Si
a volte mi chiedo che ho fatto di male nella mia vita per meritarmi
tutto questo.
Ho sedici anni, sono italiana ma vivo oramai da un po’ in
America, frequento regolarmente la scuola, ho dei buoni voti, anzi sono
la migliore della classe, dicono che sono carina, una bellezza grezza
che attrae.
E fin qui pare tutto normale no?
Le cose si mettono male quando incominci a pensare che non sono mai
stata con un ragazzo, ho avuto un incidente a 12 anni e non mi ricordo
nulla della mia vita in Italia, vivo in un posto che sembra il centro
perfetto del inferno e beh sono sopra un tetto con una balestra in mano
e sto prendendo la mira per impalettare l’ennesimo vampiro
che sta abbordando una povera ragazza innocente.
Ecco per questo mi chiedo che ho fatto di male, sono la prima a sperare
di avere prima o poi un grande appuntamento con un magnifico ragazzo e
cosa faccio? Io li rovino gli appuntamenti di questo genere!
E si perché qui da queste parti tra i ragazzi io sono la
legge, o almeno tra i vampiri lo sono: primo articolo della mia legge
‘Se tocchi un umano muori.’ secondo articolo
‘Se dici a un umano che esistono i vampiri, muori ancora
più velocemente.’ terza regola ‘Non mi
sottovalutare. Mai.’ quarta regola ‘Se becco un
vampiro anche di un’altra città che si ciba sui
miei territori, muore.’ quinta regola ‘Non faccio
favori.’.
Non mi sembra complicato in fondo eppure come minimo mi tocca
impalettare 10 vampiri a settimana, e naturalmente incantare
altrettanti ragazzi e ragazze umani per fargli dimenticare tutto: non
pensate che solo le ragazze cadano nella rete dei vampiri, i ragazzi ci
cascano con il doppio della frequenza attirati dal fisico mozzafiato di
tutte quelle vampire.
Ma naturalmente la gente si accorge che in città spariscono
centinaia di ragazzi l’anno e non ho mai visto una famiglia
di umani o di vampiri restare in città per più di
due anni: certo alcuni vampiri vengono qui per mettersi alla prova, per
vedere se possono trattenersi ma anche loro restano si e no un paio di
anni. In pratica io sono l’unica ragazza umana che vive qui
da 4 anni consecutivi: il trucco forse perché la donna che
mi ha adottata è una dei primi vampiri arrivati in
città, ma non è una vampira normale è
una di quelle dette ‘cieche’, in pratica non ha i
sensi sviluppati degli altri della sua specie, anzi sono ancora
più deboli di quelli umani.
Forse però ora mi conviene concentrarmi sul mio lavoro non
trovate o quella ragazza laggiù diventerà un
punta spilli: prendo la mira e con un sibilo il dardo di palissandro si
conficca in un piede del vampiro inchiodandolo a terra. La ragazza
urla: è Milly, sta nella classe di fianco alla mia, dice che
io sono una pazza visionaria. Ho la tentazione di non salvarla sapete.
Ma è il mio lavoro.
Salto giù dal tetto e con un paio di passi sono alle spalle
del vampiro.
‘Davy, ma non
hai imparato nulla dall’ultima volta: cosa ti avevo detto,
lascia in pace quella ragazza.’
‘Sai Miya, la
fame a volte è più forte della legge.’
‘Ti ho
lasciato vivo una volta, ti ricordi? Non posso farlo di nuovo lo
sai?’
‘Lo immaginavo
…’
Intanto Molly ci guarda agitata ha le lacrime agli occhi e sta
scrutando la mia divisa da lavoro: niente di speciale una tuta nera con
parecchie tasche e fibbie alle quali ho appese i tipi più
svariati di armi anti vampiro. Allungo il braccio verso di lei
rivolgendogli il palmo della mano verso il volto: al mio polso il
braccialetto con i campanellini tintinna e si illumina.
‘Odio dover
fare queste cose: non ti rimarrà ricordo di questa sera, ora
vai a casa, tu non hai mai conosciuto David e non mi hai visto qui
stasera.’
La ragazza come se fosse un automa si riga sui tacchi e corre via: alla
fine l’ho salvata, ma ora pensiamo al bel vampiretto che ne
dite?
‘Allora amico
mio … come preferisci morire acqua santa o legno?’
‘Preferirei
mordere quel tuo bel collo liscio tesoro scommetto che hai
…’
Non fa in tempo a finire la frase gli ho conficcato un pugnale
d’argento imbevuto nell’acqua santa in mezzo al
petto e lui si è ridotto in polvere.
‘…
scommetto che hai un buon sapore. Lo dite tutti, ma non avete
fantasia!’
Rinfodero il pugnale, giro l’angolo e riprendo la mia moto
per ripartire il giro di ronda.
Dunque questa sono io Miya Silverblade, si mia madre ha scelto per me
un cognome stupido, ma rende l’idea: sono la legge in una
città diabolica, metà dello stato mi deve la vita
e a già ho il record di uccisioni di vampiri del paese. Ma
quanto sono brava …
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