La
raccolta
partecipa al Corona contest del gruppo facebook «Naruto
Fanfiction Italia».
Bene,
prontissima per affrontare questa sfida! Non avendo la più
pallida idea dei
prossimi prompt e dei personaggi, non ho assolutamente idea di come
sarà questa
raccolta :D Ovviamente voglio provare a tenere un filo conduttore (canonverse
post 699) ma non dico niente, che se mi compare Zabuza tra i
personaggi
mica so come farlo resuscitare.
Quindi,
godiamoci come viene! Sappiamo solo che sarà una raccolta di
One-shot, flashfic
e drabble (sì, insomma, nemmeno quello ho chiaro).
So solo
che
sono già riuscita a infilare l’Obinaru 8)
Spero di
creare qualcosa di decente <3
Hatta
Personaggio: Uzumaki Naruto
Prompts: “Che
lo mangi quello?”
Altri personaggi: Haruno Sakura
e Uchiha
Obito.
Pairing:
Obito/Naruto.
Genere:
Fluff, slice of life, comico.
Verse: Canon.
Rating: Verde
Descrizione: Obito non
mangia e Naruto cerca
di capire perché approfittando del neurone che condivide con
Sakura.
Normalità
non proprio normale
Inizia
tutto
così:
“Che
lo
finisci quello?”
Per il
resto, è una normalissima serata al centro di Konoha. La via
è trafficata come
suo solito dall’andirivieni di civili e shinobi, bambini che
saltano sui tetti
per tornare a casa prima del coprifuoco e le lanterne dei locali sono
accese a
illuminare la notte insieme ai lampioni. Naruto ha ancora una volta
dimenticato
di fare la spesa, perciò per sopperire al frigorifero vuoto
ha deciso di
invitare Obito da Ichiraku, perché non
c’è niente di meglio del ramen dopo una
lunga giornata.
Prende
le
sue solite ciotole, spazzolandole con adorazione e mille complimenti al
cuoco,
chiacchierando con il suo accompagnatore di cose futili, le prime che
gli
passano per la mente. Obito ascolta, attento e divertito dalla foga con
cui
mangia e parla. Ha la solita espressione un po’ corrucciata,
come se si
sentisse allo scoperto, la stessa che ha ogni volta che Naruto lo
trascina
fuori dalla loro casa, dalla prigione che si è auto-imposto.
Lentamente, però,
si sta sciogliendo nel chiacchierare anche con Ichiraku e la figlia;
anche
questo tutto nella norma.
Naruto
ha
finito la sua terza tazza di ramen – e ancora, niente di
straordinario – quando
si accorge che Obito è ancora alla prima, mezza piena, e che
trastulla con le
bacchette immerse nel liquido senza raccogliere la soba.
“Che
finisci quello?” chiede allora, già allungato per
prenderlo.
Ovviamente
per quanto Sasuke sottolinei il contrario, lui
è una persona educata, quindi aspetta che Obito
gli dia il
permesso prima di fiondarsi sulla quarta tazza di ramen e, onestamente,
anche
questo è nella norma. Cosa che con una risata grossa
sottolinea Ichiraku:
“Poco
appetito come al solito, eh?” commenta.
Le
orecchie
di Obito si accendono di rosso all’osservazione ma sorride,
un po’ nervoso e imbarazzato.
Fa spallucce, come a dire: sono fatto
così.
Ma a ben
pensarci, non è la prima volta che succede una scena del
genere. Mentre
inghiotte il brodo rimasto, Naruto ricorda
un’infinità di altre volte in cui
Obito non ha mai finito la sua ciotola di ramen.
Ma non
si
tratta solo del ramen! Anche a casa non finisce mai nulla di quello che
ha sul
piatto quando cucina Naruto. E, okay, magari può
c’entrare la sua scarsa
capacità culinaria, ma c’è anche da
dire che quando cucina Obito si fa sempre
delle porzioni minuscole per sé. Oppure quando vanno a
mangiare la carne
grigliata con gli altri, anche lì lo vede prendere solo
qualche boccone. O
durante le missioni… anche se si sforza Naruto non ricorda
di averlo mai visto
prendere le sue barrette energetiche.
Il fatto
che Obito mangi pochissimo è una normalità.
Ma
questo
non può essere normale, dattebayo!
