Personaggio: Aburame Shino.
Prompts: I ragni non sono
insetti.
Altri personaggi: Sarutobi Mirai
Pairing:
//
Genere:
Fluff, slice of life.
Verse: Canon.
Rating: Verde
Descrizione: Shino passa
sempre inosservato,
ma forse è riuscito a ottenere una nuova amica.
Ragni
Nonostante
il sole accecante e il suo saltare da un tetto all’altro
senza nessun jutsu di camuffamento,
per Shino è facile passare inosservato. Non ha bisogno di
maschere o qualunque
altro trucco usato dagli ANBU per nascondersi: nessuno sembra vederlo
in ogni
caso.
Si
crogiola
in questa trasparenza da quando è bambino. Così
silenzioso, così anonimo, da
finire dimenticato perfino all’interno della propria classe.
Forse è per questo
che fin da piccolo andava d’accordo con Hinata, invisibile
quanto lui.
Da
ninja,
dovrebbe essere felice e fiero della propria capacità di
camuffamento, di far
scivolare gli occhi lontano da lui senza nessun sforzo o consumo di
chakra. Ma non
è una cosa che l’ha reso felice.
Anche
dopo
anni, continua a rimuginare sulla missione di recupero di Sasuke, da
cui fu
escluso nonostante il coinvolgimento di tutti i genin del suo anno. O
ancora,
quando alla recita dell’accademia Iruka-sensei si
dimenticò totalmente di
dovergli dare una parte e rimase dietro alle quinte.
Semplicemente:
si dimenticano di lui.
Sotto
sotto,
soffre questa dimenticanza perenne, ma ha imparato a trarre vantaggio.
Perché,
appunto, è un ninja e passare inosservato senza consumare
chakra ha i suoi lati
positivi, soprattutto quando sei uno shonibi da inseguimento.
Anche
se, in
questo preciso momento, il suo obiettivo non è un abile
ninja sensoriale capace
di sondare qualunque essere vivente nei paraggi. No, è una
bambina.
Sarutobi
Mirai.
Che stia
seguendo la figlia di Asuma-sensei non dovrebbe sorprendere proprio
nessuno. Del
resto è anche la figlia di Kurenai-sensei, la sua maestra.
Non è solo il team
10 che deve prendersi cura della bambina, ma anche il team 8. Ma questo
Kiba e
Hinata sembrano dimenticarselo troppo spesso…
Il che
non
importa, perché ci pensa lui ad assicurarsi che alla figlia
della sua maestra
non succeda nulla.
Dai suoi
appostamenti ha potuto giungere alle seguenti conclusioni: Mirai
è vivace,
iperattiva e ha un’evidente parentela con Konohamaru, visto
la facilità con cui
si è fatta eleggere a capo della banda di mocciosi della sua
età. La sorveglia
da anni e ormai può dire di essersi affezionato a lei, anche
se non le ha mai
parlato. Ovviamente non ha la presunzione di farlo: non è
rassicurante come
Shikamaru, bello come Ino e divertente come Choji. È
più probabile che lui
terrorizzi i bambini, del resto tutti schifano gli insetti.
È
costretto
a ricredersi qualche ora dopo, quando ha praticamente seguito Mirai e i
suoi
amici per tutto il villaggio. Una delle sue amiche ha iniziato a
gridare
terrorizzato, aizzando i suoi sensi da ninja. È
già pronto a scendere in
picchiata a protezione dei bambini da eventuali ninja nemici, quando si
accorge
che la bambina che ha urlato sta indicando qualcosa sul muro.
Un ragno.
Con una
mano appoggiata alla cintura, pronto a sfilare gli shuriken, Shino si
acciglia.
Quell’urlo ultrasonico di pericolo è stato causato
da quel ragnetto?
Evidentemente
sì, perché ora anche gli altri bambini stanno
urlando e correndo dalla parte
opposta. L’unica a restare calma è Mirai, che si
avvicina al ragno sul muro e
lo osserva tranquilla.
“Uccidilo,
Mirai” piagnucola una sua amica.
“Spiaccica
quel mostro!” rincara un altro.
Shino
non
apprezza e sta pensando di intervenire in favore del povero ragnetto,
ma Mirai
agisce per prima. Senza nessuna violenza prende il povero aracnide nel
palmo
della mano e lo porta lontano dalla strada, incurante dei versetti
schifati dei
suoi amici.
Stupito,
Shino la insegue fino al primo spiazzo erboso che trova, lì
Mirai si accuccia e
lascia ricadere il ragnetto nell’erba.
“Ecco,
qui
non ti daranno fastidio” lo rassicurò.
Shino
è
così sorpreso da una tale gentilezza che non pensa di
nascondersi e quando la
bambina lo vede sussulta. A quanto pare lei lo nota.
“Shinobi-san?”
chiede rispettosa osservando l’hitai-ate.
Shino
non
sa come si tratta con i bambini, non ha mai avuto un fratellino e
incute sempre
troppo timore perché sia avvicinino spontaneamente. Si
chiede quindi come fare
ora che è stato scoperto.
“Quel
ragno”
dice alla fine. “Sei stata molto gentile”.
Mirai fa
spallucce, in un modo sfrontato che gli ricorda molto la sua sensei.
“Gli
insetti non mi fanno schifo” spiega con fierezza.
Ma Shino
si
acciglia.
“I
ragni
non sono insetti” osserva. “Sono degli artropodi
terrestri provvisti di
cheliceri. A essere più esatti fanno parte
dell’ordine di Aracnidi, che ha 120
famiglie diverse. Questo è un…” si
blocca, nelle orecchie la voce di Kiba che
gli impone di fermarsi. È così tanto abituato a
essere zittito nei suoi
sproloqui ponderati che ora lo fa da solo.
Ma
quando
abbassa lo sguardo sulla bambina, questa lo sta guardando con gli occhi
sgranati
dall’eccitazione.
“Ne,
Shinobi-nii, ne sai tanti di insetti e ragni!” esclama
emozionata. “Voglio
sapere altre cose sui ragni! Mi insegni?”
E forse
Shino è riuscito a ottenere una nuova amica.
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