Stolen Kisses, Pretty Lies

di fantaysytrash
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Note dell’Autrice

Eccomi nuovamente con una storia su un fandom pseudo-estinto! Si tratta in realtà di una fic piuttosto vecchiotta, scritta diversi anni fa; ma, dato che ho recuperato la bozza, ho deciso di ripescarla dall’oblio e proporvela ugualmente. Le challenge sono state uno stimolo ulteriore per pubblicarla, quindi eccomi qua.

Premetto di non ricordarmi quasi nulla dell’anime se non il bacio improvvisato tra Kei e Jun, ed è proprio di questo che andremo a trattare oggi! Questa non vuole essere assolutamente una storia dal prendere sul serio, ma semplice momento fluff senza pretese.

Il titolo è un verso della canzone “Blank Space” di Taylor Swift, con cui, però, la storia non ha alcuna connessione.

Spero vi piaccia,

Federica ♛

 

 

Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a Maki Minami. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 

 

 

STOLEN KISSES, PRETTY LIES 

 

Jun non era in sé, e questo Kei lo sapeva bene. In un primo momento, nemmeno lui aveva capito cosa stesse succedendo. Erano passati solo pochi secondi tra quando si era precipitato dal minore dopo averlo visto svenire e quando aveva sentito le labbra di quest’ultimo sulle sue.

Il primo istinto era quello di fargliela pagare picchiandolo pesantemente – cosa che peraltro aveva fatto, almeno in parte –, ma dopo la confusione iniziale aveva iniziato a provare una sorta di calore espandersi al centro del petto.

Non credeva di poter spiegare cosa fosse, ma in qualche modo sapeva che non avrebbe dovuto provare quell’imbarazzo che invece era persistito in lui nei giorni seguenti. Era stato un errore, niente di significativo. Fine della questione.

Aveva cercato di dimenticare l’accaduto ma, quando Jun era tornato in sé, una delle prime cose che aveva fatto era stato recarsi da Kei e chiedergli scusa in almeno cinque lingue diverse.

Kei avrebbe dovuto semplicemente accettare le sue manfrine, dirgli che non era successo niente, ma le parole gli morirono in gola. Era vero che non era successo niente?

Mentre rifletteva su quello che provava per il piccolo Yamamoto, il corpo ebbe la meglio sulla mente.

In un impeto di coraggio che non avrebbe mai creduto di possedere, Kei si sporse verso il più giovane, fino a far incontrare le proprie labbra con quelle morbide di Jun. Questi rimase interdetto per qualche secondo, prima di riuscire a chiedere spiegazioni.

“Mi dovevi un bacio rubato,” spiegò noncurante Takishima, fingendo una sicurezza che in realtà non possedeva.

Ma forse, solo forse, gli era piaciuto. Non l’avrebbe mai ammesso a nessuno, nemmeno a se stesso. Sarebbe stato il segreto che avrebbe custodito con più tenacia, quasi gelosamente. Almeno fino al loro incontro successivo; poi avrebbe probabilmente iniziato una collezione dei preziosi baci di Jun.





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