Era immersa nella nebbia, quando sentì una voce familiare.
-Mi spieghi dov'è finita la Courtney ribelle? La Courtney
che ama divertirsi?- domandò velenoso il ragazzo dai freddi
occhi azzurri che la bruma, diradandosi, le permetteva di vedere sempre
più chiaramente, sempre più vicino...
-Te la sarai immaginata, non so proprio a chi tu ti stia riferendo.-
rispose Courtney orgogliosa.
-Ti fingi tanto rigida...- rispose Duncan girandole attorno, come un
attore in una melodrammatica scena, in un teatro. -Ti fingi
perfettina, rispettosa delle regole e cerchi di reprimerti con tutte le
forze, non capendo invece che il tuo lato più libero
è quello migliore che hai...- disse con una tristezza
mielosa che non gli apparteneva.
-La mia parte migliore? La decidi tu qual'è?- rispose
sprezzante.
-E quale sarebbe allora? Quella che cerca di controllare tutto?-
-Beh, scusami se non trovo che il caos sia rassicurante!- disse quasi
ironica. -Al contrario, trovo che l'ordine e il controllo siano
decisamente più auspicabili... considerami noiosa quanto
vuoi, ma è questa la vera me, di chi ti sei innamorato
allora?-
-La vera te?- disse scettico. -Guarda che anche la te perfettina
è tutt'altro che perfetta e controllata. Tu sei forse la
persona più incapace di autocontrollo che conosca.- rise
amaramente. Courtney stava per dire qualcosa, poi fu come se avesse
perso la voce. -Ma hai talmente paura di cambiare che preferisci
rimanere come sei. Comunque incontrollabile e inferocita sì,
ma almeno è una te fuori controllo a cui sei abituata e da
cui sai cosa aspettarti. Non sarà la te migliore, ma sei
troppo, davvero troppo codarda per buttarti su qualcosa che non
conosci...- Courtney cercava disperatamente di far uscire la propria
voce, di ribattere, non importava in che modo, ma ribattere. Ma era
come se una mano gelida le stringesse la gola impedendoglielo. -Fingi
che i tuoi difetti siano parti del tuo carattere di cui andare
fiera...- disse beffardo. -Che ti rendano forte...- ghignò
continuando a ruotarle attorno lentamente come se le limitasse lo
spazio sempre di più, come se volesse privarla di ogni via
d'uscita... -Se continua così noi ci lasceremo e
lì la colpa non la potrai dare a me, lo sai?- assunse
improvvisamente un tono triste e malinconico... perchè la
condannava ad ascoltarlo se tanto voleva abbandonarla? Il ragazzo le
posò un bacio di ghiaccio sulla fronte e uno sulla tempia.
Courtney si svegliò nel suo letto, singhiozzando. Gli occhi
le stavano lacrimando, non le era mai successo, non credeva nemmeno
potesse accadere.
L'aveva mai davvero avuta quella discussione con Duncan o era solo
un'invenzione della sua testa? In ogni caso doveva parlargli, prima che
fosse troppo tardi!
Svanita la sensazione di galleggiamento riuscì a mettersi
seduta, prendendo respiri profondi si appoggiò allo
schienale più stanca e scossa di come si era addormentata.
Fece mente locale, era già troppo tardi, lei e Duncan non
stavano più insieme...
Nella vulnerabilità emotiva causata dal sonno prese il
telefonino, voleva sentire la voce di qualcuno che le fosse amico, che
la rassicurasse in modo che potesse di nuovo chiudere gli occhi senza
quell'agitazione che glielo impediva... un amico che probabilmente le
avrebbe sbraitato contro per l'ora in cui l'aveva chiamato dandole
dell'egoista, a ragione per di più. Courtney chiuse la
chiamata sperando che Scott non l'avesse neanche sentita.
Si arrese all'idea che non si sarebbe riaddormentata tanto presto e
prese un libro sperando di concentrarsi sulla storia di un'altra
persona e schiacciare i demoni della sua notte.
Courtney rimase diversi secondi a ascoltare quel suono, confusa, non
riconobbe il rumore in un primo momento.
“Ah, il cellulare...” con gli occhi che le
bruciavano, per la notte travagliata, scrutò il cielo
attraverso le fessure della serranda, un cielo giovane e ancora senza
sole...
Prese comunque il cellulare che ancora di squillare non aveva smesso.
