Capitolo 76: Di nuovo a Hogwarts
In men che non si dica, il
1° di settembre arrivò.
I ragazzi tornati sulla Terra si riunirono sull'espresso per Hogwarts:
Hermione, dopo la finale, aveva deciso di tornare a casa, principalmente
per spiegare ai suoi genitori cos'era successo con Winky.
Inizialmente non avevano preso bene la notizia, dato che proprio come
lei erano contrari all'idea di avere un servitore, ma una volta che la
figlia aveva spiegato loro la storia per intero, soprattutto come tutti
gli elfi domestici erano convinti di dover servire i loro padroni a
qualunque costo, il trio aveva deciso di dimostrare alla piccola
creatura che non doveva essere per forza un rapporto di schiavitù. Così
alla fine erano giunti a un compromesso: avrebbero accettato l’aiuto di
Winky nel tenere pulita e in ordine sia la loro casa sia il loro studio
dentistico, ma lei non si sarebbe punita in alcun modo, oltre a dover
mangiare con loro a ogni pasto e a riposarsi ogni volta che si sentiva
stanca, oltre ad avere un giorno a settimana di riposo. Avevano provato
a convincerla ad accettare uno stipendio, ma l’elfa si era
categoricamente rifiutata. Tuttavia considerarono una vittoria essere
riusciti a farle accettare di cucirsi dei vestiti migliori dello
straccio che indossava. I genitori di Hermione avevano provato a
regalarle direttamente un vestito, non sapendo che così facendo
l’avrebbero liberata. Ci volle un intero giorno per calmare Winky.
Tuttavia i vantaggi per la famiglia Granger si fecero subito evidenti:
Winky con il solo schioccare delle dita era in grado di pulire subito
tutta la casa, e allo studio si era dimostrata in grado anche di
sterilizzare gli strumenti di lavoro, facendo così risparmiare ai due
dentisti le spese di pulizia. Ovviamente questi ultimi lavori erano
eseguiti da un’elfa invisibile agli occhi degli altri babbani.
I gemelli Weasley ridacchiarono sentendo ciò.
“Immagino che per un elfo domestico doversi assicurare che degli oggetti
siano puliti a un tale livello sia una sfida personale.” Fece Fred.
“Già. Dovevate vedere come li brillavano gli occhi quando i miei hanno
finito di spiegarle che cosa significava sterilizzare. Winky era a dir
poco entusiasta. Io e i miei siamo convinti che riusciremo presto a
convincerla a rilassarsi ulteriormente, fino a chiederci qualcosa quando
lo desidera.”
“È fantastico Hermione!” Esclamò Luna. “Non pensavo avresti ottenuto
simili risultati in così poco tempo. Anch’io non ho mai capito come mai
molti maghi maltrattano gli elfi domestici, quando questi hanno
chiaramente una magia più potente della nostra.”
“In effetti, credo di aver visto Dobby fermare Elfman un paio di volte
mentre stava per scatenarsi in una rissa. Anche se ha saggiamente
evitato di fare lo stesso con Harry, Erza e non è mai andato contro
Mira, cosa che ora ci è perfettamente comprensibile.” Disse George, per
poi girarsi verso la bionda. “Ehi Luna, Harry o qualcun altro ti ha
detto in che cosa consisteva questa loro misteriosa e lunga missione?”
“Certo.” Rispose lei, tranquilla.
Tutti gli altri nella cabina restarono in silenzio, fissandola.
“Embè?” Domandò infine Ron.
“Cosa?”
“Qual è questa missione?”
“Oh, volevate saperlo? Mi dispiace, ma mi hanno chiesto di non dirvelo.”
Fece Luna, sorridendo e costringendo gli altri presenti a trattenersi
dal cadere a terra per la sorpresa.
“Ma che diamine devono fare di così segreto?” Domandò Hermione,
sospirando. “E non sono solo loro, sembra che l’intero mondo sia a
conoscenza di qualcosa che noi ignoriamo.”
“Perché dici così?”
“Vi ricordate di Fleur, no?” Continuò la castana, ricevendo degli
assensi di conferma. “Mi ha parlato di qualcosa, dando per scontato che
ne fossi a conoscenza. Ma non appena ha capito che non era così mi ha
detto che non voleva correre rischi.”
“Beh, non credo sia qualcosa che abbia a che fare con Harry e gli altri.
