Everything I Hold Dear (Resides In Those Eyes)

di fantaysytrash
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Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a Stan Lee e alla Marvel. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 


 

EVERYTHING I HOLD DEAR (RESIDES IN THOSE EYES)

#7 – LOVE IS ITS OWN PROTECTION

 

“Sei sicuro che possa tenerla in braccio?”

Bucky si avvicinò con cautela al compagno, che stava ondeggiando su se stesso per cullare la loro bambina appena nata. Steve sorrise dolcemente nel notare il nervosismo dell’altro, e gli rivolse un cenno di incoraggiamento, trasferendo il bebè tra le sue braccia tremanti.

“Sì, Buck, non le fai alcun male, vedi? Basta che le sorreggi la testa… esatto, così.”

Bucky posò lo sguardo sul fagotto che ora sorreggeva, le piccole dita rosee ancora strette intorno al dito di Steve. Il viso angelico, di cui si era già innamorato, era incorniciato da un ciuffo di capelli biondi e, sebbene non avesse avuto ancora l’occasione di scorgerle gli occhi, sperò con tutto se stesso che avesse ereditato quelle pozze blu per cui andava matto.

Sebbene la bambina non fosse sua figlia naturale, ovviamente, dopo mesi di ricerca avevano finalmente trovato una donna disposta a fargli da surrogata, e una delle poche cose su cui Bucky aveva insistito era la volontà che metà dei suoi geni fosse di Steve.

Voleva sentire quella neonata come propria e non si fidava a donare il proprio seme in caso l’HYDRA avesse fatto ulteriori esperimenti di cui non erano ancora a conoscenza. Ma non era stato un problema; una piccola versione di Steve che correva per casa era sempre stato tra i suoi sogni più reconditi.

Non credeva avrebbe mai visto il girono in cui una tale fantasia potesse venire realizzata, ma suppose che Steve aveva già compiuto abbastanza miracoli per lui, uno in più rientrava ormai nel suo modus operandi.

Spostando lo sguardo dal marito alla figlia, Bucky venne sopraffatto da un’ondata di amore e felicità. Dopo tutto quello che aveva passato, c’erano ancora giorni in cui credeva di non meritare la nuova possibilità che gli era stata concessa, ma con l’aiuto Steve e degli altri Avengers aveva imparato a godersi le cose positive della vita senza aspettarsi sempre il peggio.

Improvvisamente, come se sentisse i pensieri contrastanti del genitore, una delle piccole manine della bimba si mosse e si posizionò sul petto di Bucky, stringendo lievemente la stoffa della sua maglietta.

“Steve, mi sta…?”

Steve irruppe in un grande sorriso. “Sì, Buck, ti sta abbracciando.”

“Dobbiamo proteggerla,” disse il moro improvvisamente. “Dall’HYDRA, dallo SHIELD, da chiunque cerchi di farle del male.”

“Certo, la proteggeremo insieme,” rispose Steve, circondando il compagno con le sue braccia possenti, in modo da farlo sentire più al sicuro.

“Ti amo,” confessò poi.

Bucky ghignò. “Lo spero bene, visto che sei il padre di mia figlia.”

Guardando la sua nuova famiglia, Steve non poté che sciogliersi in un sorriso che era certo i suoi amici avrebbero definito diabetico.

“Sarah Brooklyn Rogers-Barnes, benvenuta in famiglia.”





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