Mille e una headcanon

di Dollhades
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#014. Chi riuscirebbe a sopportare di meno l'assenza dell'altro? 
 

#014. hundred and one phone call
[Froy x Ichihoshi]

 
«…Sei arrivato?»
«Ichihoshi Hikaru.» rispose con tono esasperato l’albino «Mi hai chiamato ben quindici volte e sono solo le dieci del mattino»

Erano passati sei mesi dall’ultima volta in cui i due ragazzi si erano visti ma, in quel periodo di logorante distanza, non ci fu un singolo giorno in cui non si fossero ritagliati un attimo tutto per loro, chiusi tra le pareti delle loro camere o tentando i più disparati appoggi per mantenere in equilibrio il telefono e vedersi mentre svolgevano piccole mansioni domestiche.

Delle volte il cellulare di Froy prendeva a squillare nel cuore della notte obbligandolo a sedersi con gli occhi impiastrati di sonno e combattere contro la luminosità al massimo dello schermo che minacciava di lasciarlo permanentemente cieco: in quei momenti non faceva in tempo a rispondere che sentiva i singhiozzi e il pianto sommesso dell’altro, le parole biascicate, la voce incrinata e appena udibile di un ragazzo che sulle spalle portava un macigno troppo grande per qualcuno di così piccolo. E allora l’albino posava i piedi scalzi al suolo e, mentre con dolci parole tentava di tranquillizzare il giapponese, recuperava un vecchio carillon girando la piccola chiave d’argento, lasciando che le note de “Fur Elise”  lentamente riempissero la stanza e piano conducessero entrambi tra le braccia di Morfeo.
Erano le notti in cui Ichihoshi sentiva più di tutte le altre la mancanza di quel ragazzo al suo fianco, dei baci sulla fronte quando si risveglia tremante per gli incubi, del suo ventre che s’incastrava alla sua schiena come a proteggerlo da qualsiasi cosa avesse minacciato di renderlo triste e, finalmente, dopo  quelle interminabili giornate passate a scrivere messaggi e fremere nell’attesa di una risposta, poteva rivederlo.

Calò il silenzio, interrotto solo dopo diversi minuti dal giovane dai capelli cobalto.
«…Mi manchi tanto, Froy.»  Prese fiato, sentiva gli occhi lucidi mentre dall’altro capo del telefono la voce si addolciva e piano lo chiamava per nome. «Mi manchi… davvero tanto. Mi manca averti qui, mi manca uscire con te, mi manca tenerti per mano. Mi manca camminare per strada e vedere le ragazze che ti guardano, che commentano perché sei così bello e –smettila di ridere, succede sempre.» S’interruppe offeso alla risata cristallina dell’altro, senza però riuscire a trattenere un sorriso intenerito.
«Sto arrivando Ichihoshi, tranquillo. Questo però non esclude che, se mi chiami ancora una volta, potrei prendere in considerazione l’idea di riprendere un aereo per Mosca e tornare a casa. Adesso devo staccare, ti prometto che presto sarò lì, va bene?» E il più piccolo annuì, guardando l’anello d’argento che troneggiava nella piccola scatolina che teneva tra le dita.



 
Questa storia partecipa alla “Headcanon Challenge” indetta da HarrietStrimell sul forum di EFP.
Mi sto dilettando con lo stile più narrativo, un po' a tentoni, e non potevo non scrivere su questi due bimbi. In Orion sono una coppia canonica, mi rifiuto di accettare il contrario.
Detto questo, mi piaceva l'idea di un Ichihoshi in ansia sia per il ritorno in sè di Froy, sia perchè trova finalmente il coraggio di dichiararsi.
Spero sia di vostro gradimento,
-Ade




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