Sarà stata anche a conoscenza di Fiore, ma dubito che fosse coinvolta.”
“No, infatti. Però ho notato che anche i vostri genitori e fratelli
maggiori facevano attenzione a come parlavano in nostra presenza.”
“È vero.” Ammise Ginny. “Mi chiedo cosa stia succedendo di così
importante…”
“Sicuramente qualcosa che coinvolge Percy, se il suo comportamento è un
segno.” Dissero insieme Fred e George.
“Sembra quasi che sia stato nominato Ministro della Magia, invece che
semplice assistente di Crouch.” Sbuffò Ron, per poi guardare Hermione.
“E sei stata fortunata a tornare subito a casa dopo la finale, o avresti
rischiato di venire attaccata da lui. Considera Crouch una specie di
divinità scesa sulla Terra, ed è convinto che tu gli abbia fatto un
torto imperdonabile ad avergli portato via il suo elfo domestico.”
“È libero di pensare quello che vuole, non m’importa.” Replicò Hermione,
per nulla sorpresa. Percy non era mai stato particolarmente simpatico a
nessuno di loro.
“Io sono più preoccupato per un’altra questione.” Li interruppe Fred.
“Chi dirà ad Angelina che non ci saranno né Harry né Erza quest’anno?”
“Perché dovrebbe importarle così tanto?”
“Angelina è stata nominata Capitano della squadra di Quidditch di
Grifondoro, visto che Baston si è diplomato. E loro due sono i migliori
membri della squadra, dopo noi due ovviamente.” Spiegò l’altro gemello,
ghignando.
“E tu come fai a saperlo, George?” Domandò Hermione. “Non sapevo vi
eravate incontrati quest’estate.”
“B-Beh, diciamo che potremmo esserci visti qualche volta a Diagon
Alley…” Borbottò il diretto interessato.
“Già. Soprattutto in uno di quei locali dedicati alle coppiette
innamorate.” Sghignazzò il fratello, solo per ricevere in faccia la mano
di George, il cui volto era diventato rosso quasi come i suoi capelli.
“E qualcuno, per quanto invidioso della mia innata bellezza, dovrebbe
imparare a lasciare un po’ di privacy, quando richiesto.” Bofonchiò,
facendo scoppiare tutti a ridere.
L’arrivo a Hogwarts quell’anno avvenne senza nessun imprevisto. Questo
almeno fino a quando non raggiunsero le carrozze, dove ebbero il
dispiacere di incontrare Draco Malfoy.
“Oh, quindi le voci erano vere: Potter e i suoi strambi amici hanno
abbandonato i traditori di sangue e i sangue sporco.”
“Certo Malfoy, è proprio come dici tu.” Rispose Hermione, alzando una
mano per fermare i Weasley dal lanciarsi contro di lui. “Ma almeno noi
conosciamo un vocabolario un po’ più ampio del tuo. Sembra che tu non
conosca altri termini.”
“Oh, attenzione, sembra che Granger sia sul piede di guerra.” Ridacchiò
lui. “Sembra quasi che tu pensi che solo perché mi hai risposto allora
io mi farò da parte come qualsiasi miserabile bullo. Beh, mi dispiace,
ma non m’impressioni per niente. Tuttavia, ho cose migliori da fare che
restare a parlare con voi. Dopotutto, considerando quello che deve
succedere quest’anno… Oh, forse è questo il motivo: Potter e gli altri
sono dei vigliacchi, in fin dei conti. Dopotutto manca pure Paciock.”
“Credimi Malfoy, tu non hai la più pallida idea di cosa significhi avere
paura.” Disse Fred. “Sei solo un moccioso viziato che si ripara sempre
dietro alle spalle del papà.”
Detto ciò il gruppo lo superò, salendo sulla carrozza, che partì subito.
Draco restò in silenzio, per poi sorridere. “Davvero? Oh, lui ne
sarebbe stato ben felice.” Mormorò divertito.
Una volta arrivati nella Sala Grande, la cena ebbe inizio non appena
terminato lo smistamento dei nuovi studenti, dove Grifondoro ottenne
anche il fratello minore di Colin Canon, Dennis.
Non ci volle molto prima che tra i quattro tavoli cominciasse a girare
la voce dell’assenza di Harry Potter, come quella di altri Grifondoro. A
conferma di ciò c’erano anche gli sguardi di diversi insegnanti a
Silente, il quale però proseguì tranquillo a consumare la cena.
