Sine die

di Freaky_Frix
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SINE DIE

Gli aggettivi generalmente associati alla morte sono negativi.
Quelli associati alla vita sono positivi.
E la morte è totalmente d’accordo.
Non è facile, il mestiere del cupo mietitore: uno spazzino d’anime. Alcune puzzano di marcio, altre sono più gradevoli, ma nessuna anima può essere paragonata al profumo di un roseto. O a quello di una torta al cioccolato appena sfornata. Eppure, quando il momento arriva, la morte non può sottrarvisi. 
Poi un giorno, in un ospedale fatiscente, mentre prendeva un’anima raggrinzita, cupa e amorfa, la vide. Era dietro l’angolo, che si faceva annunciare nel primo vagito di un neonato, la vita. E c’erano lacrime, ma erano lacrime di gioia; nulla a che vedere con le lacrime fredde e avvelenate che ricadevano sul corpo spento del vecchio. 
Ecco, in quell’occasione la morte provò una profonda invidia, e desiderò prendere quell’anima che profumava di nuovo e serbarla in uno stipo segreto del suo essere, per sempre. Ma non poteva prendere ciò che era parte del mondo dei vivi.
La vita, quel giorno, incrociò per un istante lo sguardo con la morte, e le cose cambiarono per sempre.
Lo struggimento che la morte provava nei confronti della vita crebbe e crebbe, fino a diventare insopportabile. E la morte conobbe il dolore e lo strazio che provoca il desiderare ardentemente quello che non si potrà mai avere.
La vita voleva aiutare la morte, ma non sapeva come fare: le inviava doni di continuo, che lei però rifiutava; tutto sfioriva, tra le sue mani. 
Non sapendo che altro fare, la morte piangeva: ma le sue lacrime erano letali lampi di luce capaci di squarciare la terra. E la vita, per consolarla, decideva di starle accanto così, cadendo dal cielo sotto forma di pioggia. Era una danza chiassosa, un concerto senza pubblico, che si perdeva nella notte dei tempi. E che sarebbe continuato sine die.
 




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