Inizia
un
periodo di appostamento.
È
arrivato
il momento di mettere in atto tutto ciò che gli ha insegnato
Kakashi nelle
tecniche investigative. Prima di diagnosticare che, sì,
Obito mangia poco e
quel che mangia lo fa a sforzo, deve avere sufficienti prove a suo
favore.
Quindi comincia a spiarlo ai pasti.
Dopo due
settimane, può essere sicuro che: uno, Obito non fa
colazione, al massimo
condivide il caffè con Kakashi quando è alla
Torre dell’Hokage; due, se è da
solo non pranza e cena proprio; tre, quando è in compagnia
trova sempre scuse
per poter diminuire le porzioni; quattro, non accetta mai spunti extra
durante
la giornata.
In
pratica,
a parte i rari casi dove è con altre persone, Obito
sopravvive con l’aria.
La
realizzazione lo fa restare in silenzio per dieci minuti, un tale
record che
Kurama inizia a scuoterlo preoccupato.
Il fatto
è
che è lui a essere
preoccupato,
dattebayo! Obito è un ninja, uno stupido ninja che passa il
tempo ad allenarsi,
con una resistenza incredibile e che copre tantissime missioni. Dove
trova
l’energia per farlo? Perché non mangia?
Com’è possibile che, con tutto quello
che fa nella giornata, non abbia fame? Come?!
L’ansia
raggiunge
picchi tali che deve condividere la notizia con qualcuno.
La prima
persona che gli viene in mente è Sakura e si rende conto che
forse è la scelta
migliore. La ragazza non è solo la sua migliore amica,
è anche un medico. Se le
spiega la situazione magari può fare degli esami a Obito per
assicurarsi che
sia tutto okay, che non sia in procinto di morire affamato.
Insomma,
non può perdere il suo ragazzo perché si rifiuta
di mangiare. Non lo accetta.
Sakura
non
gli crede. Forse un po’ è anche colpa sua, che
quando prova a spiegarle la
situazione è confusionario come suo solito e si perde pezzi
per strada che
ricorda dopo e allora li aggiunge aprendo parentesi che…
Insomma,
Sakura si scoccia e prova a mandarlo via, visto che deve lavorare.
Naruto
allora le racconta di quando non ha finito la sua ciotola a Ichiraku e
di come
non finisca mai le ciotole di Ichiraku.
“Forse
semplicemente non gli piace il ramen” gli fa notare con una
vena che pulsa
sull’ampia fronte.
“A
tutti
piace il ramen!” perde il punto del discorso troppo offeso
dal suggerimento.
“A
Sasuke
no”.
“Ma
che
c’entra? Il teme è un Uchiha”.
“E
Obito
cos’è?”
“…”
Accetta
il
punto di vista, ma non lo condivide.
“Obito
è un
Uchiha diverso” spiega e Sakura fa davvero fatica a non
ricordargli che il dramma
scorre nelle vene di Obito come in tutti gli Uchiha che hanno
conosciuto, che
ha iniziato una strage dopo che era stato ferito emotivamente come
tutti gli
Uchiha che hanno conosciuto, che è un dannato Uchiha fatto e
finito e con lo
sharingan e le ciglia curate.
“In
ogni
caso, non è solo il ramen!” si ricorda il vero
argomento Naruto e inizia a
elencare contando sulle dita: “Non mangia la carne, non
mangia i dango, non
mangia gli onigiri, non mangia il sushi, non mangia il sekihan
e…”
“Okay,
okay” lo interrompe Sakura sentendo che le sta per venire il
mal di testa.
“Naruto, quello che dici non può essere vero e ti
spiego perché: Obito sta
bene. Se non mangiasse da due settimane in modo completo come dici il
suo
metabolismo non riuscirebbe a stare dietro alle sue attività
quotidiane!”
“È
questo
il problema” esulta finalmente Naruto.
“Com’è possibile? Forse è
malato, ha
qualcosa di strano, sta per morire... Sakura-chan, devi assolutamente
fargli
degli esami” si lagna.
Sospira
e
conta fino a dieci.
“Non
posso
fargli degli esami”, dice lenta per fargli entrare tutto
nella zucca vuota,
“senza un motivo serio”.
“Te
l’ho
appena dato il motivo serio!” protesta indignato.