Come previsto da George, Angelina non fu per nulla contenta della
notizia.
“E voi non avete fatto nulla per fargli cambiare idea?” Domandò
incredula, fissando principalmente George, che deglutì il boccone che
stava mangiando.
“Ci abbiamo provato, ma non hanno voluto sentire ragioni… non ci hanno
nemmeno detto il perché non sarebbero venuti.” Rispose lui.
“E ora dove li trovo un altro cercatore e cacciatore?” Si chiese
sconsolata la ragazza, lasciando cadere la testa sul tavolo. “E mi sono
pure fatta consigliare da Baston da quando ho ricevuto il distintivo da
capitano…”
“Dai, sono sicuro che per il prossimo anno quei suggerimenti torneranno
utili.”
“Sinceramente, spero quasi che quest’anno la coppa di Quidditch salti.
Preferisco così piuttosto che rischiare di perdere durante il mio primo
anno come capitano.”
“Non dirlo nemmeno per scherzo!” Esclamò Lee Jordan. “Non pensi a me?
Perderei il mio ruolo di cronista!”
“Questo potrebbe essere un motivo. La McGranitt avrebbe diversi infarti
in meno.” Commentò un loro compagno, facendo scoppiare tutti a ridere.
Quando anche le ultime briciole dei dessert scomparvero magicamente dai
piatti, Silente si alzò in piedi, facendo scendere immediatamente il
silenzio sull'intera sala.
“Dunque!” Esordì il preside, sorridendo a tutti quanti. “Ora che siamo
tutti sazi e dissetati, devo richiamare ancora una volta la vostra
attenzione su alcuni avvisi. Mastro Gazza, il nostro custode, mi ha
chiesto di ricordarvi che alla lista di oggetti proibiti dentro le mura
del castello quest’anno sono stati aggiunti gli Yo-yo Ululanti, i
Frisbee Zannuti e i Boomerang Rimbalzatutto. Chi desiderasse vedere la
lista completa dei circa quattrocentotrentasette oggetti proibiti può
consultarla nell’ufficio di Mastro Gazza.”
Gli angoli della bocca di Silente si arricciarono. “Come sempre, vorrei
ricordare a tutti voi che la Foresta compresa entro i confini del parco
della scuola è proibita agli studenti, come lo è il villaggio di
Hogsmeade a tutti coloro che non sono ancora al terzo anno e sono privi
dell’autorizzazione.”
Qui il preside prese una pausa. “È altresì mio doloroso dovere
informarvi che la Coppa di Quidditch di quest’anno non avrà luogo.”
Fred, George e Lee, che stavano bevendo, sputarono immediatamente
l’acqua.
“CHE COSA?!” Esclamarono assieme, per poi voltarsi a guardare Angelina,
la quale fece per scivolare lungo la sedia, sentendo gli sguardi di chi
l’aveva sentita prima fissati contro di lei.
Silente alzò le mani, nel vano tentativo di calmare l’agitazione
provocata dalla sua ultima dichiarazione. Alla fine dovette arrendersi e
decise di proseguire lo stesso con il discorso.
“Ciò è dovuto a un evento che prenderà il via in ottobre e continuerà
per tutto l’anno scolastico, impegnando molto del tempo e delle energie
degli insegnanti: ma sono certo che vi divertirete tutti enormemente. Ho
infatti l’immenso piacere di annunciare che quest’anno a Hogwarts-”
Il preside venne interrotto dal rumore delle porte della Sala Grande,
che si spalancarono.
Tutti gli studenti si voltarono verso l’ingresso, dove c’era un uomo
appoggiato a un lungo bastone, avvolto in un mantello nero da viaggio.
L’uomo abbassò il cappuccio, mostrando una folta chioma di lunghi
capelli brizzolati e il volto quasi interamente ricoperto di cicatrici,
con il naso a cui mancava un pezzo e un occhio tondo come una moneta di
un vivace blu elettrico, totalmente diverso dall’altro, che era piccolo,
scuro e lucente. L’occhio blu si muoveva incessantemente, senza che mai
calasse la palpebra, ruotando su e giù e da una parte all’altra,
totalmente autonomo dall’altro, per poi roteare all’indietro, mostrando
solo il bianco.
L’uomo cominciò ad avanzare verso il tavolo degli insegnanti, seguito da
un sordo clunk che echeggiava nella sala un passo sì e uno no.
