Che buffo, Norman

di Mari Lace
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Che buffo, Norman


«Che buffo» esclama Emma avvicinandosi ulteriormente alla pagina.

Incuriosito, Norman si avvicina. «Cosa?»

La bambina si sposta, mostrandogli l’illustrazione della fiaba che ha appena terminato. «Guarda! Strofinano le facce l’una contro l’altra!»

Norman sorride. «Si chiama bacio» precisa, anche se non è sicurissimo neanche lui di come funzioni quel gesto. Nelle favole gli innamorati si baciano sempre.

Emma lo fissa, inclinando la testa – Norman si confonde. «È tipo… quando due persone si vogliono tanto bene, lo fanno».

«Noi ci vogliamo bene» dice Emma, confusa.

Norman avvampa, anche se non sa perché. «Non così… quando si piacciono, ecco! Baci la persona che ti piace!»

Emma ci pensa un po’. «Mi piaci, Norman» conclude poi, sorridendo.

«Allora, avete finito il compito?»

La voce improvvisa di Ray li fa sobbalzare. Lo sguardo di Emma corre colpevole al libro che ha deciso di leggere prima di svolgere gli esercizi, ma è tardi per nasconderlo.

«Be’, che state facendo? Perché Norman è tutto rosso?» chiede il nuovo arrivato squadrando loro e la stanza. Si avvicina al libro. «Ah! Vi distraete così?»

Emma chiude gli occhi, chiedendosi se sia arrabbiato e se andrà a dirlo alla mamma.

«Sbrigatevi» dice solo Ray, già tornato sulla soglia. «È noioso senza di voi».

Il silenzio regna per un po’ dopo che se n’è andato.

«Sai» lo spezza Emma, tornando al tavolo, «anche Ray mi piace».





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