“N-o-n m-a-n-g-i-a” sillaba
sputacchiando.
“E
io ti
ripeto che è impossibile”.
Naruto
sembra sul punto di mettersi a gridare contro il cielo e Sakura
vorrebbe
evitare visto che si trovano dentro un ospedale dove dovrebbe regnare
la pace.
Fortunatamente, prima che si decida a tirargli un cazzotto sulla zucca,
Naruto
si riprende da solo.
“Allora
vieni con me” propone serio, le braccia incrociate.
“Vieni a cena da noi oggi.
E anche domani osserverai Obito insieme a me. Ti dimostrerò
che non mangia!”
Onestamente,
Sakura non ha nessuna voglia di spiare un paranoico come Obito che
è pure
provvisto di sharingan ipnotico, è una missione suicida ed
è sorpresa che
Naruto sia riuscito a farlo per due settimana senza finire affettato da
degli
shuriken volanti. Ma Naruto allo stesso tempo ha quell’espressione.
Quella dannata espressione che fa ogni molta che
si mette qualcosa in testa e niente al mondo gli farà
cambiare idea,
nossignore.
In
questi
casi può fare solo una cosa: sospirare e seguirlo nella
speranza di limitare i
danni.
Trattandosi
ormai di una missione (e di una questione di principio) Naruto si
impegna. Con
una scusa licenzia i suoi tre adorabili genin, poi si dirige a casa con
un
libro di ricette sotto braccio. Ha intenzione di preparare una cena
spettacolare, degna del Clan Akimichi, del Paese della Forchetta, da
livello
Hokage, nuniken grado S… insomma, una cena che nessuno
può rifiutare.
Si
chiude
in cucina con dieci kage bushin pronto ad aiutarlo e si prepara a
produrre piatti
di alta qualità.
Quando
Obito torna, nella casa che condividono c’è un
invitate profumo che fa venire
l’acquolina in bocca solo annusarlo. Ma non sembra fare
effetto sull’uomo, anzi
con lieve preoccupazione si dirige alla cucina.
In un
primo
momento resta sconvolto dalla quantità dei piatti sul tavolo
della cucina, dal
loro aspetto impeccabile. Poi alza gli occhi sul ragazzo, ancora
intento a fare
polpettine di riso.
“Naruto?”
chiede esitante.
“Oh,
sei
tornato” cinguetta prima di dargli un bacio a stampo sulle
labbra.
Obito
è
troppo frastornato per poter reagire, continua a guardare tutti quei
piatti
sempre più preoccupato.
“Sono
tutti
per noi?” domanda.
“No,
no!”
lo rassicura ridendo, celando nel sorriso l’attenzione con
cui l’osserva. “Ho
invitato a Sakura da noi”.
Rassicurato,
Obito ricambia il sorriso. “Oh, Sakura
e…?”
“No,
solo
Sakura” conferma.
L’espressione
atterrita torna sul volto dell’ex-nuniken, come se per lui
sia più facile
affrontare l’intera Alleanza Shinobi che tutti quei piatti.
Non
commenta nulla, però, e quando l’ospite arriva si
siede a tavola senza
protestare al piatto che gli viene messo davanti.
Sakura
chiacchiera allegra, raccontando i continui problemi
dell’ospedale, come però
il reparto pediatrico che sta costruendo con Ino stia andando alla
grande,
apparentemente concentrata solo su Naruto. In realtà i suoi
occhi verdi
continuano a cadere su Obito, che sembra approfittare della
conversazione come
scusa per non mangiare. In effetti muove più la bocca per
intromettersi e
parlare, che per masticare.
Ma non
è
disposta a dare ragione a Naruto. Le brucia già troppo
ammettere che sia un
cuoco migliore di lei, non può cedere anche
sull’assenza di appetito di Obito.
“Obito”
chiama con voce stucchevole, “hai assaggiato questo sashimi?
Te lo consiglio,
prendine un po’!” E inizia a riempirgli il piatto.
Obito,
che
a malapena ha toccato la sua seconda porzione, scuote la testa.
“Sì,
li ho
assaggiati. Non serve, mangiali pure tu” assicura.