Lo sconosciuto raggiunse l’estremità del tavolo, voltò a destra e
zoppicò vistosamente verso Silente e non appena raggiunto gli tese una
mano coperta di cicatrici quanto il suo volto.
Silente gli strinse la mano, mormorando parole che nessuno in sala
riuscì a sentire.
Lo sconosciuto scosse la testa, per poi rispondere con lo stesso tono.
Dopo ciò il preside annuì, per poi fargli segno di sedersi al posto
vuoto alla sua destra.
Lo stranierò obbedì e non appena seduto di fronte a lui apparve un
piatto di salsicce, che prese e portò di fronte a ciò che restava del
naso, annusandolo. Soddisfatto, estrasse dalla tasca un coltellino,
v’infilzò l’estremità di una salsiccia e cominciò a mangiare. L’occhio
normale era fisso sul piatto, ma quello blu sfrecciava ancora
irrequieto, osservando la Sala Grande e gli studenti.
“Vorrei presentarvi il nostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti
Oscure.” Disse allegro Silente, rompendo il silenzio. “Il professor
Moody!”
“Moody?” Sussurrò sorpreso Ron. “Quel Moody?”
“Direi di sì, stando alle descrizioni di papà.” Fece Fred.
“Chi è?” Chiese Hermione.
“È un Auror in pensione. Dicono tutti che era il migliore nel suo
lavoro, ma ciò l’ha reso paranoico e un po’… beh, diciamo pazzo. Da qui
il suo soprannome, Malocchio Moody.”
Mentre parlavano, solo pochi tra studenti e personale applaudirono al
nuovo professore, il quale restò del tutto indifferente alla fredda
accoglienza, tirando fuori da una tasca una fiaschetta, da cui bevve una
lunga sorsata.
Silente si schiarì la voce.
“Come stavo dicendo.” Riprese sorridendo. “Nei prossimi mesi avremo
l’onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha
luogo da più di un secolo. È con grandissimo piacere che vi informo che
il Torneo Tremaghi quest’anno si terrà a Hogwarts!”
Immediatamente l’intera Sala Grande venne riempita da urla di sorpresa e
incredulità.
“CHE COSA?!” Gridarono nuovamente i gemelli Weasley, alzandosi in piedi.
“Non è possibile!”
“Oh, invece credo sia proprio così, signori Weasley.” Ridacchiò Silente.
“Per chi tra di voi non sa di cosa si tratti, il Torneo Tremaghi fu
indetto per la prima volta settecento anni fa, come competizione
amichevole tra le tre maggiori scuole europee di magia: Hogwarts,
Beauxbatons e Durmstrang. In ogni torneo veniva scelto un campione per
scuola, che la rappresentava in tre imprese magiche. Le scuole si
alternavano nell’ospitare il torneo ogni cinque anni, e tutti convennero
che fosse un modo eccellente per stabilire legami tra giovani streghe e
maghi di diverse nazionalità… almeno fino a quando il tributo di morti
non divenne così elevato che fu deciso di sospendere il torneo a tempo
indeterminato.”
“Il tributo di morti?” Ripeté a bassa voce Hermione, preoccupata.
“Ci furono diversi tentativi nel corso dei secoli di riportare in auge
il torneo, ma nessuno di essi ebbe molto successo.” Continuò Silente.
“Ma i nostri Uffici per la Cooperazione Internazionale Magica e per i
Giochi e gli Sport Magici hanno deciso che i tempi erano maturi per un
nuovo tentativo. Durante l’ultimo anno abbiamo lavorato molto per far sì
che questa volta nessun campione o campionessa si ritrovi in pericolo
mortale.
“Le delegazioni delle scuole che parteciperanno al torneo arriveranno
domani pomeriggio, così da permettere ai loro studenti di integrarsi
prima che i campioni vengano scelti. Ciò avverrà la sera di Halloween,
grazie ad un giudice imparziale. Colui che verrà scelto da esso e
vincerà il torneo, oltre a portare gloria alla propria scuola, porterà a
casa un premio in denaro pari a mille galeoni.
“Le condizioni per poter partecipare al torneo verranno rese note domani
sera, dopo che le altre scuole saranno arrivate. Sono sicuro che tutti
voi tratterete i nostri ospiti con la massima gentilezza e che darete il
vostro sincero sostegno al campione di Hogwarts quando verrà designato.