-Pronto?- chiese con la voce impastata dal sonno, non aveva neanche
controllato chi fosse.
-Courtney, cos'è successo?!- domandò la
voce preoccupata di Scott.
-Eh... che saranno le cinque del mattino e mi hai svegliata? Che ne so
cosa è successo... cos'è successo a te?-
-Sembri stordita...- constatò il ragazzo.
-Mi hai appena svegliata, ripeto, e non è nemmeno che abbia
dormito così bene... Certo che sembro stor... stordita...-
era vagamente irritata, ma meno del solito, a Scott parve indebolita.
-Lo so, ho trovato una tua chiamata delle tre del mattino, per questo
ti ho richiamata, ho pensato fosse urgente.- sospirò.
-Allora, sputa il rospo, cosa ti è successo?- la fidanzata
non sembrava particolarmente in forma, ma sembrava comunque tutta
intera e questo già lo tranquillizzava. Quando
risvegliandosi si era ritrovato quella chiamata aveva preso un colpo,
pensava al peggio. Chiamarlo a quell'ora non era da lei, aveva un
orario rigido per i momenti della giornata in cui poter chiamare. Erano
da evitare gli orari dei pasti, la mattina presto e la tarda serata...
Courtney ci mise un po' a rispondere, nel frattempo si era limitata a
produrre suoni poco chiari e balbettati.
-La chiamata sarà partita da sola...- si decise a dire.
-Eh?-
-Può succedere, sai? Una volta ho tirato fuori il telefono
dalla tasca e stava chiamando il sei, sei, sei...-
-Ah...- Scott rimase comunque scettico.
-Sul serio, può succedere... è che tu non sei
abbastanza abituato alla tecnologia!-
-Courtney... la mia non sarà una zona metropolitana, ma non
vivo in un villaggio Amish. I cellulari li conosco bene, secondo te da
cosa ti sto parlando?-
-Ok... lo ammetto...- Scott si stupì che avesse gettato la
maschera così presto. -Forse soffro di sonnambulismo e la me
sonnambula è proprio una maleducata.- non ci credeva lui,
dimostrava di non crederci neanche lei...
-Quel fine settimana che hai dormito da me, tanto sonnambula non mi sei
sembrata...-
-Sarà che l'odore di letame mi fa bene.- ribbattè
irritata e ansiosa di chiudere la conversazione, non le interessava
neanche che il fidanzato le credesse, voleva solo che capisse che
quello non era proprio il momento.
-Guarda che quando hai qualche problema puoi parlarmene
tranquillamente...- sospirò lui.
-Sì... Sì, lo so...-
“Lo sa...” sospirò Scott. “E
allora perchè fa sempre così?”
Scott decise di saltare la scuola per andare a trovare Courtney. Si
fece prestare, senza che lei lo sapesse, la macchina da sua sorella e
scese in città.
-Sorpresa!- disse Scott abbracciandola. Courtney se l'era ritrovato
davanti aprendo la porta del suo appartamento.
-Che cosa ci fai qui?!- domandò una volta ripresa dallo
stupore e allontanatasi dal ragazzo.
-Beh, non sei felice che mi sia fatto tre ore di macchina per venire a
trovarti?-
-Sì, certo... E' solo che non ti aspettavo.-
giustificò il suo poco entusiasmo. Aveva delle occhiaie
molto marcate e appariva diversa dal solito. Forse per questo sembrava
anche nervosa o imbarazzata.
-Stai bene con i capelli legati così.- sorrise toccando
quello strano chignon informe e con ciocche sfuggenti da ogni parte.
Courtney sospirò stanca e si sciolse i capelli. Con fare
nervoso cercò di sistemarli con le mani.
-Mi spiace, ma ora sono impresentabile.- disse molto infastidita. -Non
ho avuto il tempo di sistemarmi, è tutto il giorno che
studio.-
-Devo forse perdere appuntamento per venire da te?-
ghignò sistemandole delle ciocche dietro un orecchio. -E poi
tutto questo disastro non mi sembri..- si chinò aspettandosi
un bacio.
-Sono due ore e ventisette minuti.- sviò il discorso lei.
-Eh... che?-
-Il tempo medio per percorrere la strada fra la fattoria e il mio
appartamento nei giorni di traffico, non sono tre ore...-
precisò la ragazza.
