Lettere segrete

di _Glaucopis_
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Theodosia Burr accarezzò ancora una volta la seta di quegli abiti che sua madre aveva indossato un tempo.

Se la ricordava ancora mentre accorreva verso di lei, che strillava per il dolore di una caduta, in quel vestito rosa pallido. Era bellissima.

In un baule polveroso trovò bambole in perfetto ordine e tomi ingialliti.

Li prese uno dopo l’altro, sfogliandoli, soffermandosi su alcuni appunti.

Poco a poco, svuotò completamente il contenitore, o quasi.

Sul fondo, in un angolo, vi era un fascio di quelle che sembravano lettere legate insieme da un nastro di raso porpora.

Sulle buste erano leggibili due nomi: “Aaron Burr Jr.” e “Theodosia Bartow”.

La giovane sorrise, scattò in piedi e corse nel soggiorno chiamando a gran voce il padre.

-Cosa succede, Theo? – chiese lui mettendo immediatamente da parte i documenti che stava leggendo.

Senza nascondere il proprio entusiasmo, la ragazza posò le lettere sul tavolo.

Aaron le guardò, incredulo.

Pensando che la vista gli stesse facendo dei brutti scherzi, pulì le lenti degli occhiali e strizzò gli occhi.

Erano proprio quelle lettere scritte anni prima da lui e nascoste chissà dove da sua moglie.

Ricordava ancora alcune delle frasi su cui aveva sudato per ore perché fossero perfette.

-Erano in soffitta, in uno dei bauli di mamma- spiegò la figlia prima ancora che l’uomo potesse porle la domanda.

Tremante, Aaron aprì una delle lettere, e i ricordi lo investirono.

I momenti passati a scrivere a lume di candela, gli incontri segreti, la paura, la gioia, l’amore. Era tutto lì. Non erano mai svaniti.

-Grazie, Theodosia-





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