Dato l’evento straordinario, le lezioni di domani saranno sospese per
permettervi di prepararvi ad accogliere i nostri ospiti. E ora, forza,
tutti a letto!”
Silente concluse il discorso, sedendosi nuovamente e cominciando a
parlare con Moody, mentre gli studenti si alzarono, seguendo i
rispettivi Prefetti nelle loro sale comuni.
“Il Torneo Tremaghi! Ci pensate?!” Esclamò Fred. “Potremmo partecipare!
Con quello che abbiamo imparato a Fiore, non ci sarebbe alcuna
difficoltà per noi!”
Il gemello annuì, mentre Ron distoglieva lo sguardo.
“Non sarebbe giusto.” Disse Hermione. “Sapete bene che quella magia è
diversa da quella normale, e salvo che non ci sia qualcosa di davvero
difficile da affrontare, sarebbe meglio evitare.”
Dopo aver detto ciò la ragazza si fermò, subito imitata dai compagni di
gilda.
“Che succede?” Chiese Ginny, per poi vedere un sorriso apparire sul
volto dell’amica.
“Oh, nulla. Ho appena realizzato qualcosa a cui stavo pensando da un
po’.” Rispose lei, facendo sbattere a Ron una mano sul volto.
“Per piacere, non cominciare anche tu con i segreti!” Borbottò, mentre
riprendevano la camminata.
“Oh, tranquillo, non credo di mantenerlo per molto tempo.” Rispose lei,
ridacchiando. “Silente si è divertito parecchio stasera. Ma credo di
essere stata tra le poche a essermene accorta.”
“Vuoi dircelo o no?” Chiese Fred.
“Domani sera sarà chiaro anche a voi.” Disse Hermione, non facendo
sparire il sorriso. “Non vedo l’ora.”
La mattina successiva passò velocemente, in un vociferare continuo tra
studenti e insegnanti che finivano di controllare che fosse tutto a
posto, oltre che a rimproverare diversi ragazzi per non essere in ordine
con i vestiti o per creare troppo disordine.
“Non ho mai visto il castello così agitato.” Commentò Fred. “E dire che
doveva essere un po’ ormai che lo sapevano.”
“Beh, è un evento importante a livello internazionale, è ovvio che
vogliano fare di tutto perché l’impressione di Hogwarts risulti ottima.
Dopotutto, sono sicura che le altre scuole faranno di tutto per lasciare
un’ottima impressione di loro.” Disse Hermione.
“Dimmi solo che non dobbiamo metterci addosso quelle ridicole vesti che
ci hanno chiesto di prendere per quest’anno.” Fece Ron, sospirando.
“In quel caso Silente lo avrebbe detto ieri sera. No, credo dovremo
limitarci a indossare la divisa scolastica, ovviamente in buone
condizioni.”
“Esatto signorina Granger.” Fece la voce della McGranitt, che si fermò
dietro di loro. “Le vesti vi sono state chieste per un evento legato al
torneo, ma non per l’arrivo delle scuole ospiti.”
“Professoressa, questo significa che non possiamo mostrare il nostro
talento con la magia per impressionarli?”
La McGranitt fissò con severità George. “Fortunatamente no, vi è
proibito. Anche perché, come diceva Granger, è una tradizione del torneo
che le scuole al loro arrivo facciano un piccolo spettacolo. Non che io
sia d’accordo con questo, ma temo di non avere voce in capitolo.”
Dicendo ciò sospirò. “Confido almeno in voi studenti di Hogwarts.
Cercate di non fare nulla d’inopportuno, indipendentemente dalle
circostanze. E mi rivolgo principalmente a voi due, signori Weasley.”
“Professoressa, lei così ci offende!” Esclamarono i due gemelli con
finta indignazione. “Sembra quasi pensare che noi possiamo
davvero restare calmi.”
Con un forte sospiro, la McGranitt decise di allontanarsi, fingendo di
non aver sentito l’ultima frase e ignorando il ghigno dei gemelli.
“È un peccato che Harry e gli altri non siano qui.” Disse Ginny. “Sono
sicura che sarebbero stati entusiasti del torneo.”
“Sono sicura che lo sarebbero stati.” Concordò Luna, guardando Hermione
portarsi una mano davanti alla bocca.
Quando mancò solo mezz’ora all’ora d’arrivo delle scuole, gli studenti
delle case si ritrovarono nella Sala Grande, con i Direttori di fronte a
loro, che li divisero in quattro file.