Ma sia
Sakura che Naruto
sanno che in realtà
non ha toccato un solo sashimi. A essere onesti, sta tentennando nella
porzione
di soba da troppo tempo senza portarsi nulla alla bocca. Allora
interviene
Naruto, porgendo quella domanda che in due settimane è ormai
diventata una
cantilena:
“Quello
non
lo mangi più?”
Un
sorriso
imbarazzato disegna sulle labbra dell’Uchiha e scuote la
testa.
“Lo
vuoi
tu?” domanda speranzoso, quasi sperasse che qualcuno gli
tolga quel cibo da
davanti.
Rassegnato,
Naruto si allunga a prenderlo. Sakura abbassa lo sguardo sul tavolo,
rendendosi
conto che le porzioni destinate per Obito sono quasi tutte
lì.
Non ha
praticamente toccato cibo.
“Va
bene,
facciamogli questi esami” sospira Sakura.
Come
promesso, ha seguito l’amico nel suo spionaggio e ha potuto
costatare di
persona come Obito sia sopravvissuto tutta la giornata con un
caffè per
arrivare alla sera, dove ha condiviso a sforzo un dango con Genma.
Nient’altro.
Naruto
esulta per aver avuto ragione, ma poi la preoccupazione torna subito ad
aggredirlo. Ora che ha anche la conferma di Sakura che questo non
è normale, è
più in ansia che mai.
Con una
scusa, convince Obito ad andare in ospedale. Si inventa di certi esami
che
tutti gli shinobi devono sostenere ogni sette anni, blaterando che
è arrivato
anche il suo momento di farli.
Ovviamente
Obito fa notare perplesso che Kakashi non gli ha mai parlato di
qualcosa del
genere. Naruto dissipa il dubbio con noncuranza.
“Sai
com’è
fatto il nostro Rokudaime, se lo sarà dimenticato”.
Fortunatamente
Obito è ancora troppo confuso dalla nuova versione di
Kakashi – così diversa da
quella a cui era abituato da
bambino –
per contestare che per quanto svogliato non si sarebbe mai dimenticato
qualcosa
del genere. Al massimo avrebbe fatto finta di dimenticarlo.
In ogni
caso, si sottopone a tutti i test medici senza protestare, molto
più tranquillo
di Naruto che scalpita in sala d’attesa.
Quando
Sakura gli porta i risultati è così convinto che
ci sia qualcosa di sbagliato
che è già pronto a prendere a pugni la morte
stessa, a correre dall’altra parte
del mondo ninja per trovare qualcosa che possa salvare per la quarta
volta
Obito da morte certa.
Invece:
“È
tutto okay”.
La
mascella
di Naruto quasi tocca terra da quanto spalanca la bocca.
“Ma
in che
senso?”
Senza
spazientirsi, Sakura gli piazza davanti la cartella con tutti i
risultati. Sono
solo numeri, grafici ed ecografie che Naruto riesce a interpretare
quanto
interpreta i quadri di Sai.
“Quindi?”
“È
tutto in
regola!” picchietta Sakura sui grafici con una penna,
l’espressione esasperata
come le fosse impensabile credere che qualcuno non sappia leggere una
cartella
medica. “Non c’è un solo valore fuori
posto nel suo organismo. Tutte le
vitamine, il peso, il valore del sangue, del colesterolo…
È perfetto da far
schifo” termina.
Corruccia
la fronte. “Com’è possibile?”
“Onestamente,
non ne ho idea” ammette. Con un sospiro, mostra
l’immagine con il chakra di
Obito. “Certe scansioni sono davvero difficili da fare per
via
dell’interferenza delle cellule di Hashirama, ma…
sta bene. Anzi, ha delle
riserve di chakra mostruose, non come le tue e quelle di Sasuke, ma
quasi”.
Quasi
è
comunque tantissimo e Naruto sa che uno dei modi per tenerle
così elevate è
avere un buon equilibrio fisico, dove la nutrizione ha un ruolo quasi
fondamentale. Non a caso fin da bambino Kakashi-sensei lo inseguiva
perché
mangiasse anche le verdure.
“E
ora che
faccio?” si lagna. È certo che Sakura abbia la
spiegazione, del gruppo è Sakura
quella intelligente.
Infatti
non
lo lascia a bocca asciutta.
“Parlagli”.
Sbatte
le
palpebre. “E cosa gli dico?”
