Dicevi: morte, silenzio, solitudine; come amore, vita

di AleDic
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#1.

 

Ogni volta rivivi

come una cosa antica

e selvaggia, che il cuore

già sapeva e si serra.

 

 

 

 

 

 

 

 

Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Generi: Introspettivo, Angst, Sentimentale.
Avvertimenti: Missing moment, no Incest dato che non sono fratelli di sangue. Semi-flusso di coscienza.
Rating: Giallo.

Contesto: pre-saga, dopo il rapimento di Rhy da parte delle Ombre.
Personaggi: Rhy Maresh, Kell Maresh, Tieren (solo accennato).
Pairings: Rhy/Kell se ce lo volete vedere (o, per meglio dire, se non siete ciechi – e vale anche per il canon. I mean. I MEAN. Qui sotto non dico NULLA che non dica la Schwab nei libri).
Prompt: 17/12/2019 – Ferita che sanguina molto.
Note dell’autrice: il titolo è tratto dalla poesia “Colore di pioggia e ferro” di Salvatore Quasimodo. La frase in alto è tratta dalla poesia "Sempre vieni dal mare" di Cesare Pavese.

 

 

 

 

 

 

I

 

{ 368 parole }

 

 

 

 

 

 

 

 

C’è sempre tanto – troppo – sangue.

Rhy è abituato al rosso in ogni sua sfumatura – il rosso del fiume che scorre attraverso la città, il rosso della magia impressa in ogni edificio, nella maggior parte delle persone, il rosso della famiglia reale – la sua Londra, il suo intero mondo è colorato di cremisi.
È simbolo di vita, di potere, di orgoglio.
Di notte, per Rhy è solo orrore.

C’è sempre tanto – troppo – sangue.

 
(C’è Kell chino sopra di lui, gli occhi spalancati dal terrore. Talmente pallido da sembrare una statua – come una di quelle che adornano il loro giardino.
E poi – c’è il rosso. Ovunque. Sopra, intorno, accanto a lui. Su Kell. Su Kell. Su-

 “È tuo? È tutto tuo?”

 Comincia a urlare.)

 

Si sveglia con la gola dolorante e due braccia che lo scuotono violentemente. Accade ormai da una settimana, nonostante entrambi siano vivi, nonostante i rimedi di Tieren. Ha la fronte imperlata di sudore e trema ancora, leggermente, anche se sta già respirando nel modo in cui Tieren gli ha insegnato. Va a letto, sogna, grida. Si sveglia e-

 
(Kell è lì. Ovviamente. Quando apre gli occhi. È lì ogni volta e il suo volto è l’ombra del suo sogno, di quella notte–)

 
Rhy annaspa. All’improvviso il ricordo del rosso è talmente opprimente da essere insostenibile – ma Kell è lì.

È lì, sta bene, è lì, sta bene, è lì, sta bene-

 
Lo tira a sé con tanto impeto da far ricadere entrambi sul letto sotto di loro. Rhy pressa il viso tra il collo e la spalle di suo fratello, le mani si artigliano intorno alla sua tunica così  forte da imprimersi comunque nella pelle – fa male a entrambi, ma è anche la prova che è decisamente sveglio, che quella è la realtà, che Kell è davvero lì, sano e salvo, vivo-

 

«Va tutto bene.»
Kell ricambia la stretta con altrettanta forza, tenendolo stretto nonostante unghie e nocche di Rhy siano piantante nella sua schiena, la voce ferma ma gentile.
«Va tutto bene, Rhy. Sei al sicuro. Non permetterò che ti facciano del male. Mai più

 
(Quando trema, è probabile che Kell pensi sia per paura per se stesso.)

 


Il rosso torna a riempirgli gli occhi.

 

 





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