Bianco e Nero

di Liberty89
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Titolo: Bianco e Nero
Autore: Liberty89
Genere: Angst, Drammatico
Rating: Arancione
Personaggi: Vanitas, Sora
Avvertimenti: Flash-fic, AU, OOC
Note dell’autore: Salve salve, ogni tanto torno a spolverare l'account e pubblico cose scritte di getto. Come sempre. Prima o poi tornerò a lavorare sulla mia long, ma l'ispirazione è caduta in un baratro e non vuole più saperne di tornar su. Vedremo.
Parlando di questa piccolina, trovate l'immagine che l'ha ispirata QUI e non prevede prequel/sequel o altro al momento, solo queste poco più che 200 parole. Spero che vi piaccia. Buona lettura!

Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, la fic non è stata scritta a scopo di lucro.


Bianco e Nero


Quel colpo il Cavaliere Bianco lo sentì.
Lo sentì perfettamente.
Aveva gli occhi sgranati, increduli e fissi in quelli dorati del suo avversario, la sua nemesi.
Il Cavaliere Nero trattenne il fiato quando la sua lancia trafisse il corpo del nemico. Per un attimo la sua mente si spense, vide riflessa la propria incredulità nello sguardo celeste del Cavaliere Bianco.
Una buona parte di lui non pensava di riuscirci davvero, eppure aveva vinto. Aveva sconfitto la sua nemesi, l'altra metà di se stesso, quello sciocco paladino che voleva distruggere ogni cosa con il potere della Luce per donare un nuovo futuro alla loro casa.
Rimasero sospesi in quel limbo per un tempo sia lungo che breve, ma infine, la lancia rossa scomparve e il Cavaliere Bianco crollò a terra con un grido soffocato e il respiro pesante e affannoso, intervallato da colpi di tosse che macchiarono di cremisi le sue labbra fini. Una rosa di sangue iniziò ad allargarsi sotto la sua schiena finché non divenne uno specchio perfetto del soffitto a mosaico della Cattedrale Oscura.
"E così... hai vinto, mi hai sconfitto." mormorò piano, mentre la vista si faceva confusa.
Il Cavaliere Nero sospirò di stanchezza, ma non di sollievo. "Già. Potevamo unire le forze e salvare il Regno insieme, ma tu non vedevi altre soluzioni che la tua."
Si sedette su una panca e posò la fronte sulle mani giunte. "Mi dispiace, fratello"
"Così è, fratello. Non… dispiacerti…" tentò un respiro più profondo, ma non gli riuscì e i suoi sensi si spensero.




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