Sakura
si
sta mordendo pensierosa il labbro inferiore con gli incisivi. Nel suo
camice da
medico e la coda sembra molto più grande di lui,
è quasi difficile che sia la
stessa Sakura-chan dei suoi tempi da genin.
“Obito
sta
bene a livello fisico. Ma a livello… emotivo?”
Ora
è
sempre più confuso. “Stiamo…
bene?”
Si
chiede
se deve dirle del sesso grandioso. Probabilmente no, l’unica
volta che ha
provato a parlarne con Sasuke ha quasi rischiato di essere trafitto al
petto da
un chidori per la seconda volta nella sua vita. Non vuole rischiare di
beccarsi
un pugno da Sakura, quindi tace.
La
ragazza,
intanto, sospira.
“Mangiare
non ci serve solo per il nostro fabbisogno calorico, ma
anche… come conforto.
Mangiare i cibi che amiamo ci fa stare emotivamente bene”.
Naruto
annuisce, nella sua mente la sensazione paradisiaca ogni volta che si
scola una
tazza di ramen.
“Forse
Obito si sta punendo” considera Sakura esitando.
“Forse… è un suo modo per
torturarsi. Resistere alla fame, togliersi i suoi piatti
preferiti… così per
pagare quello che ha fatto”.
La forza
di
quella congettura lo colpisce come un calcio di Rock Lee. Si siede su
una delle
sedie della sala d’attesa e guarda il nulla preoccupato.
Perché
ha
senso. Obito è un Uchiha, come gli ha ricordato Sakura,
l’autodistruzione è
iscritta nel suo DNA. Senza contare tutte le volte che fa riferimento a
come
non stia pagando abbastanza per le se colpe. Quante volte ha dovuto
scuoterlo perché
diceva di meritare la condanna capitale?
Non
è così
assurdo. Si impone di non mangiare per pagare la sua colpa.
È qualcosa in
perfetto stile Uchiha.
“Devo
parlargli!” risolve.
Sakura
annuisce. “Sì, è quello che ho
detto” puntualizza.
“Grazie,
Sakura-chan!” grida prima di sparire dalla sala
d’attesa.
Naruto
si è
preparato il discorso. L’ha provato e riprovato macinando
chilometri in
soggiorno. Ha perfino evocato un paio di cloni per assicurarsi di
averlo ben in
testa.
“Vai
alla
grande, capo” gli hanno assicurato prima di sparire in una
nuvola di fumo.
Soddisfatto
annuisce a se stesso. Sarà una pacata discussione tra due
uomini maturi.
Obito
torna
dalla Torre dell’Hokage che è ormai è
scesa la sera. Naruto è seduto sul
divano, che batte il piede nervoso incapace di stare fermo. Nota subito
il suo
essere sulle spine e dopo essersi tolto in giubbotto antiproiettile si
siede al
suo fianco.
“Va
tutto
bene?”
Naruto
resta in silenzio un secondo, cercando di ricordare quale fosse
l’inizio del
suo discorso.
“Obito,
perché non mangi?!”
…E
tanti
saluti al discorso.
Obito
sussulta sbigottito alla domanda diretta, brusca, anche un
po’ disperata.
Inizia anche a lui a muovere una gamba nervoso.
“Ma
che
dici? Io mangio…”
“Non
è
vero!” sbotta fissandolo negli occhi. “Non fai mai
colazione e quando sei da
solo non pranzi! E a cena mangi solo lo stretto necessario e sembri
costretto a
farlo! Perché non mangi? Cosa sta succedendo? Stai cercando
di ucciderti? Vuoi
punirti? Ti prego dimmi perché” piagnucola.
Il lungo
silenzio da parte dell’Uchiha aumenta solo di più
la sua apprensione. Lo sta
guardando come se cercasse una via di fuga, nervoso e combattuto. Non
vuole che
svincoli con una bugia, che cerchi di minimizzare il problema come fa
ogni
dannatissima volta. Quindi lo prende per mano e lo fissa serio, con lo
sguardo
che con il tempo ha capito essere letale per l’altro.
“Dimmi
cosa
sta succedendo”.
La
resistenza continua solo un secondo, ma poi abbassa le spalle vinto e
distoglie
lo sguardo.
