Drunk in love

di funny1723
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DRUNK IN LOVE











Valkiria aveva sempre amato il modo in cui gli occhi di Carol sembravano rilucere ogni volta che parlava di qualcosa che la interessava. Era una sorta di guizzo fulmineo, un bagliore momentaneo, eppure il cuore di Valkiria faceva le capriole ogni volta che lo vedeva.
Valkiria in vita sua aveva incontrato molti eroi o comunque molte persone che si definivano tali, eppure mai prima di incontrare Carol aveva dato importanza a quella definizione. Eroe per lei era semplicemente un termine vuoto, un appellativo privo di importanza che tranquillizzava la gente. Ma Carol era diversa, lei un'eroina lo era davvero; con tanto di mani magiche e mantello rosso. Carol era un'eroina perchè non sapeva di esserlo, perchè non le interessava esserlo, lei voleva solo fare la cosa giusta. Era la definizione vivente di Giustizia.
E in più, oltre ad ogni potere sovraumano datole dalla gemma dello spazio e da anni ed anni di addestramento Kree, Carol aveva il vantaggio che i suoi occhi sembravano rilucere ogni volta che parlava di qualcosa che la interessava. Particolare quello che secondo Valkiria la rendeva semplicemente ancora più perfetta.
Come in quel momento, davanti a quell'assurda macchina parlante. Carol stava sproloquiando da ore su quanto l'invenzione di quel mostro meccanico (che a quanto pare gli umani avevano deciso di chiamare jukebox) fosse stata una delle migliori cose partorite da mente umana.
Valkiria non riusciva a trovarci niente di particolarmente speciale e continuò a non trovarci niente di particolarmente speciale neanche dopo sei birre (e dire che dopo sei birre riusciva a trovare interessante anche le interminabili lamentele di Thor).
Non che le importasse in realtà quello stupido jukebox. Se aveva passato le ultime ore ad ascoltare Carol parlare era solo per quella stramaledetta luce nei suoi occhi.
"Sai, ho visto molti mondi nell'arco della mia vita," la voce le uscì più impastata del previsto, ma non le importò.
"Ho conosciuto dèi e combattuto con creature di cui resta solo la memoria, ho avuto la fortuna di dormire sotto migliaia di cieli e di contare milioni di stelle ormai spente; eppure mai nessuna delle tante incredibili cose che ho fatto o visto è paragonabile al modo in cui i tuoi occhi sembrano rilucere in questo momento."
Carol quasi si strozzò con la birra.
Valkiria a volte dava l'impressione di essere totalmente anaffettiva. Aveva modi e atteggiamenti rudi e freddi che avrebbero sicuramente convinto molte altre persone a lasciarla molto tempo fa. Ma poi c'erano quegli altri momenti, quelli in cui le bastava dire una cosa qualsiasi e guardare Carol in quel determinato modo, come se stesse posando gli occhi su una sacra reliquia e non sulla sua ragazza, e allora ricordarsi perchè l'amava diventava facilissimo.
Carol arrossì violentemente mentre cercava di nascondersi dietro al boccale.
“Diventi sdolcinata quando sei sbronza.”
Valkiria sghignazzò mentre le toglieva la birra di mano per finirsela.
“Allora dovrei essere sempre sdolcinata.”
Se Carol non le avesse rivolto quel maledetto sguardo, quello che le faceva rilucere gli occhi, forse Valkiria avrebbe riso alla sua stessa battuta, invece si sporse sul tavolo per baciare la sua ragazza una, due, tre, dieci, cento volte. 
 
 
 




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