-Eh... che c'entra ora?-
-Niente, lasciamo perdere...- rispose frustrata senza un'apparente
motivo. -Vuoi una tisana? Del the? Non ho caffè, mi mette in
agitazione.- disse guidandolo alla cucina del piccolo appartamento. -Mi
spiace che tu sia dovuto venire fin qui, ma oggi devo studiare quindi
non so... puoi rimanere qui ad aspettare...- disse cercando di essere
ospitale e nascondere il fastidio per il contrattempo imprevisto in un
giorno in cui era di cattivo umore. Una parte di lei era felice di
vederlo, ma era anche troppo frastornata e scossa dalla nottata
perchè riuscisse a dimostrarlo. “Perchè
mi è così difficile rendere felici le persone
importanti per me? Perchè non riesco a parlargli nel modo
giusto?”
-Da cosa stai cercando di distrarti?- domandò il ragazzo a
bruciapelo.
-N-niente, faccio il mio dovere di studentessa, cosa ci sarebbe di
strano?- “Non voglio parlarne! Quell'incubo deve
semplicemente svanire dalla mia memoria!”
-Sì, e sei una studentessa fantastica sicuramente!- la
assecondò. -Però normalmente non rinunceresti mai
a darti un aspetto ordinato e a pranzare... dici sempre che le tue
prestazioni mentali non sono ottimali se salti il pranzo o se mangi
troppo e che è importante mantenere un certo ordine nella
propria giornata.- disse indicando il lavandino vuoto. Courtney era
estremamente abitudinaria, studiava dopo aver messo i piatti nel
pozzetto e poteva pulirli solo dopo aver finito metà del
programma che si era prefissata di studiare quel giorno. Era un modo
per motivarsi a finire in tempi decenti, non tollerava i piatti sporchi
e il disordine...
-Potrei aver mangiato un panino.- ribattè Courtney sulla
difensiva, nonostante fosse fiera dell'intuito che Scott stava
dimostrando.
-La pattumiera è vuota e di solito utilizzi per la
spazzatura la stessa strategia che usi per i piatti sporchi.-
spiegò senza nascondere troppo l'orgoglioso per le sue
capacità deduttive.
-Perchè non lo sfrutti sempre il tuo acume? Sei il tipico
esempio di quello intelligente che non si applica... a volte invece
sembri proprio cretino.- cercò di nascondere l'irritazione
dell'essere stata scoperta, poi sorrise... pensò che farsi
vedere più serena sarebbe stato il metodo migliore per far
desistere Scott.
-Grazie, sono contento che tu te ne sia finalmente accorta.-
annuì soddisfatto. -Eh... che io sia intelligente! Non che
sembro scemo...- aggiustò il tiro. -Ma non pensare di
potermi distrarre con i complimenti...- ghignò. -Dai...
cos'è che turba questa adorabile testolina da ieri notte?-
le accarezzò i capelli con fare scherzoso. Courtney gli
lanciò una prima occhiata infastidita, poi
sospirò rassegnata. “Vorrei essere dell'umore
giusto per apprezzare le tue gentilezze...” si sentiva in
colpa, ma era più forte di lei, la mancanza di sonno la
rendeva intrattabile.
-Immagino che non mi lascerai riprendere i libri di legge
finchè non ti avrò risposto giusto?-
domandò con le braccia conserte. Il ragazzo
annuì. -E va bene...- sbuffò. -Diciamo che ho...
ho fatto un incubo...- Scott non potè trattenere perlomeno
un sorriso, Courtney accorgendosene lo fulminò con lo
sguardo, Scott ricominciò ad essere serio. -Ho... sognato
qualcuno che mi diceva delle cose.- continuò la ragazza.
Preferì non riferire che si trattava di un ex, non le
sembrava opportuno... aveva anche abbastanza difficoltà a
ricordare di quale ex si trattava, all'inizio era abbastanza sicura che
si trattasse di Duncan, ma i ricordi inerenti ai sogni non erano mai
troppo precisi passati i primi secondi dal risveglio, ciò
che però permaneva era la vivida sensazione di disagio le
aveva lasciato... -Non ricordo con precisione cosa mi ha detto...-
ammise mordendosi il labbro. -A grandi linee mi diceva che ero falsa e
codarda... che in realtà potrei avere un carattere ribelle,
ma non lo ammetto nascondendomi dietro le mie regole e perdendo la mia
parte migliore o qualcosa del genere...- “Una parte che non
esiste, chi mi deve conoscere meglio di me stessa? Se io dico che la
parte ribbellina non c'è, è perchè non
c'è, punto! Figuriamoci poi se deve essere la migliore...