“Io
non ho
bisogno di mangiare. Nemmeno di bere” ammette.
Naruto
ha
bisogno di qualche secondo per accertare la frase, ma anche quando la
fa non la
capisce.
“Ma
questo
è impossibile” protesta. “Tutti hanno
bisogno di mangiare per sopravvivere”.
Il
sorriso
amaro che stira le labbra dell’uomo gli fa stringere il
cuore, lascia che sciolga
la presa delle loro mani per arrotolarsi la manica della maglia jonin
fino al
gomito. Con l’indice e il medio pizzica la pelle bianca
trapiantata.
“Più
della
metà del mio corpo è composta da cellule di
Hashirama” mormora. “Questo mi
rende più simile a uno Zetsu che un essere umano. E come uno
Zetsu non mi serve
mangiare o bere per sopravvivere”.
Naruto
lo
guarda con tanto di occhi, sconvolto.
“Tu
non…
mangi?”
Sospira.
“Posso mangiare, se mi sforzo. Ma non è qualcosa
che il mio organismo ha
bisogno. Per questo se posso evito” ammette. “Per
lo stesso motivo non faccio
nemmeno la cacca” aggiunge sperando di stemprare la
situazione tesa.
La
missione
fallisce miseramente.
“Ma
perché…
perché non me lo hai mai detto? Perché ti sforzi
di mangiare?”
Ora
Obito
sembra imbarazzarsi, le orecchie diventano subito rosse.
“Per
fingere che sia tutto… normale” mormora.
“Se non mangiassi significherebbe
riconoscere che non sono più un uomo, è come se
tornassi a essere… Tobi”. Lo
guarda. “Ti ho promesso di essere Obito e… Obito
mangia e beve come tutte le
persone”.
Naruto
prova a resistere. Corruccia le sopracciglia, aggrotta la fronte,
contrae lo
sguardo e stringe le labbra. Poi si getta contro il petto
dell’uomo,
sprofondando in un abbraccio come un koala.
“Credevo
stessi cercando di ammazzarti!” lo insulta con il naso che
cola.
Obito la
giusta prontezza per accusare il colpo e ricambiare la stretta. Passa
la mano
sui capelli biondi, cercando di tranquillizzarlo.
“Guarda,
dopo il terzo tentativo fallito mi sono rassegnato a vivere”
scherza e come
risposta riceve un pugno poco convinto.
“Perché
non
mi hai detto niente?!” protesta. “Ero preoccupato a
morte! Non hai idea…
dell’ansia… pensavo volessi punirti…
Perché non lo hai detto a nessuno?”
Capisce
che
non è il caso di continuare con il sarcasmo. A quanto pare
ha fatto prendere un
vero spaventato a Naruto e comincia a rendersi conto che tenere quel
particolare nascosto a tutti non è stato geniale.
“Mi
dispiace” mormora rafforzando l’abbraccio.
“Sei
un idiota”
lo insulta, ma accetta l’abbraccio. “A saperlo
prima… Non ti avrei mai fatto
mangiare tutto quel ramen”.
“Be’,
il
ramen è buono” tenta di minimizzare e suo malgrado
Naruto si ricorda uno dei
motivo per cui lo ama.
“Il
ramen è
buonissimo e mi dispiace tantissimo che tu non abbia bisogno di
mangiarlo” si
lagna. “Direi che questa punizione deve bastarti e
avanzarti”.
La
risata
di Obito fa vibrare il suo petto e scuote Naruto come un piccolo
terremoto.
Ascoltandola si sente a casa e ha l’effetto di
tranquillizzarlo, quasi si sente
stupido per la preoccupazione che l’ha investito.
Il
momento
viene interrotto dallo stomaco di Naruto, a ricordare che lui invece ha
ancora
bisogno di mangiare, soprattutto dopo la montagna russa di emozioni che
ha
appena provato.
“Non
ho
cucinato niente” si ricorda depresso. Non ha voglia di
mettersi ai fornelli.
“Ichiraku?”
propone quindi Obito.
“Ma
tu non
mangi” osserva.
Gli
bacia
la fronte, la forma del sorriso che preme sulla pelle.
“Vuol
dire
che mangerei anche la mia parte”.
E tutto
sommato va bene così, perché questa è
sempre stata la loro normalità.
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