive ancora con me. Eppure, da diversi mesi, i miei
sogni sono tormentati da incubi di morte e distruzione, dominati
dalla figura di tuo fratello, Bi Han. Come si spiega questo? –
domandò il ninja capo degli Shirai Ryu.
Un
sospiro sgorgò dalle labbra di Kuai Liang. Con la sconfitta di
Kronika, lui si era impadronito della Clessidra del Tempo e aveva
strappato Bi Han al suo destino di corruzione.
Ci
era riuscito, ma questo aveva portato a effetti imprevisti.
Allungò
il braccio, prese la mano destra di Hanzo e la strinse.
Questi,
per alcuni istanti, si irrigidì, poi si rilassò. Col
tempo, si era creato tra di loro un rapporto di stima e rispetto, ma
non era mai andato oltre le loro nature, poco inclini a
manifestazioni teatrali dei sentimenti.
Tuttavia,
il suo amico, in quel momento, era prostrato dalla lunga e lenta
agonia del fratello.
– Quei
sogni sono i ricordi della tua vita passata. – cominciò
Kuai Liang.
Hanzo,
sorpreso, spalancò gli occhi e si chinò in avanti.
– Che
cosa intendi? – chiese, perplesso.
– In
un’altra realtà, io sono riuscito a vincere Kronika, la
signora del Tempo. Questo mi ha permesso di impadronirmi della sua
Clessidra e di manipolarne le sabbie. Grazie a queste sabbie, ho
potuto strappare mio fratello Bi Han al male. – continuò.
Hanzo
fece per parlare, ma si bloccò. Forse, le tenebre sarebbero
state dissolte.
Doveva
attendere le parole del suo compagno.
D’istinto,
la mano di Kuai Liang si strinse attorno a quella del ninja Shirai
Ryu, quasi cercasse un appiglio ad un tumulto psicologico.
– Sì.
Nella realtà precedente, l’anima di mio fratello venne
corrotta. Assieme a Quan Chi, distrusse il tuo clan e questa tragedia
portò alla nascita di un revenant consumato dall’odio,
Scorpion. Il fuoco, di cui tu sei padrone, era ravvivato dall’ira
di un uomo sofferente, che aveva perduto la sua famiglia. –
confessò.
Ora
si spiega tutto. Come possono cambiare le cose.,pensò
Hanzo, meravigliato. Grazie al tenace amore di suo fratello, l’anima
di Bi Han era stata liberata
dalle catene del male e della corruzione, ma gli eventi della
precedente realtà avevano lasciato delle reminiscenze.
Le
varie realtà era collegate tra di loro, come i vari anelli di
una lunghissima catena, e la
manipolazione lasciava delle tracce.
Sì,
le parole di Kuai Liang rimettevano al loro posto le tessere di un
mosaico prima incomprensibile.
Vedendo
la luce cogitabonda nello sguardo di Hanzo, Kuai Liang accennò
ad un tenue sorriso.
– Chiederò
a Bi Han se vuole parlare con te. – promise.
Di
scatto, si alzò, percorse a grandi passi la stanza e uscì.
Qualche
minuto dopo, Kuai Liang tornò.
– Hanzo,
Bi Han desidera vederti ed esporti gli eventi dal suo punto di vista.
Puoi seguirmi? – chiese.
Senza
dire alcuna parola, Hanzo si alzò, si avvicinò a Kuai
Liang e uscirono dalla stanza.
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