Chi può essere tanto idiota da innamorarsi di qualcosa che
non esiste?!” più ci pensava, più era
sicura di parlare di Duncan... ma anche gli altri ex non li considerava
propriamente dei geni, del resto se erano diventati ex un motivo
c'era... -E sarei troppo codarda perchè pur capendo di
essere incontrollabile e tutt'altro che perfetta preferisco rimanere
nella mia imperfezione perchè almeno è qualcosa
che conosco e ho paura di migliorarmi per diventare qualcosa che non
conosco...- continuò tamburellandosi con le dita sul suo
stesso braccio. “Se è stato Duncan a dirmi queste
cose, certo che ha una gran bella faccia tosta!”
pensò infastidita. “Chi è stato a
tirare fuori il peggio di me e a rendermi così isterica?!
Infatti da quando non stiamo insieme sono molto più
tranquilla!” tranne quando lo pensava... quando c'era lui di
mezzo la rabbia e l'insicurezza ritornavano quelle d'un tempo...
“Devo immediatamente smettere di pensarlo!” si rese
conto allarmata. Anche senza di lui però, una parte di lei
si sentiva ancora meschina e difettosa. “E' stato il mio
stesso subconscio a giocarmi questo tiro mancino la notte... non Duncan
o chiunque altro...” si ritrovò ad ammettere.
Scott era un po' disorientato, il discorso della ragazza non era chiaro
come lei pensava o forse loro due non erano sincronizzati sulla stessa
lunghezza d'onda... non gli piaceva pensarlo, non aveva mai tenuto a
qualcuno come teneva a Courtney e non voleva che le loro differenze e i
loro fraintendimenti li separassero.
-Beh... non sono difetti poi così grossi...- disse incerto,
poi temette di aver detto una cavolata. -N-Non che tu li abbia!- si
rimangiò agitato. -O-o o meglio... beh, sempre meglio delle
ragazze che si piangono addosso!- ridacchiò nervoso poi si
accorse di quanto la sua ragazza apparisse abbattuta. -N-no che ci sia
qualcosa di male nel caso tu voglia farlo! A-anzi, sfogare i propri
sentimenti fa molto bene, sai?- “Perchè divento
così stupido e nervoso quando parlo non ad una ragazza
qualunque ma proprio alla mia?!” pensò
maledicendosi.
Non trovava davvero nulla di brillante da dirle.
Suo padre gli avrebbe consigliato di fare un gesto affettuoso per
mostrare la sua solidarietà senza l'impiccio di parlare.
Tanto per il padre di Scott le ragazze erano infantili pur ponendosi
problematiche troppo arzigogolate. Un abbraccio sarebbe stato efficace
come il bacio sulla bua per i bambini piccoli. Poi invece c'era il
consiglio di sua madre... che gli diceva di evitare categoricamente
qualunque consiglio di suo padre e che si erano sposati solo a causa di
Alberta. E qui l'altro consiglio del padre “Se vuoi tenerti
una ragazza mettila incinta...” consiglio che la madre di
Scott sentì... e che diede vita a un susseguirsi di
avvenimenti che procurò la separazione dei genitori e la
divisione in due della fattoria... Non che lui e la sorella ne fossero
rimasti particolarmente sconvolti, anzi, come coppia i genitori erano
durati molto più di quanto lui e Alberta si sarebbero
aspettati da bambini. “Non voglio che io e Courtney
diventiamo una coppia di questo tipo...” pensò
malinconico.
-Courtney, stai tranquilla, guarda che...- Courtney lo interruppe
sorridendogli.
-Non fa niente, ora che ne ho parlato con qualcuno mi sento
già meglio.-
“Una mezza verità...” intuì
Scott.
Forse parlarne invece si era rivelata una cattiva idea. Ora Courtney
non riusciva più a concentrarsi sui libri, i suoi pensieri
andavano da soli.
Tornarono ad una bimba lentigginosa dai capelli castani e i grandi
occhi scuri. Una bambina a cui era stato insegnato a vergognarsi per
ogni regola infranta e per qualunque cosa le piacesse che non potesse
essere considerata seria e perfetta... Voleva bene ai suoi genitori, ma
forse erano stati troppo rigidi e crescere in un certo modo non le
aveva giovato. “Ci sono volte in cui mentre leggo, mi
preoccupo di cosa penserebbe mio padre del libro che ho tra le
mani.”
