[N]ever again

di Nexys
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410: gone
[A2/2B/9S]
 

Non siamo stati nient’altro che umili frammenti di codice.
Sequenze cadenzate e strutturate di 0 e di 1 che, incatenate a regola d’arte in cluster di dati, hanno dato ai nostri corpi senza vita, la parvenza di un’anima.
Siamo stati generati per porre fine all’invasione delle biomacchine, creature meccaniche generate dalla follia di una razza aliena che ha spazzato via il genere umano. 
Nei millenni la storia si è persa nei meandri di una guerra senza fine. Dal fare la guerra per un fine comune, siamo giunti a farla, compierla, per il puro gusto di farla. Perché è stato scritto nel nostro codice. Siamo nati per combattere una guerra sterile, ancora e ancora, dove non ci sono e mai saranno né vincitori né vinti.
Abbiamo perso tutti, alla fine.

Ci hanno reso intelligenti, sensibili, quasi umani.
L’uomo ha sempre avuto questo vizio, di umanizzare nuove scoperte e tutto ciò che andava al di là della loro comprensione. Ci hanno creati e resi a loro immagine e somiglianza, proprio come secondo la leggenda il loro Dio ha fatto con l’umanità intera. Si sono posti al di sopra di noi come Lui, e di hanno mandati a morire in nome della loro causa, nascondendosi sulla Luna in attesa che noi facessimo e finissimo lo sporco lavoro che avevano iniziato.
Hanno mentito. Si sono estinti, lasciandoci in balia di una spirale di vita e di morte costante come un moto perpetuo regolato dalla indiscussa vastità dell’Universo, il cui motore immobile è un’insormontabile incognita persino per noi. Siamo rimasti qui a morire in nome di una causa che viene costantemente cancellata e riscritta nelle nostre memorie, in modo che nessuno di noi possa sapere mai - e diffondere - la verità.
Siamo poco più che ferraglia senziente, come le biomacchine.

Abbiamo combattuto accanto a compagni e compagne, persi innumerevoli volte in battaglia. Abbiamo sofferto e rinnegato le emozioni, poiché indegni di manifestarle: ci sono state impiantate nelle nostre schede madri, ma non ci è stata conferita la facoltà di utilizzarle. Abbiamo imparato ad andare avanti perché così ci è stato ordinato, accettando di essere schiavi di un sistema corrotto, molto più che da un virus logico.

Oggi, la guerra è finita. Ci siamo spenti, e ciò che parla non è che una registrazione destinata a perdersi nella vastità dell’Universo sconosciuto. Gli esseri umani si sono estinti. Gli androidi anche.
Forse pure le biomacchine.
Non abbiamo più il diritto e la voglia di esistere.
Siamo morti per l’ultima volta.
Siamo morti da umani.
Senza un Dio in cui credere, perché è morto con noi.


 


429 parole.




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