“Seguitemi, prego.” Disse la professoressa McGranitt. “Quelli del primo
anno davanti… non spingete.”
Gli studenti seguirono la vicepreside, finché non si fermarono
all’ingresso del castello, con il Lago Nero in bella vista e uno spiazzo
di terra che Hagrid doveva aver recentemente preparato probabilmente per
una sua futura lezione.
“Sono quasi le sei.” Disse Ron, guardando l’orologio per poi tornare a
fissare il viale di fronte a loro. “Secondo voi come arriveranno?”
“Forse in treno.” Disse Dean, mentre Seamus annuiva d’accordo.
“Sarebbe così banale!” Esclamò George. “Potrebbero arrivare con una
bella esplosione per nascondere il fatto che stiano arrivando a piedi.”
“Non sono tutti dei fanatici delle esplosioni come voi e Natsu.” Li
riprese la sorella.
“Beh, possiamo sperare, no?”
“Spero nulla in stile Phantom Lord. ” Rifletté Fred. “Me ne è bastato
uno solo, di castello con gambe.”
“Come, scusa?” Fece Lee, non sicuro di aver capito bene quello che aveva
detto l’amico.
“Lunga storia.”
“Aha!” Esclamò Silente, attirando l’attenzione di tutti su di sé. “O mi
sbaglio di grosso, oppure sta arrivando la delegazione di Beauxbatons!”
“Dove?” Esclamarono parecchi studenti, guardandosi attorno.
“Laggiù.” Disse Luna, indicando in alto, sebbene venne ascoltata solo
dai suoi amici e da pochi altri.
Lì qualcosa di grosso, molto più grosso di un manico di scopa, o meglio,
di cento manici di scopa, si stagliava nel cielo azzurro cupo, in
direzione del castello.
“È un drago!” Strillò istericamente una ragazzina del primo anno.
“Ma no, è impossibile… Sembra più una casa volante!” Replicò Dennis
Canon.
Dennis scoprì poco dopo di avere quasi indovinato: mentre la gigantesca
sagoma sfiorava le cime degli alberi della Foresta Proibita, videro
un’enorme carrozza di un blu polveroso, dalle dimensioni di una vasta
dimora, che fluttuava verso di loro trainata da una dozzina di cavalli
alati, tutti color ocra dorato e grandi come elefanti.
Le prime tre file di studenti si ritrassero mentre la carrozza
sfrecciava più in basso e si preparava ad atterrare a una tremenda
velocità. Poi, con un fracasso abnorme che fece saltare diversi
studenti, gli zoccoli dei cavalli toccarono terra, seguiti subito dopo
dalla carrozza, che ribalzò sulle vaste ruote, mentre i destrieri d’oro
scuotevano le enormi teste e roteavano gli occhi fieri.
Si ebbe appena il tempo di notare sulla porta della carrozza un blasone
(due bacchette d’oro incrociate da cui spuntavano tre stelle ciascuna)
prima che questa si aprisse, lasciando che un ragazzo vestito di azzurro
pallido balzasse giù, trafficando con qualcosa alla base della carrozza
per poi estrarre una serie di gradini d’oro, arretrando rispettosamente
subito dopo.
In seguito a ciò, una lustra scarpa nera col tacco alto, grande quanto
una slitta per bambini, spuntò dall’interno della carrozza, seguita da
una donna alle cui dimensioni probabilmente solo Hagrid poteva tenere
testa, spiegando così le dimensioni della carrozza. Era vestita da capo
a piedi di satin nero, e molti splendidi opali scintillavano attorno al
collo e sulle sue dita enormi.
Silente prese subito ad applaudire, seguito a breve dal resto degli
studenti di Hogwarts.
La donna distese il viso in un sorriso cortese, per poi avanzare verso
Silente, tendendo una mano tutta bagliori, che Silente baciò.
“Benvenuta a Hogwarts, mia cara Madame Maxime.” Disse il preside.
“Mio caro Silente, spero che stiate bene.”
“Uh?” Fece Fred, sorpreso. “Non pensavo fosse così brava a parlare
inglese.”
“Che stai dicendo? Si capisce a malapena.” Replicò Lee, guardandolo
stranito.
“È merito del marchio di Fairy Tail.” Spiegò Hermione. “Mi ero
dimenticata di dirvelo. L’ho scoperto in Francia, dove riuscivo a capire
e parlare francese senza alcuna difficoltà.”