Da bambina mostrava disprezzo per i bambini troppo ribelli,
così le avevano insegnato a fare.
Ricordava in particolare una ragazzina alle medie piuttosto schiva che
si era fatta una ciocca blu... ma in un certo senso era anche attratta
dai caratteri simili. Non lo avrebbe mai ammesso, ma quella ragazzina
si era guadagnata la sua curiosità. Avrebbe voluto
diventarle amica, conoscerla meglio, ma non ebbe mai il coraggio di
farlo. Avrebbe voluto poter passare meno tempo sui libri e di
più a divertirsi anche se ai genitori non lo avrebbe mai
confessato. Forse se non si fosse repressa tanto a lungo sarebbe
diventata una persona diversa, più tranquilla più
serena. “Non dovrei bloccarmi a rimuginarci su, non ha alcun
senso...” si disse con la testa fra le mani mentre si
scompigliava i capelli. Poi tornò al libro, ma Scott glielo
sfilò dalle mani, con sua sorpresa Courtney lo
lasciò fare.
-Non mi sembri abbastanza concentrata per studiare. Ti andrebbe di fare
due passi invece?- Courtney gli sorrise, un sorriso sincero per quanto
stanco.
-Mi sembra una buona idea.-
-Davvero?- era stupito che la ragazza avesse accettato. -Sicura di non
voler recuperare il sonno perso, invece? Se non te la senti non
è un problema.-
-Tranquillo, Scott...- sbuffò Courtney, la metteva a disagio
quando si preoccupava troppo per lei. -Per te sarà stato
sicuramente un grande sacrificio saltare un giorno di scuola...- fece
sarcastica. -Quindi cerchiamo di passare una bella giornata.-
-Uhm... non ti preoccupi di ciò che potrebbero pensare le
tue colleghe se ci vedessero insieme?- la stuzzicò. -Sei la
studentessa del primo anno di università che frequenta un
liceale.- ghignò.
-Ci separa poco più di un anno di differenza, che mi importa
cosa pensano quelle?- non si era mai vergognata della loro relazione,
né del fatto che si fosse fatto bocciare, anzi, lo aveva
pure aiutato a studiare. Nessuno lo avrebbe mai detto, ma era anche
capace di dimostrarsi paziente. -A meno che... non sia un problema per
te...- non glielo aveva mai chiesto in effetti...
-Ma figurati!- rise Scott.
-Grazie...- sospirò abbracciandolo all'improvviso. -Grazie
per essere venuto a trovarmi ed essere rimasto nonostante oggi non
fossi proprio uno zuccherino oggi.-
-Eh? Perchè? Ci sono momenti in cui sei uno zuccherino?-
Courtney lo fulminò con lo sguardo, poi sospirò e
cercò di forzare un sorriso. -Ma lo sai che io adoro il
caffè amaro!- la rassicurò Scott.
...
Quel giorno Duncan non si era alzato abbastanza presto, ma decise
comunque di fare jogging per scaricare le energie al parco. Per quanto
gli piacesse fare esercizi mattutini, Duncan non era davvero uno
sportivo, si stancava velocemente e approfittava dell'essere fuori casa
per trascorrere la mattina con calma e rilassarsi un po' quando ci
riusciva.
Come al solito aveva fatto una breve corsetta, poi aveva cominciato a
rallentare per trovare una panchina su cui sedersi e cominciare la
colazione in pace, ma qualcosa lo fece fermare di colpo. No, non era
colpa della vecchina che dava da mangiare ai piccioni che a giudicare
dal passeggino accanto a lei si era portata dietro un o una nipote, ma
della giovane donna seduta a fianco alla vecchietta. Quei lunghi
capelli castano chiaro e quella pelle ambrata... anche se un po'
distante Duncan credeva di sapere chi poteva esser.
Per un attimo sentì il cuore in gola e un impellente bisogno
di scappare. Poi si ricordò di non essere più un
ragazzino, ma un giovane uomo. Non sapeva quanto razionale fosse
quell'altro bisogno che sentiva, la curiosità e il desiderio
di avvicinarsi a quella vecchia conoscenza, ma lo ascoltò.
