Ode a Rebecca

di Baudelaire
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Lei.
Rebecca.
Un nome particolare, che mi ha sempre affascinato, così come l’idea di scrivere un romanzo tutto mio, creatura forgiata dal nulla dalle mie semplici ed effimere dita.
Un sogno.
Talmente azzardato da sembrare impossibile.
Io? Scrittrice?
Oh no, non io.
Ma le mani fremono, impazienti.
La mente si libera, si svuota e subito si riempie di lei.
Rebecca appare, all’improvviso.
Fluenti capelli color fuoco, mossi, liberi, selvaggi, come il suo spirito.
Occhi grandi, il colore del cielo di primavera, quando l’aria è limpida e non una nuvola solca il cielo.
Pelle diafana.
È giovane, Rebecca.
Il suo destino è segnato, ma lei ancora non lo sa.
E così tutto ha inizio.
La penna scivola, leggera, scorre sulla carta, non posso più fermarla, ora.
Dopo attimi di paura, indecisione, timore, incertezza, ora la mano corre verso la meta.
E l’idea si fa audace.
Non un libro, ma tre.
Tre, il numero perfetto.
Una sfida con me stessa.
Sarò in grado?
Eppure, ne ho bisogno, ne ha bisogno la mia anima perduta, corrosa dagli eventi inaspettati e sconvolgenti della mia vita, vuota, fragile, piuma al vento, pezzo di carta strappato in mille pezzi e gettato a terra, calpestato, sporcato.
Il coraggio arriva, da dentro, da quell’Io disperato che preme per uscire, aggrappato alla maniglia di quella porta di ferro. Tira con tutte le sue forze, punta i piedi.
Vuole andare, liberarsi, rivedere la luce del sole, annusare l’aria, respirare a pieni polmoni, lasciarsi accarezzare dal vento.
Vuole vivere.
Come potrei frenarlo?
Apro la porta, e lui corre fuori, libero, selvaggio, come merita di essere.
Sciolgo le briglie, via al galoppo.
Rebecca prende forma, acquista vigore, personalità.
Nuovi personaggi, il posto in cui vive, la trama si delinea nitida, sempre più chiara.
La mano viaggia sempre più veloce.
E’ cominciata l’avventura, arrestarla impossibile.
Rebecca, la mia salvezza, la mia amica, colei che ha reso possibile tutto questo.
È dare la vita, ma è anche prenderla.
Personaggi che ti cambiano l’esistenza, che cambiano con te, che ti forgiano, ti rinforzano, mostrano quel lato di te che mai avresti potuto vedere da solo, con i tuoi occhi.
Rebecca c’è, è qui, reale, se allungo la mano posso toccare la sua carne.
Rebecca vive, nella mia mente e non solo.
Anche quando tutto sarà finito, anche quando il terzo libro sarà compiuto, io non la dimenticherò.
Mi ha salvata, nel modo più impensabile in cui una persona può salvarne un’altra.
Ode a te, Rebecca.
Hai sciolto la paura, dissolta nei tuoi capelli, nei tuoi occhi, nel tuo coraggio.
Sei mia.
Sono tua.




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