La
storia si è classificata prima al contest “Citazioni
in cerca d’autore (Oscar edition)! – II edizione” di Rosmary e ha inoltre vinto l’Oscar alla Miglior Flashfic.
Il
sussurro delle ossa
“Sorrideva
di rado, ma in quei rari momenti
potevi scorgere una luce sinistra nel suo sguardo.”
“Un sogno per un
sogno”,
cantilena lei – tutta spifferi e sorrisi
affilati, quella luce selvaggia negli occhi che gli ghiaccia la schiena.
Tom freme appena.
*
“C’è
una radura, nelle profondità del bosco.
Rovi e betulle. Sembrano ossa, Tom.”
La voce di Helena vibra, i suoi occhi febbricitanti gli scavano il
volto.
“È il mio sepolcro.”
*
Helena non
sorride mai, ma
quando Tom sale sul treno per l’ultima volta lei è lì –
un’ombra sinistra sotto il sole dell’estate, un sorriso atroce a
devastarle il viso.
*
“Segui
il sentiero a est. Trova la radura di
betulle. Trova le mie ossa.”
*
L’Albania è un luogo inospitale, solo vento che grida e cieli cupi.
Tom s’inoltra nella foresta quando la luna è cieca, persa tra le nubi.
I
battiti del suo cuore sono assordanti –
manca così poco, così poco.
La radura è proprio come lei l’ha sempre descritta, betulle d’argento
coi rami
come artigli, cespugli di rovi in cui incespicare.
Non trova il Diadema, ma non n’è stupito –
lei l’aveva avvertito, di non perdere tempo; lei non mente mai, lei è
tutta
sorrisi feroci e occhi spiritati e verità impossibili.
*
“Non lo voglio fare.”
“Come se avessi scelta.”
*
Tom ricompone lo scheletro di Helena tra i rovi affamati. Le ossa sono
fragilissime, annerite dal tempo – una
fitta di desiderio fa tremare le sue dita e le costole spezzate
bisbigliano,
irridenti.
Tom accarezza il pugnale che le ha tranciato la vita – non resiste e la sua bocca s’avventa sul sangue
secco, mentre pensa a
Helena e ai suoi occhi agghiaccianti, Helena che quando sorride lo fa
tremare,
Helena ch’è l’unica di cui abbia mai avuto paura.
*
“È
un rituale assurdo.”
“È il mio prezzo.”
“Non ti riporterà in vita.”
*
Tom si recide una vena e il sangue cola sui suoi resti –
le ossa sembrano urlare sotto la luce della luna, il suo respiro
s’affanna
e lui si morde le labbra.
Il teschio dell’assassino di Helena si disintegra, quando lo colpisce
col
pugnale.
Lo scheletro si torce, e Tom la guarda rinascere –
le costole che si saldano, lo sterno che sussulta mentre quel cuore
marcio palpita sotto pelle.
Helena schiude gli occhi. Sorride del suo sorriso sinistro, ma Tom non
ne ha
più paura.
“Mi hai riportata in vita.”
La sua voce adorante e la sua pelle nuda, Tom le crolla tra le braccia
come fosse
una dea.
*
“Non
è un vero corpo. Marcirà, e sarà
atroce.”
“Hai paura, Tom?”
“Non ne ho mai.”
“Non mentire. Non a me.”
*
Helena si solleva dal suo corpo stremato senza una parola. È d’una
perfezione
quasi nauseante – Tom pensa a com’è
annegato dentro di lei, al desiderio disperato, a quel sorriso
sinistro, e sa
d’odiarla come mai prima d’allora.
Offre il suo sangue alla betulla più alta e ne estrae il Diadema.
Lo indossa un’ultima volta.
“La morte non è che un lento sbiadire, Tom, ma io non me ne andrò mai,
non da
dentro di te.”
Quando Tom le chiude le mani intorno alla gola, Helena sorride,
estatica.
Note
dell’Autrice
Non
ho molto da dire su questa storia, se non che l’ho scritta con “Evil
Dildo” dei
Placebo in sottofondo (da sentire, ve la consiglio).
La citazione in alto è di proprietà di Rosmary,
che ha organizzato il concorso.
Per quanto riguarda la storia, spero sia chiaro, ma il prezzo che
Helena pone in
cambio del Diadema è essere riportata in vita una volta (e non sarebbe
potuto
essere altrimenti, dato che per il rito oscuro serve il teschio del
Barone). Tom
trova le ossa di Helena e, anche se non l’ho specificato, anche quelle
del
Barone perché li ho immaginati morti insieme e rimasti lì a marcire,
per l’eternità,
insieme al pugnale che ha posto fine alla vita di entrambi.
Spero vi sia piaciuta!
Mary
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