-Principessa!- la ragazza ebbe un sussulto e si voltò con un
espressione un po' infastidita, un po' sorpresa che mutò in
un sorriso incerto e forzato.
-Orco chiodato...- salutò lei con un lieve cenno del capo.
-O... ex orco chiodato...- osservò cercando di darsi un tono
colloquiale e divertito mentre osservava che i due pirsing che aveva
sul naso e sul sopracciglio erano andati, sulle orecchie invece
notò un orecchino in più. -E... non
c'è neanche più la cresta verde... Oh, povero
Duncan! Hai dovuto piegarti alle regole della società?- il
ragazzo sbuffò. Courtney aveva cercato di abbandonare il suo
lato infantile e rancoroso, ma forse cercando di fare battute aveva
ottenuto un pessimo effetto e il suo lato amarognolo era comunque
emerso. -Scherzavo.- le toccò mettere le mani avanti e
dichiarare il suo intento.
-Non era per te.- Duncan in parte mentì, non sapeva
perchè lo stesse facendo... per non fare questioni inutili
con una tipa che poteva essere ancora suscettibile? Per essere gentile?
-Il mio capo è un tiranno e ha voluto che mi sistemassi per
lavorare per lui.- sbuffò l'uomo.
-E che cosa fai?- domandò apparentemente incuriosita.
-Lavoro nell'ambito della ristorazione.- rise. -Così suona
meglio, no? Faccio il cameriere... ma è solo una situazione
temporanea.- disse positivo.
-Già qualcosa, è un lavoro onesto.- gli sorrise
la ragazza, Duncan si sorprese un po' della mancanza di malizia in quel
sorriso, sembrava quasi caloroso.
-Chi ti dice che sia la mia unica entrata? Magari rubo...-
ghignò Duncan. Courtney lo fulminò con lo sguardo.
-Beh, anche se fosse, non voglio saperne niente!- chiuse il discorso
lei.
-Ma come? Niente prediche? Niente indagini?- la sfidò
divertito.
-Non sei più un bambino, o sbaglio, Duncan?- rispose con un
lieve sorriso, poi sospirò. -Fa come vuoi e pagane le
conseguenze da solo in caso, anche se dubito che tu sia rimasto un
delinquente, non so... qualcosa mi dice che è
così!- sogghignò la ragazza. -In ogni caso, ho
altro a cui pensare...-
-Immagino che tu sia ancora all'università.- a Duncan per un
attimo Courtney sembrò imbarazzata. La sensazione di disagio
aumentò mentre gli occhi azzurri del ragazzo la scrutavano
incuriositi.
-Diciamo che non sempre le cose vanno come si pensa che andranno,
nell'ultimo anno ho dovuto sospendere gli studi.- si ritrovò
ad ammettere. -Ma riprenderò a breve, c'è stato
un piccolo contrattempo, diciamo.- Duncan avrebbe voluto chiederle
altro, ma all'improvviso l'infante nipote della vecchietta sorda
scoppiò in lacrime.
-Che gioia i bambini, eh?- commentò sarcastico, ma vide una
cosa che lo fece quasi strozzare con la sua saliva.
-Già...- rispose Courtney cullando l'esserino. Duncan lo
osservò... pelle ambrata, capelli sottili e di un castano
abbastanza chiaro, piccoli occhietti grigi che lo fissavano. Courtney
gli sorrise un po' a disagio, poi sospirò, guardò
la creatura e il sorriso si fece più spontaneo. -Ti presento
Maya... il piccolo imprevisto...-
-A-ah...- quel verso fu l'unica cosa che Duncan riuscì ad
emettere, poi rise nervosamente. -C-chi l'avrebbe mai detto... d-da te
non me lo sarei mai aspettato!-
-Immagino...- rispose Courtney continuando a cullare la piccola. -Non
me lo sarei aspettata neanche io di ritrovarmi in questa situazione...
non mi ci sarei mai vista bene con un bambino prima della laurea...-
sospirò. “Non mi sarei mai aspettata di
ritrovarmi, io fra tutte, ad essere così
disattenta!” e dire che aveva sempre guardato dall'alto in
basso le ragazze che finivano in quella situazione. -Visto che le cose
sono andate così io e Scott cerchiamo di fare del nostro
meglio.- disse guardando dolcemente la bambina che nel mentre si era
calmata. “Alla fine... sono felice che sia andata
così e di averti conosciuta...” pensò
fra sé e sé baciandole il capo, mentre Duncan le
guardava frastornato.
