Ci
guardiamo attorno.
– Niente!
– mormoro, frustrata. Dove è Maxi?
Sembra
svanito.
Ma
non è così.
Ne
sono sicura, sta lottando contro Astaroth.
Non
è sua abitudine volgere le spalle al combattimento.
Anche
Kilik, malgrado il suo autocontrollo monacale, sente la frustrazione.
– No!
Non può essere! – grida lui.
Il
suo grido, così lacerante, interrompe il corso dei miei
pensieri.
Alzo
la testa e sbarro gli occhi.
Maxi!
Cosa
ti hanno fatto?
Con
fatica, riesci a restare in piedi e sul tuo corpo si aprono diverse
gravi ferite.
– Perché
ci avete messo così tanto? – domandi. Il tuo tono vibra
di sarcasmo, ma, oltre questo, riesco a sentire tua la malinconia.
Kilik,
d’istinto, si precipita verso di te e le sue braccia si
stringono attorno al tuo corpo.
Trema.
In questo momento, Maxi, gli sembri così fragile…
Ha
paura di cagionarti ulteriore dolore.
Le
tue labbra, rosse di sangue, si piegano in un debole sorriso e il tuo
sguardo si addolcisce.
– No!
Non può essere! – urla Kilik.
Comprendo
bene la sua disperazione.
Non
vuole perdere un caro amico.
E
nemmeno io voglio un simile epilogo.
Ma
dobbiamo accettare una tale, dolorosa realtà.
– Questa…
questa è la fine per me… – sussurri, pacato.
Tali
parole, pronunciate con una simile calma, trafiggono le nostre anime.
Eppure,
continui a sorridere e a lanciarci sguardi quieti.
Non
vuoi vederci soffrire, ma stai sbagliando tattica, Maxi.
– Kilik…
– balbetti.
Qualche
istante dopo, le tue mani si sollevano e consegnano i nunchaku a
Kilik.
– Maxi!
– urla.
Perfino
il suo controllo di monaco si sta sgretolando.
E
posso capirlo!
Ti
vuole bene e non vuole perderti.
Poi,
comprende il tuo desiderio e prende le tue armi.
– Xianghua…
Per favore, avvicinati anche
tu…
– mi chiedi.
Allontano
le lacrime, di cui non mi ero accorta, e mi avvicino a te.
Vuoi
averci accanto in questi tuoi estremi momenti.
Ed
è giusto così.
Nemmeno
io ti lascerò solo.
Lancio
uno sguardo verso Kilik e scorgo le lacrime nei suoi occhi castani.
Con
fatica, allunghi il braccio destro.
– Datemi
le vostre mani… – chiedi.
Annuiamo
e, quasi in contemporanea, poggiamo le nostre mani sulla tua.
Una
luce dolce brilla nelle tue iridi blu e lacrime di commozione rigano
le tue guance pallide.
– Sono
stato fortunato… Siate
felici…
– sussurri.
Il
tuo braccio, ad un tratto, perde forza.
E
il tuo corpo si abbandona nella morte.
Per
alcuni istanti, restiamo immobili, istupiditi.
Non
puoi averci abbandonati, Maxi.
Eppure,
è così.
Il
tuo corpo giace tra le braccia di Kilik, ormai privo di vita.
Kilik
ti stringe e soffoca le sue lacrime contro il tuo petto, ormai fermo.
La
sua schiena è scossa dai singhiozzi.
Poi,
ad un tratto, si solleva e il suo sguardo fissa davanti a sé.
– Xianghua…
Aiutami a dargli sepoltura… – chiede, la voce arrochita.
Si
vergogna di essersi abbandonato a quell’attimo di debolezza.
Con
un cenno del capo, annuisco.
E
prepariamo ormai la sepoltura del nostro comune amico.
|