“Cavoli… Dove si può prendere quel tatuaggio?” Domandò Angelina. “Mi
piacerebbe parecchio avere una simile comodità!”
“Mi spiace, ma solo chi si è iscritto a Fairy Tail può indossarlo.”
Disse Luna. “E diciamo che ci sono alcune condizioni da rispettare.”
“E quali sarebbero?” Domandò un Corvonero, sbuffando al commento della
sua compagna di classe.
“Oh, non ne ho idea.” Rispose lei. “Ma forse lo sanno i Nargilli.”
“I miei studenti.” Sentirono dire da Madama Maxime, che interruppe le
discussioni, mentre indicava alle sue spalle.
Lì, scendendo dalla carrozza, una dozzina di ragazzi e ragazze, tutti
tra i diciassette e i diciotto anni, fecero la loro comparsa, e in prima
fila si poteva vedere Fleur, che non appena scorse Hermione la salutò
con una mano.
“Conosci quella ragazza?” Chiese subito un Tassorosso del quinto anno,
guardando sorpreso Hermione.
“L’ho incontrata durante le mie vacanze. Dopo ieri sera, avrei dovuto
capire che sarebbe venuta qui.” Disse lei, rispondendo al saluto.
“Siamo i primi?” Domandò poi Madama Maxime a Silente.
“Sembra proprio di sì, anche se credo che Karkaròff stia per arrivare.”
Rispose lui.
“Capisco. Vorrà dire che aspetteremo.” Disse la preside di Beauxbatons,
facendo cenno ai suoi studenti di porsi alle sue spalle.
Non dovettero aspettare molto prima che qualcos’altro disturbasse il
basso mormorio creatosi tra gli studenti.
Il rumore di un rombo e di un risucchio soffocato si fece largo nel
silenzio, costringendo tutti a guardarsi attorno.
“Il lago!” Esclamò Lee, indicandolo. “Guardate il lago!”
Tutti obbedirono al suo urlo, voltandosi a guardare il Lago Nero, la cui
superficie cominciò a incresparsi, fino a creare una turbolenza con
bolle giganti attorno, provocando una serie di onde che andarono a
scontrarsi sulla riva.
Infine, come se fosse appena stato tirato via un tappo gigante dal fondo
del lago, un vortice apparve al suo centro, lasciando uscire un lungo
palo nero, seguito a breve da una maestosa nave dall’aria scheletrica,
con fioche luci che scintillavano dai boccaporti somigliando così a
occhi spettrali.
La nave, non appena emerse del tutto, scivolò verso la riva, fermandosi
a pochi metri di distanza.
Qualche istante dopo si sentì il tonfo di un’ancora gettata, seguito da
quello di una passerella.
I passeggeri sbarcarono, avvicinandosi subito agli altri presenti,
guidati da un uomo con addosso una pelliccia liscia e argentea, in tinta
con i suoi corti capelli e il suo pizzetto, che finiva con un piccolo
ricciolo.
“Silente!” Gridò con calore questi, raggiungendo il preside. “Come stai,
mio caro amico?”
“Benissimo, grazie, professor Karkaròff.” Rispose Silente, con tono
pacato, stringendogli la mano.
“Cara vecchia Hogwarts…” Disse il preside di Durmstrang, guardando il
castello. “Com’è bello essere di nuovo qui.”
“Non ci credo!” Esclamò Ron, sgranando gli occhi mentre osservava gli
studenti appena arrivati, indicandone poi uno dal grosso naso ricurvo e
dalle folte sopracciglia nere. “Quello è Viktor Krum!”
“È davvero lui!” Concordò Lee, altrettanto entusiasta. “Non credevo
fosse ancora uno studente!”
“Per l’amor del cielo, è solo un giocatore di Quidditch!” Sbuffò
Hermione.
“Solo un giocatore di Quidditch?!” Ripeté incredulo Ron. “È uno dei
migliori Cercatori del mondo!”
Il mormorio entusiasta degli studenti continuò per diversi minuti, ma
nessuno dei professori sembrava intenzionato a voler tornare al
castello.
Quando anche la delegazione di Durmstrang si affiancò agli altri, alcuni
studenti cominciarono a guardarsi intorno, domandandosi che cosa
stessero ancora aspettando. Tale confusione sembrò estendersi anche agli
studenti stranieri.
