Uomo di latta

di FeiRoss
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Uomo di latta

Non era stato difficile. Una volta capito come immobilizzarlo, non era stato per niente difficile, aveva dovuto usare solo un po' più di forza di quanto si aspettava...per non farlo soffrire inutilmente, si capisce.

Il poveretto aveva sofferto comunque, alla fine, ma d'altronde, lui non aveva detto che sarebbe stato un processo indolore.

Almeno, non per il giovane uomo.

Lui non avrebbe potuto sentirlo comunque, il dolore. Era per questo che aveva fatto quello che aveva fatto. Aveva provato ad essere un po' come gli essere umani: egoista.

E l'aveva preso, oh, eccome se l'aveva preso, l'aveva posto dove, a occhio e croce, avrebbe dovuto stare fin dall'inizio, con mani tremanti...ma c'era qualcosa che non capiva.

Se, appunto, aveva fatto tutto come doveva...perché non funzionava?

Aveva reciso arterie e vene con minuzia, un'arte in cui non era un maestro ovviamente, come non era maestro nel maneggiare con cura oggetti fragili, ma in questo caso, lo aveva fatto.

Da autodidatta aveva insegnato a sé stesso come collegare i tubicini dentro di sé a un organo, un organo umano, quello a cui anelava da sempre...quindi, perché, perché se non aveva sbagliato niente...

Aveva provato ad aspettare, dicendosi che probabilmente l'organo doveva adattarsi al nuovo..."ambiente"...aveva provato a muoversi, nel frattempo, aveva ripreso la sua ascia, aspettando, ancora ed ancora, che facesse effetto.

Aveva aspettato così tanto che il sangue sulle sue mani si era seccato, arrugginendo le giunture, condannandolo a tenere una posa quasi innaturale. E, ancora, non era successo niente.

Ma lui non demordeva, avrebbe aspettato anche fino alla fine del mondo...aveva tutto il tempo che voleva.

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