- Beh, che sarebbe durata fra te e Scott... chi l'avrebbe mai detto...-
rise Duncan ancora abbastanza nervoso. Si alzò in piedi e si
stiracchiò. -Allora ti auguro buon lavoro mammina! Io adesso
dovrei andare...-
-Duncan...- si alzò anche lei. -Nessun rancore, vero?-
-Ah, ma non ti avevo mollato io?- domandò sorpreso e
divertito.
-Tradito... eri troppo codardo per dirmi esplicitamente che non volevi
stare con me.- precisò Courtney. -Ma forse, anche io da
ragazzina non ho agito nel migliore dei modi nei tuoi confronti.-
ammise con qualche problema, era difficile far uscire quelle parole.
-Oh, sei una donna di mezza età ora?- Courtney lo
fulminò con lo sguardo. Detestava quando qualcuno cercava di
evitare un discorso in quel modo. -E tu? Nessun rancore? Che fine ha
fatto la mia... Beh, la mia principessina viziata?-
-E' ancora qui... anche se non è più tua... E'
cambiata un po'... e ci teneva a dirti che sei stato un male
necessario.- gli disse come se si stesse togliendo un peso dalla
coscienza. -Per quanto mi costi ammetterlo, grazie a te sono cresciuta,
maturata e sono riuscita a imparare qualche cosa in più su
me stessa... Quindi grazie...- deglutì. Le era costato
abbastanza dire quelle parole, sembrava... emozionata?
Era molto diversa da come la ricordava... ed era piuttosto carina...
era strano e carino vedere il suo affetto per quella bambina... forse
gli sembrava così strano perchè
ricordava solo la Courtney fuori di testa? L'aveva fatta impazzire lui?
“Non è il momento giusto per riflettere su cose
inutili...” si rimproverò il ragazzo. Rincontrarla
lo stava facendo sentire strano, agitato e malinconico. Era una
sensazione urticante.
-Beh... il mio male necessario in un certo senso è stato
Gwen...- confessò senza nemmeno sapere
perchè. -Una ragazza che amavo, per cui intendevo
diventare un fidanzato serio, ma che mi ha mollato e non ha
più voluto rivedermi...- Courtney stava per dire che il suo
tentativo di migliorare per Gwen non si era molto notato, ma
riuscì a trattenersi.
-Mi dispiace... In realtà una parte di me è...-
“...Convinta che tu abbia avuto quello che meritavi per
avermi tradita... No! Non devo rovinare tutto, devo trattenermi...
Avanti Courtney! Dimostra che il corso di meditazione non è
stato uno spreco di soldi!” -Mi spiace che fra noi tre sia
andata così...- sospirò. -Non immaginavo che lei
fosse così importante per te...- “Se l'avessi
saputo all'epoca questo mi avrebbe fatta sentire ancora più
arrabbiata e tradita, ma ora... in realtà mi fa sentire
serena riuscire a parlarne così... è
così strano...”
-Non è la fine del mondo, sono riuscito a cavarmela
più che bene anche io!- chiarì. -E' che per un
attimo la tua melanconia mi ha contagiato!- la prese in giro.
-Quale melanconia?- chiese infastidita. -E' solo che mi ha fatto
strano, rivederti e dirti certe cose...-
-Figurati quanto strano sia per me parlare con tanta
tranquillità di Gwen proprio con la mia furiosa ex!- disse
ridendo. Courtney inaspettatamente fu più divertita che
irritata e rise con lui.
Si separarono con animo sereno preparandosi al resto della giornata che
li attendeva.
Angolo dell'autrice:
Non avrei davvero mai pensato di scrivere una cosa del genere, ma...
è successo! Ho fatto interagire Courtney e Duncan in modo
pacifico senza farli ammazzare fra loro! Domani vedrete i maiali
volare, gente!
A parte lo scherzo, sentivo il bisogno di farli confrontare
pacificamente, ad un certo punto ho anche pensato che in questo
contesto se non fosse stato per Scott non sarebbe stato così
strano farli riavvicinare in senso romantico...
Spero che la storia possa esservi piaciuta! Sarei curiosa di sentire
una vostra opinione in merito e mi scuso per eventuali errori...
Alla prossima!
|