“Beh, che succede ora?” Domandò Fred. “Pensavo che una volta arrivate le
scuole saremmo tornati dentro a cenare.”
“Oh, sono sicura che sarà così.” Rispose Hermione, sorridendo.
“E allora perché siamo ancora qui? È quasi il tramonto.” Disse Ron.
La sua risposta fu un rumore metallico. Il rumore si ripeté, finché non
assunse il suono distinto di una pesante camminata, seguita da dei passi
più leggeri.
Gli studenti si guardarono intorno, confusi.
“Scusate il ritardo.” Disse una voce tranquilla, attirando l’attenzione
di tutti verso il terreno preparato da Hagrid.
Lì, al centro dello spiazzo, interamente coperta dalla sua armatura,
Erza Scarlett conficcò una delle sue spade a terra, mentre al suo fianco
Mira sorrise, facendo un inchino.
“Erza?!” Esclamò l’intero gruppo di studenti di Fairy Tail, ad eccezione
di Luna e Hermione, mentre dietro di loro Angelina sbiancò vistosamente.
“Quella è Erza?!” Domandò sorpreso Lee. “Perché indossa un’armatura? E
soprattutto, perché è lì? Pensavo che quest’anno non ci fosse!”
“C’è anche Mira!” Deglutirono in sincronia i gemelli, mentre Silente
sorrideva.
La ragazza in questione fece qualche passo in avanti, lasciando dietro
di sé Erza.
“Sembra che siamo gli ultimi, eh?” Fece lei, sorridendo, per poi
lasciare che sotto di lei apparisse un cerchio magico, che l’avvolse
completamente, lasciando apparire dopo pochi istanti la sua forma
demoniaca, facendo urlare diversi studenti dalla sorpresa.
“Allora lasciate che rimediamo al nostro ritardo!” Esclamò Mira, per poi
venire nascosta da un muro di fiamme alto una decina di metri, che
avvolse interamente lo spiazzo di terra.
Dopo pochi istanti questi si congelò di colpo, per poi infrangersi in
migliaia di frammenti, che si sciolsero in acqua mentre erano ancora in
aria, convogliandosi nel Lago Nero.
Lì, dove prima c’era solo terra, si ergeva una piccola villa di legno,
con il marchio di Fairy Tail in bella vista sopra di essa.
E di fronte all’ingresso, con Master Makarov davanti a tutti, Harry,
Neville, Erza, Natsu, Gray, Mira, Elfman, Juvia, Levi, Gajil, Happy e
Porlyusica osservarono con un ghigno i volti increduli degli studenti.
“La scuola di Magia di Fairy Tail è qui!” Esclamò ad alta voce Makarov,
mostrando il suo migliore sorriso.
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Ehm... C'è ancora qualcuno?
Okay, sono (ancora una
volta) in ritardo... purtroppo sto trovando sempre più difficoltà a
trovare il tempo e l'ispirazione per mettermi a scrivere... e quando la
trovo succede puntualmente qualcosa che mi ferma... Ma non oggi! E non è
un pesce d'aprile!
Ora che siamo quasi tutti
forzatamente chiusi in casa, un po' di tempo l'ho trovato! E visto che
bisogna sempre cercare di vedere il lato positivo delle situazioni,
almeno sto mettendo a posto un po' di idee.
Ma ho imparato la lezione,
quindi anche se sto scrivendo diverse cose, ho deciso che le pubblicherò
solo una volta terminate (se sono al massimo di pochi capitoli) o se
sono notevolmente avanti con i capitoli. Cosa che infatti farò con la
mia prossima fan fiction multi capitolo, la quale è già scritta per
metà, e che mi vedrà tornare in un fandom che ho abbandonato da
parecchio, almeno come scrittura... Nessun spoiler in proposito, se non
che l'idea mi è venuta in mente prima che diventasse ufficiale ù.ù
Ma torniamo qui!
Ormai era chiaro penso alla
maggior parte delle persone il "colpo di scena" finale... e infatti non
è su quello che punterò la prossima saga, ma su altri eventi nuovi.
Spero solo che continuate
ad aver pazienza con i miei tempi di rilascio dei capitoli e che la
trama continui a farvi tornare a leggere...
Poi ehi, ci sarà il solito
crossover natalizio anche in questa saga, ed è su quello che al momento
sto lavorando ù.ù