Il momento migliore

di _Glaucopis_
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Fu svegliato da una carezza sulla guancia.

Cominciare la giornata con la vista di quei riccioli biondi, quegli occhi grigi, i tratti di quel volto e quella voce era meraviglioso.

-Quando dormi sbavi- disse Annabeth.

Improvvisamente aveva nuovamente dodici anni. Era appena giunto al Campo Mezzosangue per la prima volta in assoluto, e, contro tutte le sue aspettative, dopo che aveva sconfitto niente di meno che il minotauro, quella ragazzina sconosciuta gli aveva semplicemente detto “Quando dormi sbavi”.

Erano passati esattamente tredici anni.

In quel momento il sonno appesantiva ancora gli occhi di entrambi, avevano le voci un po’ gracchianti da primo mattino, le condizioni dei loro capelli avrebbero fatto urlare dall’orrore Afrodite, erano in pigiama (è degno di essere ricordato il fatto che quello di Percy fosse decorato da pesciolini colorati) e l’anello che aveva disegnato lui stesso con la consulenza di Piper e commissionato a Leo e Calipso (a proposito: “Leo & Calipso: riparazioni auto e mostri meccanici” -e anelli di fidanzamento, ma solo per gli amici-, stava andando alla grande) si trovava ancora nella tasca della sua giacca.

Chiederle di sposarlo in quella situazione era un po’ paradossale, specialmente dopo tutti i piani che aveva fatto, ma anche il momento migliore.

-Vuoi sposarmi? –

Inizialmente Annabeth sembrò perplessa. Lo osservò come se avesse appena detto qualcosa di assurdo. Forse si chiese se avesse capito male.

Poi mostrò un sorriso a trentadue denti.

-Se non fossi pieno di bava ti bacerei, Testa d’Alghe -

 





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